il dibattimento in Consiglio

Ex stazione di Corsico alla Fondazione San Francesco: perché non parte il progetto?

L'opposizione chiede spiegazione in Consiglio sul motivo per cui il progetto non sta partendo. Il sindaco risponde e dice no alla comunità d'accoglienza: ecco i motivi.

Ex stazione di Corsico alla Fondazione San Francesco: perché non parte il progetto?
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Ex stazione di Corsico alla Fondazione San Francesco: l'opposizione chiede spiegazione in Consiglio sul motivo per cui il progetto non sta partendo. Il sindaco risponde e dice no alla comunità d'accoglienza. Ecco i motivi.

Perché non parte il progetto per la stazione alla Fondazione San Francesco?

CORSICO – Finisce in Consiglio comunale la questione della ex stazione ferroviaria di via Gramsci, ristrutturata da Fondazione San Francesco a cui Ferrovie dello Stato ha concesso il comodato d’uso gratuito. Un luogo che, negli anni, era diventato punto di degrado, abbandono, luogo di illegalità.

L’opposizione chiede spiegazioni in Consiglio

Era stata accolta quindi positivamente la proposta della Fondazione di riqualificare l’immobile, ma trascorsi diversi mesi, il progetto tarda a partire. Proprio su questo ritardo l’opposizione ha voluto chiedere spiegazioni in sede di question time del Consiglio attraverso un’interrogazione urgente.

L'interrogazione

“La situazione è ormai imbarazzante, ritardi e lentezze, anche nelle risposte. Chiediamo se esiste un confronto tra Amministrazione e Fondazione che abbia prodotto una bozza convenzionale - si legge nell’interrogazione presentata da tutta l’opposizione -. Quali sono gli aggiornamenti che avete rivolto alla Prefettura? Mancherebbe, per far partire il progetto, l’approvazione della Giunta alla convenzione: a che punto siamo? Pare che la Fondazione abbia adempiuto a tutto, manca solo questa vostra approvazione. Qual è il vostro orientamento?”.

Il sindaco risponde e dice no alla comunità d'accoglienza

Il sindaco Stefano Martino Ventura ha risposto ai punti dell’interrogazione, precisando che “il dialogo e la bozza è stata formulata, va a normare la destinazione dell’immobile secondo la Fondazione, ovvero la costituzione di una comunità di accoglienza per 28 minori stranieri non accompagnati. Alla Prefettura è stato illustrato l’iter procedurale lungo e complesso con risvolti anche legali, basta procedere con un accesso agli atti per prenderne visione.

Le ragioni del no

No, non siamo orientati a deliberare per alcune ragioni. Il progetto da punto di vista educativo non è sostenibile perché non prevede abbastanza educatori in orario serale e non programma politiche di integrazione con le realtà del territorio, secondo noi necessarie. Come già più volte segnalato alle istituzioni competenti, non riteniamo opportuno l’insediamento di una comunità di questo tipo in quell’area perché in orario notturno non ci sono le condizioni di ordine pubblico per garantire la sicurezza degli ospiti e degli educatori”.

Ci sono anche problemi di natura tecnica

Ma a tutto questo si aggiungono altri problemi di natura tecnica. “Gli uffici hanno accertato che la Fondazione ha eseguito lavori di ristrutturazione senza titolo edilizio, motivo per cui l’immobile non è ancora attivo – spiega il sindaco –. Presupposto per ottenere il titolo edilizio era quello di sottoscrivere una convenzione concordata con l'Amministrazione prima dell’esecuzione dei lavori, di conseguenza la richiesta di sanatoria è stata diniegata dagli uffici”.

Ancora sul progetto di accoglienza

Tornando invece al progetto di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, “riteniamo che un progetto di accoglienza di qualità debba garantire politiche di integrazione in collaborazione con le realtà del territorio e la presenza di un numero adeguato di educatori specialmente nelle ore notturne, in modo da tutelare gli accolti – ribadisce il primo cittadino –.

In secondo luogo, un’accoglienza di qualità necessita di un contesto di prossimità che tuteli la sicurezza di chi viene accolto, soprattutto di notte. Al momento, queste condizioni non sono verificate”. Insomma, per consentire l’insediamento di una comunità del genere, con circa 30 minori non accompagnati, c’è bisogno di sicurezza, tutela, per gli ospiti ma anche per chi organizza il progetto.

Al momento mancano tutele di sicurezza

Tutele di sicurezza che, almeno fino a ora, non sembrano essere sufficienti per la Giunta per permettere l’inizio del progetto in piena serenità. Le prospettive sono chiare: “Sarà necessario che prima vengano risolti i problemi di natura tecnica e edilizia legati alla struttura – conclude Ventura –. In futuro valuteremo la possibilità di una progettualità sociale idonea al contesto e alle condizioni del nostro territorio”.

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