Aggressione in corso Garibaldi, Daspo per il figlio dell'ultrà Caravita
Il ventenne, lo scorso 6 giugno, aveva partecipato a una rissa e accoltellato un coetaneo in corso Garibaldi.

Aggressione in corso Garibaldi, Daspo per il figlio dell'ultrà Caravita.
Aggressione in corso Garibaldi, Daspo per il figlio dell'ultrà Caravita
MILANO – Daspo per condotte violente fuori contesto per Alessandro Caravita, figlio dello storico capo ultrà della curva interista. Il ventenne, lo scorso 6 giugno, aveva partecipato a una rissa e accoltellato un coetaneo in corso Garibaldi.
La rissa lo scorso giugno ma non in contesto sportivo
L’episodio non è avvenuto all’interno di manifestazioni sportive, eppure il Questore ha deciso di adottare ugualmente la misura del Daspo. Caravita jr. non potrà fare accesso per 4 anni agli stadi dove si disputeranno gli incontri di calcio, anche all'estero, e non potrà frequentare i luoghi interessati dalla sosta, dal transito o dal trasporto dei giocatori o dei tifosi. L'obiettivo è garantire la sicurezza delle manifestazioni sportive vietando l'accesso ai soggetti che hanno manifestato comportamenti violenti, a prescindere da dove questi abbiano agito con pericolosità.
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Il giovane già noto alle forze dell'ordine per altri episodi di violenza
L'aggressione di corso Garibaldi, per la quale Caravita è stato arrestato per tentato omicidio, lesioni personali gravi e porto abusivo di coltello, rappresenta solo l'ultima manifestazione “dell'indole facinorosa del ventenne”, spiegano gli inquirenti, già noto alle forze dell'ordine per aver preso parte a episodi di violenza con altri esponenti del mondo ultrà. Tra questi, una rissa del 2018 scoppiata fuori da un negozio di tatuaggi, a cui aveva preso parte anche un altro frequentatore della Curva nerazzurra, divenuto poi destinatario del primo Daspo "fuori contesto" del Questore di Milano. “La decisione di tenere il soggetto – spiegano dalla Questura – lontano dai luoghi del calcio conferma che la sicurezza delle manifestazioni sportive continua a essere un obiettivo primario dell'azione della Polizia di Stato, anche nella stagione delle partite a porte chiuse”.
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