Cortile conteso, Papalia risponde al sindaco: "Nessuna sfida, solo un diritto"

La moglie Adriana Feletti fa causa al Comune per l'utilizzo del cortile della villetta per metà confiscata: "Ma quale provocazione, ci voglio solo mettere i bidoni dei rifiuti".

Cortile conteso, Papalia risponde al sindaco: "Nessuna sfida, solo un diritto"
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Cortile conteso, Papalia risponde al sindaco: "Nessuna sfida, solo un diritto".

Cortile conteso, Papalia risponde al sindaco: "Nessuna sfida, solo un diritto"

BUCCINASCO – “Nessuna provocazione, nessuna sfida. Vogliamo solo che venga rispettato un diritto che ci appartiene”. I coniugi Papalia replicano al sindaco Rino Pruiti che aveva definito la richiesta di utilizzo del cortile in via Nearco “una provocazione e una sfida allo Stato”.

La replica della moglie al sindaco Pruiti

Adriana Feletti, proprietaria dell’immobile per metà confiscato e destinato a progetti di inclusione per minori stranieri, mostra le carte, il rogito della casa “che mi ha lasciato mia madre oltre 15 anni fa, si può vedere chiaramente che il cortile è pertinenza dello stabile e non è stato confiscato. Ma il Comune ci ha piazzato dei cancelletti ed è impossibile accedervi. Abbiamo tentato per tre anni di chiedere una mediazione, ma senza riuscirci. Per questo, ora abbiamo deciso di ricorrere al giudice. Qualsiasi decisione prenderà, la rispetteremo”.

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Al centro della polemica il cortile della villetta per metà confiscata

Si parla del cortile in via Nearco, la villetta per metà confiscata alla famiglia Papalia. Nell’altra metà ci vivono ancora i coniugi Adriana Feletti e Rocco Papalia, da quando è rientrato a Buccinasco dopo 26 anni di detenzione e altri due circa di casa lavoro in Abruzzo. “Ho pagato, ho pagato tutto”, continua a ripetere Papalia che non vuole saperne più del passato: “Ho fatto degli sbagli, in gioventù, ma ho pagato e anche caro, per cose che non ho fatto”, riferendosi all’omicidio del 1976 di Giuseppe De Rosa, per il quale si è sempre proclamato innocente.

Parla Rocco Papalia

E sulla ‘ndrangheta: “Ma quale ‘ndrangheta, non ne voglio sapere di queste cose, non mi interessano. Ho fatto i miei sbagli e ho pagato, da quando è nata mia figlia ho messo la testa a posto. A Buccinasco non ho fatto male, a nessuno. A chi dovrei chiedere scusa? Se ho fatto male a qualcuno per qualcosa me lo venga a dire e mi metto pure in ginocchio, ma io a Buccinasco ho fatto solo del bene”, ancora Papalia. “E poi, questa storia del cortile riguarda solo mia moglie, basta parlare di Papalia e di cose passate”.

La moglie: "Ci voglio solo mettere i bidoni dei rifiuti"

Ma per il sindaco il passato non si archivia, non si cancella, e “Papalia invece di chiedere scusa, anche ai parenti delle vittime, fa causa al Comune per accedere in quattro metri quadri cementati di cui non se ne farebbe nulla”. “Io voglio solo metterci i bidoni della spazzatura – replica Feletti –, per non averli sotto le finestre. Basta. Solo questo, e se i nipotini mi vogliono venire a trovare, farli giocare un po’ in cortile: cose normali che mi spettano di diritto”.

Il sindaco non molla

Il primo cittadino promette battaglia: “Una richiesta strumentale a cui ci opporremo come potremo. L’Agenzia dei beni confiscati ci ha già assicurato massimo appoggio, ho allertato Prefettura e Ministero degli Interni”. La solidarietà è arrivata anche dal Pd Metropolitano che ha espresso “sostegno al sindaco e all’Amministrazione, costretti a subire l’arroganza della famiglia del boss e assurde pretese”.

La questione finirà in tribunale: prima udienza il 15 novembre

Ma Feletti non ci sta e ribadisce: “Non ci interessano polemiche e provocazioni, vogliamo solo mettere i bidoni lì, è un nostro diritto. Se si parla tanto di legalità bisogna anche essere pronti a sostenerla. Non vogliamo attenzioni, solo vivere tranquilli. Mio marito ha già pagato tutto”. La questione finirà in tribunale: prima udienza il 15 novembre. E sarà il giudice a mettere fine alla diatriba.

FG

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