Truffatori truffati

Truffati dalla finta società dell’oro, passano alle minacce: quattro arresti per estorsione

Tra i migliaia di cittadini coinvolti nella truffa dell'oro della Global Group Consulting anche quattro delinquenti che intendevano investire per ripulire denaro

Truffati dalla finta società dell’oro, passano alle minacce: quattro arresti per estorsione
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Sono 5mila i truffati dalla «Global group consulting», società che offriva investimenti in oro fasulli. Tra loro anche quattro delinquenti campani che intendevano ripulire denaro.

Truffati dalla finta società dell’oro, passano alle minacce: quattro arresti per estorsione

MILANO – Pensavano di riciclare oltre un milione di euro attraverso un investimento “sicuro” nell’oro, invece sono rimasti truffati come migliaia di altre vittime. Ma, a differenza della maggior parte degli investitori, non hanno sporto denuncia: hanno deciso di farsi giustizia da soli, passando alle maniere forti.

Il grande raggiro

Protagonisti della vicenda sono quattro uomini — Vincenzo Frezza (54 anni), Antonio Bardetti De Villanova (44), Andrea Di Flora (52) e Ferdinando Esposito (44), tutti originari della Campania — arrestati dai carabinieri delle Compagnie di Rho e San Donato con le accuse di estorsione, danneggiamento, lesioni personali aggravate e violazione di domicilio.

Secondo gli inquirenti, erano tra i circa 5.000 clienti raggirati dalla "Global Group Consulting", società che proponeva investimenti in oro promettendo guadagni impossibili, fino al 48% annuo. Il raggiro ha bruciato almeno 90 milioni di euro e ha portato all’arresto di cinque promotori a gennaio, mentre i due presunti capi sono tuttora latitanti.

Volevano investire soldi sporchi nella truffa dell’oro

I quattro arrestati, però, non erano semplici investitori. Dalle intercettazioni emerge chiaramente che il loro obiettivo non era tanto il profitto, quanto il riciclaggio di denaro illecito. «Non era nemmeno il fatto di guadagnare, era il fatto di pulire», si sente in un’intercettazione. E ancora: «Se erano buoni, sti soldi li mettevamo in banca come fanno tutte le persone normali... questo lo può fare chi lavora onestamente».

Si vendicano a suon di minacce e atti intimidatori

Quando hanno capito di essere stati raggirati, è scattata la vendetta. A partire da febbraio hanno iniziato a fare pressioni sulla famiglia della moglie di uno dei truffatori, ancora latitante insieme al marito. Il 10 febbraio, l’auto della sorella della donna va a fuoco nel parcheggio sotto casa a Paullo. Le telecamere mostrano chiaramente un uomo che infrange il vetro del veicolo, versa un liquido infiammabile e appicca il fuoco.

Il 15 marzo è la volta della madre: nella cassetta delle lettere, nella sua abitazione a San Donato, compare una busta contenente due proiettili calibro 9.

Ma l’episodio più violento avviene il 15 maggio, a Senago: tre uomini fanno irruzione nell’abitazione di uno degli ex promotori della società, all’epoca agli arresti domiciliari. Lo aggrediscono con pugni e schiaffi, spaccandogli il setto nasale. «Pretendevano che chiamassi gli altri per far restituire i soldi», ha raccontato poi l’uomo, riferendo anche la minaccia ricevuta: «Questo è solo un avvertimento. Tra una settimana torniamo, sfondiamo la porta e ti facciamo di peggio».

I risultati delle minacce nei colloqui con la sorella della latitante

Come riporta Il Corriere della Sera, le indagini hanno documentato anche diversi incontri con la sorella della donna latitante, durante i quali i quattro avrebbero ammesso che le loro “pressioni” avevano prodotto qualche effetto: «Sono arrivati due volte i soldi. Una volta 85, una volta 30mila. In tutto 115mila euro». A quel punto, chiedevano di più: una lista completa degli arrestati legati alla Global Group Consulting e un contatto — anche indiretto — con la coppia di truffatori ancora irreperibile.