Parte la raccolta firme del Pd per cambiare la sanità lombarda
"In Lombardia sono in continuo aumento le persone che rinunciano alle cure o sono costrette a pagare di tasca propria le visite ed esami a causa di tempi d’attesa inaccettabili"
I consiglieri regionali del Pd Majorino e Borghetti hanno firmato per primi la proposta di legge di iniziativa popolare per dare una svolta radicale alla sanità in Lombardia.
Al via la raccolta firme del Pd per cambiare la sanità lombarda
MILANO - Mercoledì mattina il gruppo Pd in Regione ha dato il via ad una raccolta firme per il progetto di legge di iniziativa popolare sulla sanità.
Le richieste principali del documento
In una conferenza stampa al Pirellone il capogruppo Pierfrancesco Majorino e il consigliere Carlo Borghetti hanno per primi sottoscritto il documento. “Il progetto – ha affermato Majorino – fissa i principi fondamentali del sistema sanitario regionale: l’universalità, la centralità della prevenzione, la priorità dei servizi territoriali e cancella l’equivalenza fra pubblico e privato.
La sanità deve essere governata nell’interesse pubblico e deve essere il pubblico a decidere come, dove e quando intervenire sul privato. Questo per porre finalmente fine al dramma delle liste d’attesa. Ad oggi in Lombardia solo chi può pagare si cura, gli altri sono costretti a rinunciare”.
"Ricostruire un nuovo servizio sociosanitario lombardo pubblico"
Borghetti ha aggiunto: “l’offerta privata deve essere sussidiaria. Deve essere la programmazione regionale a stabilire le prestazioni che il privato convenzionato deve offrire per rispondere ai bisogni dei cittadini”. La proposta - hanno spiegato i consiglieri - intende sancire i principi fondamentali su cui "ricostruire un nuovo servizio sociosanitario lombardo pubblico, efficiente ed universalistico, come oggi non è più".
Tempi d’attesa inaccettabili in Lombardia
In Lombardia - denunciano i promotori del Pdl - sono in continuo aumento le persone che rinunciano alle cure o sono costrette a pagare di tasca propria le visite ed esami, a causa di tempi d’attesa inaccettabili che compromettono le possibilità di cura, a causa di carenze di medici e infermieri – in ospedale e sul territorio – e di tanti altri operatori della salute, a causa di servizi territoriali ben lontani dal garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, a causa di servizi per la prevenzione e la riabilitazione che raggiungono sempre meno persone, a causa di una carenza di programmazione e di governo dell’offerta pubblica e privata accreditata.
La prevenzione al centro
Per garantire la salute individuale e collettiva e un livello di cure adeguate a una società che vede all’allungamento della vita fare da contraltare l’aumento delle patologie e della cronicità - viene sottolineato nella proposta di legge - occorre mettere al centro la Prevenzione in tutte le sue accezioni, attività e articolazioni, con una centralità che deve essere sancita nella programmazione e nel finanziamento, attraverso il continuo potenziamento delle risorse umane ed economiche, per la tutela della salute umana, degli animali e dei contesti ambientali, con particolare riferimento anche ai luoghi di lavoro e con specifico richiamo a quanto previsto dai Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Una rete di servizi sul territorio
La proposta - è stato spiegato durante la conferenza stampa - vede la rete dei servizi territoriali concorrere all’universalità dell’offerta e all’efficienza dei SSR accanto ai servizi ospedalieri. L’assistenza domiciliare, i consultori, i servizi per la salute mentale e le dipendenze, i centri vaccinali, i servizi per le persone con disabilità, anziane, fragili, minori, e tutti i servizi territoriali sono programmati finanziati e implementati nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza. Un sistema capillare di servizi per la salute nel territorio quale pilastro fondamentale del SSR non subordinato agli ospedali, "a superare il difetto ormai universalmente riconosciuto di un SSR lombardo divenuto nel corso degli ultimi trent’anni incredibilmente 'ospedalocentrico".
I servizi territoriali sono coordinati dai Distretti sociosanitari che devono godere di autonomia di risorse e di gestione secondo le norme nazionali, e da cui dipendono le Case di Comunità e i servizi sanitari territoriali previsti dal PNRR.
La raccolta firme vera e propria prenderà il via in tutta la Lombardia dal prossimo 5 aprile.