Parla il padre dei bambini di Rozzano: "Non ricordo nulla, ho dei vuoti di memoria"

Nell'interrogatorio di garanzia l'uomo ha raccontato la sua versione. "Non li ho drogati, forse hanno visto le medicine sul tavolo e le hanno prese. Chiedo scusa".

Parla il padre dei bambini di Rozzano: "Non ricordo nulla, ho dei vuoti di memoria"
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Parla il padre dei bambini di Rozzano: "Non ricordo nulla, ho dei vuoti di memoria"

ROZZANO – “Non ricordo nulla, ho dei vuoti, non so cosa sia successo quella sera”. Alessandro A., il postino di 43 anni accusato di tentato omicidio, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e minaccia a pubblico ufficiale, davanti al gip ha raccontato poco. Quello che ricordava di martedì sera, quando si è barricato in casa e ha afferrato i figli lasciandoli sospesi a 25 metri d’altezza, dalla finestra del settimo piano del palazzo di via Stelle Alpine.

Le parole davanti al gip

“Non ho preso droghe, solo calmanti, non ricordo quanti, ero disperato, non sapevo cosa fare, non volevo che mi portassero via i miei figli, ho afferrato quei calmanti e li ho buttati giù, non so quanti, non ricordo”. Il padre dei bambini di 5, 6 e 7 anni dice di avere vuoti di memoria nell’interrogatorio di garanzia. Non ha idea di cosa sia successo, ricorda di aver chiesto di parlare coi servizi sociali, poi con il sindaco Gianni Ferretti.

"Non so neanche cosa ho fatto, me l’hanno raccontato dopo"

“Ero sotto stress, non so neanche cosa ho fatto, me l’hanno raccontato dopo. Mi hanno detto che ho tirato piastrelle dalla finestra: non lo ricordo, mi sembra assurdo. Ma se davvero ho fatto tutto questo, chiedo scusa”. L’uomo ha chiesto le condizioni di salute dei figli, ricoverati in pediatria, poi ha domandato che venissero dati in custodia ai suoi genitori, ai nonni paterni, per non lasciarli in una comunità. Condizione che non verrà soddisfatta: i piccoli saranno trasferiti in un luogo protetto. “Non li ho drogati, non gli ho dato nulla, avranno visto le medicine sul tavolo e le avranno prese come ho fatto io, ma non li ho mai forzati a prenderle”, risponde alla domanda che riguarda uno degli aspetti più atroci della vicenda: la positività ai barbiturici riscontrata in due dei tre bambini.

Le parole dell'avvocato

L’avvocato dell’uomo, Grazia Segura, precisa che “non abbiamo chiesto misure alternative. Il mio cliente ha deciso di seguire un percorso già in carcere, un programma specifico con un sostegno psicologico. Da tempo aveva chiesto un supporto, ma l’operato dei servizi sociali ha registrato chiare mancanze e falle nella gestione della situazione. Anche il Tribunale di Pavia aveva disposto un supporto psicologico”. L’uomo si è detto poi dispiaciuto per aver messo in pericolo la vita dei figli, racconta il legale, anche se “ha dei vuoti, ricorda solo l’ansia e la tensione che lo hanno spinto a prendere i calmanti”, ancora l’avvocato. “Sono dispiaciuto e spaventato – ha aggiunto davanti al gip –, non credo possibile aver compiuto le cose che mi hanno raccontato. Non ricordo nemmeno quando mi sono cambiato gli abiti: mi ricordavo di aver indossato altri vestiti, poi mi sono svegliato in un letto di ospedale, senza sapere cosa ci facessi lì”. La convalida della custodia cautelare è arrivata poco dopo: il padre rimane in carcere.

FG

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