Coronavirus, Fontana con i sindaci: “Tutti d’accordo, chiudere tutto per ripartire il prima possibile”

"Le mezze misure, l'abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza" ha dichiarato il Governatore di Regione Lombardia.

Coronavirus, Fontana con i sindaci: “Tutti d’accordo, chiudere tutto per ripartire il prima possibile”
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Coronavirus, Fontana con i sindaci: “Tutti d’accordo, chiudere tutto per ripartire il prima possibile”.

Coronavirus, Fontana con i sindaci: “Tutti d’accordo, chiudere tutto per ripartire il prima possibile”

MILANO - Il Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana ha incontrato i sindaci della Lombardia: “Tutti d’accordo, chiudere adesso per ripartire il prima possibile”.

Chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali)

“E’ il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi lombardi e il presidente di Anci Lombardia, chiedono tutti la stessa cosa: chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali) per ripartire il prima possibile. Le mezze misure, l’abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza”.

Il Presidente Fontana sui social

Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo l’incontro di questa mattina in video conferenza con i sindaci dei comuni capoluogo di provincia della Lombardia. La richiesta avanzata da Regione Lombardia ora dovrà essere valutata dal Governo.

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Gallera: “Una crescita così forsennata il sistema non è in grado di reggerla”

Questa mattina l’assessore al Welfare Giulio Gallera aveva già espresso il suo parere favorevole:

"Sono arrivato alla consapevolezza che dobbiamo adottare le misure più dure possibili per un arco di tempo molto circoscritto. Gli esperti ci dicono che se fermiamo il Paese per 15 giorni potremmo riuscire a sconfiggere o limitare la diffusione di questo virus. Per fare questo è necessario non solo stare a casa ma chiudere le attività produttive e bloccare i mezzi di trasporto".

Dunque l’ipotesi avanzata dalle autorità regionali è quella di un inasprimento ulteriore delle misure precauzionali. "La velocità con cui si sta diffondendo questo virus è enorme – conclude l’assessore regionale -. Giovedì 28 febbraio avevano in terapia intensiva 57 persone, a distanza di nove giorni i pazienti ricoverati in rianimazione erano 399, cioè pari a un aumento del 700 per cento. Questo dato, proiettato in prospettiva, fa venire i brividi. Una crescita così forsennata il sistema non è in grado di reggerla. Ci sono intere regioni che non hanno neanche 300 posti di terapia intensiva. L’unico modo per fermare il Coronavirus è evitare i contatti, dobbiamo stare in casa e adottare comportamenti responsabili".

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