Il Consiglio comunale straordinario chiesto dalle opposizioni di Corsico dopo la denuncia anonima di misoginia via mail
Posizioni distanti tra maggioranza e opposizione: la prima invita a denunciare senza paura, la seconda invece ha chiesto una Commissione interna che possa indagare
Si è tenuto ieri sera, mercoledì 17 maggio, il Consiglio comunale straordinario chiesto dalle opposizioni di Corsico dopo la denuncia anonima di misoginia via mail.
Il Consiglio comunale straordinario a Corsico
CORSICO - L’aula del Consiglio è piena, bisogna aggiungere le sedie per permettere a tutti i presenti di seguire la seduta. Un Consiglio straordinario chiesto dall’opposizione per discutere dell’email anonima arrivata ad alcune testate e ai sindacati con la denuncia di un atteggiamento misogino all’interno del Comune.
La mail che ha sollevato il caso
Non ci sono riferimenti specifici a cui sono indirizzate le accuse, ma il tema è comunque importante e l’opposizione ha chiesto una Consiglio straordinario per discuterne. Alcuni esponenti hanno manifestato davanti al Comune pochi minuti prima del Consiglio per esprimere solidarietà alle dipendenti che hanno formulato quell’email con pesanti accuse, non solo di atteggiamenti misogini subiti ma anche di una profonda omertà diffusa in tutto il Municipio.
Il sindaco Ventura
Accuse che per il sindaco Stefano Martino Ventura sono gravi e costituiscono “diffamazione per l’Ente che devo tutelare, per questo mi sono rivolto alla Polizia postale per sporgere denuncia e avviare gli accertamenti. La lettera sostiene che tutti i dipendenti sono omertosi, visto che ‘tutti sanno e nessuno parla’ - riprende le parole della lettera anonima -. Per quanto mi riguarda, non mi sono arrivate segnalazioni o ho notato atteggiamenti scorretti, altrimenti sarei stato il primo a condannarli e a denunciarli. Avrei voluto dire ai dipendenti, durante un’assemblea sindacale che hanno indetto, proprio questo: che ci sono tanti metodi per denunciare, avrei incoraggiato a farlo e avrei garantito massima disponibilità e ascolto. Purtroppo non mi è stato permesso di partecipare, ma ribadisco che una mail anonima mandata alla stampa e alle rsu non è il mezzo giusto per denunciare”.
L'ex sindaco Errante, poi Rapetti e Gatta
L’ex sindaco Filippo Errante vuole “ragguagli dopo la denuncia alla Polizia postale. Abbiamo chiesto un Consiglio straordinario per chiarire i dettagli di una vicenda che reputiamo grave e chiediamo una Commissione interna che indaghi”.
Luigi Rapetti, dopo aver evidenziato che il partito Fratelli d’Italia ha una donna a capo del Governo, ha sottolineato un “registro accusatorio nei confronti delle lavoratrici da parte del sindaco e non una difesa, un sostegno, una solidarietà. Bisogna affrontare il tema attraverso una Commissione”.
Silvana Gatta (Pd) incoraggia “tutte le persone che si sentono vittime di un torto, un abuso, un maltrattamento, a denunciare alle autorità competenti. Una lettera anonima rischia di diventare solo strumentale. Le donne lavoratrici hanno tutti gli strumenti per difendersi e difendere i propri diritti”.
Magisano, Pogliaghi e Spaccini
Per Francesco Magisano della minoranza, “bisogna tutelare invece l’anonimato. Vogliamo sapere se qualcosa è accaduto e approfondire per poter dire che non sia mai successo nulla con certezza, il sindaco pare non abbia avuto mai dubbi”. Dello stesso tenore anche l'intervento di Riggio.
Anche per Rita Pogliaghi l’anonimato è da “tutelare perché c’è paura delle ritorsioni. Bisogna cercare la verità e assunzione di responsabilità”.
Luigina Spaccini si è detta “colta di sorpresa e preoccupata. Poi ho pensato a chi lavora in questo comune, conoscendo le persone io non credo che qualcuno possa tacere abusi e molestie e nessuno lo permetterebbe”.
Caimi, Saccinto
Sabrina Caimi risponde a Rapetti sottolineando che “non serve avere presidente del Consiglio donna se si continuano a calpestare i diritti delle donne. Questa lettera anonima sembra un sasso lanciato nello stagno per vederne l’effetto. Noi ribadiamo sostegno alle donne lavoratrici e a chiunque subisca violenza”.
Antonio Saccinto avrebbe voluto “condivisione della lettera arrivata, le informazioni le abbiamo ricevute solo dai giornali. Condanno il silenzio dei partiti di sinistra e chiedo l’istituzione della Commissione di indagine interna per chiarire ogni punto di questa grave vicenda. Ribadiamo il nostro sostegno alle vittime che subiscono qualsiasi tipo di molestia o abuso. Impossibile dire che nessun caso sia stato accertato ora”.
Infosini, Vitali
Giuseppe Infosini (Lega) chiede l’istituzione della commissione e parla di una “pentola che bolle e arriva al momento che esplode”.
“Il tema è molto serio – sottolinea Gianluca Vitali –. Non capisco se questo consiglio è stato richiesto per discutere della lettera o per accusare il sindaco. Mi perplime, poi, che arrivino critiche da chi ha tolto lo striscione ‘no al femminicidio’ che era esposto fuori dal municipio – si riferisce all’Amministrazione Errante, ndr –. Io vorrei conoscere le modalità con cui i consiglieri pensano di istituire la commissione e ribadisco che le denunce anonime non servono a nulla”.
Mei, Masiero
Roberto Mei ha rimarcato sulla necessità di “istituire la commissione per chiarire se sono successe queste cose”.
Dall'altra parte, Roberto Masiero ritiene “profondamente insultanti le accuse di omertà. I dipendenti hanno tutti gli strumenti per denunciare comportamenti ritenuti scorretti”.
Bocciata la richiesta di Commissione interna proposta dalle opposizioni
Il sindaco conclude ribattendo alle accuse del “clima irrespirabile che è stato definito da alcuni. Non ci devono essere strumentalizzazioni politiche. È evidente che qualora vi fossero o fossero stati atti gravissimi tutti noi siamo solidali con chi li ha subiti se li ha subiti. L'unico modo per scoprire la verità è avvalersi degli strumenti di indagini delle forze dell'ordine. Invito chi ha subito se ha subito questo maltrattamento a denunciarlo senza paura”.
La Commissione di indagine richiesta dalle opposizione, ad ogni modo, non verrà istituita: la maggioranza ha bocciato la proposta perché ritiene che l'unico strumento per assicurare la verità sia rivolgersi alle autorità e denunciare.