La battaglia d’agosto delle fioriere a Corsico: la guerra al guerrilla gardening
Tutto iniziò lo scorso mese di luglio quando il caldo soffocante e la siccità stava condannando alla morte le piantumazioni più giovani.
Tutto ebbe inizio lo scorso mese di luglio, quando il caldo soffocante, la siccità e l’impossibilità da parte del Comune di far fronte alla “sete” di tutte le piante stava condannando alla morte le piantumazioni più giovani del nostro territorio (e diverse piante, effettivamente non ce l’hanno fatta).
Una surreale vicenda agostana
CORSICO - Vi avevamo già raccontato alcuni esempi virtuosi di privati cittadini che si erano presi a cuore alcune zone della città di Corsico, provvedendo ad annaffiature extra, rispetto a quelle programmate dall’Amministrazione comunale, per far fronte allo stato di emergenza causato dalle condizioni climatiche ormai simili a quelle del deserto.
Nessun Dorma in campo per salvare il verde corsichese e non solo
Già su queste pagine vi avevamo raccontato l’impegno da parte delle attiviste e attivisti di Nessun Dorma, rete di cittadini attivi che ha deciso di dedicare un po’ di tempo alla sopravvivenza del verde corsichese. Il servizio attivo da maggio da parte del Comune, che prevede l’annaffiatura delle fioriere del centro due volte a settimana, non era sufficiente con le temperature infernali registrate nei giorni di luglio e con la mancanza di piogge. Per questo, c’è stato bisogno di iniziative che si prendessero cura della città, soprattutto in un periodo critico.
Il gruppo non si è limitato ad annaffiare le piantine, ma ha messo in piedi anche un’iniziativa di guerrilla gardening, piantando là dove c’è degrado. “La scorsa estate tutte le piante nelle fioriere del centro sono state abbandonate e le piante lasciate morire – commenta Stefania, un’attivista di Nessun Dorma –. il Comune non ha pensato alle conseguenze e adesso le fioriere non vicine ai negozi, che i commercianti provvedono a manutenere, sono vuote e piene di sporcizia. Abbiamo pensato di ripulirle e di piantarci qualcosa che non dia quel senso di degrado che si percepisce in città. In parallelo, annaffiamo mentre giriamo per la città. Salvare tutte le piante giovani è impossibile, ma se tutti facessimo la nostra parte la situazione migliorerebbe sicuramente”.
La guerra al guerrilla gardening
L’iniziativa, senza dubbio lodevole a priori e al di sopra di ogni colore, divisione politica o parere personale, non è piaciuta a qualcuno, tanto che durante tutto il mese appena concluso si è creato un “movimento parallelo” di sabotatori. Abbiamo potuto seguire sui social le vicissitudini di questa battaglia a distanza, ben documentata con immagini: da una parte il tentativo di sistemare aiuole, piantare fiori o piante, lavare via urina o altre deiezioni canine (e non), dall’altra un continuo sabotaggio di queste iniziative.
E’ il 13 luglio: in una fioriera abbandonata al suo destino vengono piantate alcune piantine di prezzemolo e una di peperoncino. In un’altra invece vengono messe a dimora alcune piantine di salvia e basilico. Il 21 luglio cominciano a “sparire” le prime piante.
Il 27 luglio in una fioriera sistemata appare una cacca di cane. Il padrone ha scambiato probabilmente il vaso per un’area cani...
Il 3 agosto nuove piantine nei vasi presi in affido, ma già il giorno successivo alcune di queste erano state rubate. Altri furti di piante proseguono la notte successiva. Stefania non si arrende e, quasi a sfidare i sabotatori, mette a dimora una pianta grassa con spine là dove era stata rubata quella di peperoncino. Il 6 agosto nuove piantumazioni ma il giorno dopo... inutile parlare, la foto si commenta da sé.
Emblematico in questo senso lo sfogo social di Stefano: “C’è un gruppo di cittadini che, piaccia o no, si prende cura del verde cittadino.
C’è un gruppo di cittadini che, piaccia o no, lo fanno di tasca loro.
C’è un cittadino o gruppo di cittadini invece che da stronzi distrugge per dispetto quello che fanno gli alti.
Mi rivolgo a te/voi, sei o siete penosi e squallidi oltre ad essere vigliacchi.
Fate davvero schifo, siete l’esempio di un degrado civico di una città. Corsico muore anche per questi comportamenti.
P.s. - Sei o siete dei PIRLA!”
Lo stesso giorno, 7 agosto, vengono risistemate le aiuole e viene fatto un lavoro di pulizia delle panchine circostanti, spesso vittime di urina canina (si spera solo quella).
Il 10 agosto una nuova pianta grassa in sostituzione della precedente: 30 centimetri di diametro, tutta ricoperta di spine. Il giorno dopo non vi è più traccia. Seguito, a distanza di 4 giorni, dalla rimozione di un girasole. Dopo aver documentato, con diverse immagini nei giorni successivi, varie “cacche d’artista” lasciate nelle fioriere, dietro a panchine o lungo la via Cavour, il 27 agosto l’immagine conclusiva, a riassunto di tutto: due blocchi di cemento dentro una fioriera a voler bloccare ogni altra “attività” di riqualificazione del verde urbano.
“Non sono mai paranoica ma adesso sono convinta anche io che questo sia un dispetto mirato di qualcuno o qualcuna. Un blocco di cemento per lavori stradali in una fioriera vuota? O meglio, in una fioriera dove ho seminato garofani? Giusto il tempo che le piantine fossero altre almeno un paio di centimetri...” questo l’amaro commento di Stefania.
“Abbiamo adottato quell’albero e altre fioriere diventate dei cessi per cani / portamozziconi / depositi di bottiglie di vetro e plastica – spiega MariaCarla -, Stefania ha ripulito tutto e io la cazziavo perché spesso non usava manco i guanti, Paola ha comprato terriccio e pacciamatura, abbiamo ripulito questo giardinetto per offrire qualcosa di carino agli anziani che hanno come unico svago il sedersi a chiacchierare sulle panchine.
Subito è partita la polemica di qualche imbecille che ci ha accusato di essere alla ricerca di visibilità, e le fioriere e l’aiuola sono stati sistematicamente devastati, hanno strappato il basilico che avevamo piantato, i girasoli, i cactus, la portulaca e anche il prezzemolo.
Oggi l’aiuola a cui abbiamo dedicato più tempo era così, forse dobbiamo arrenderci e prendere atto che questa è la città che meritiamo. Parlateci ancora delle periferie senza averle mai viste una volta, l‘abbruttimento abita qui…”
Il commento
Ho vissuto questa surreale vicenda agostana corsichese a circa 12mila chilometri di distanza, tramite i social. Dopo due o tre episodi ho subito pensato che fosse un sabotaggio alla/e persona/e e non una contro-protesta pro degrado, pro cemento o pro cacca di cane in ogni angolo del cosmo. Due piccoli appunti. Innanzitutto è incredibile vedere con quanta tranquillità molti individui contribuiscano fattivamente al degrado delle nostre città senza quasi alcuna cognizione di causa. La cosa ancor peggiore, però, è osservare quanto l’essere “contro” una persona, o le idee che essa porta, possa arrivare al punto di distruggere quello che la “parte avversa” sta facendo per il bene di tutti, anche di chi non condivide gli stessi valori o le stesse idee. E non immagino quanti altri individui non abbiano sabotato direttamente questa iniziativa, ma abbiano gioito vedendo altri che la distruggevano.
Così andiamo solo a sbattere, come umanità. E sì, non sto esagerando. Si parte sempre dalle piccole cose, ma poi...
Andrea Demarchi