LE INDAGINI

Spaccio e rapine in via Gola a Milano: 5 arresti e 8 divieti di dimora

Le indagini della Squadra Mobile hanno avuto inizio dall'aggressione lo scorso 28 gennaio, in via Barrili, di un egiziano

Spaccio e rapine in via Gola a Milano: 5 arresti e 8 divieti di dimora
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La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha arrestato 5 irregolari pregiudicati di origine egiziana e marocchina e ha notificato il divieto di dimora in Lombardia per altri 8, ritenuti responsabili, a vario titolo, di lesioni personali, rapina, possesso illegale di arma da sparo e spaccio di sostanze stupefacenti.

Spaccio e rapine in via Gola a Milano

MILANO - Le indagini della Squadra Mobile hanno avuto inizio dall'aggressione lo scorso 28 gennaio, in via Barrili, di un egiziano: la vittima fu colpita violentemente da un gruppo di almeno 8 persone di origine nordafricana con calci, pugni e bastoni di legno. L'egiziano fu anche rapinato di un telefono e due collane.

Gli agenti hanno analizzato il video dell'aggressione e fin dal principio, tenuto conto della dinamica, della violenza e dei soggetti coinvolti, è stato ipotizzato che all’origine del raid potesse esserci una questione legata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Risultati delle indagini

Attraverso la consultazione delle banche dati, tramite servizi di osservazione sul territorio e analisi dei tabulati, i poliziotti sono giunti all’identificazione di quattro dei partecipanti all’aggressione, tutti cittadini marocchini, pregiudicati e gravitanti nell’area di via Gola. Le intercettazioni hanno permesso di aprire uno spaccato sulla piazza di spaccio di via Gola con l’identificazione di altre 9 persone nordafricane, tutte attive nella vendita al dettaglio di cocaina ed hashish. Lo spaccio avveniva senza interruzione o previo accordo telefonico direttamente in strada. I vari spacciatori avevano dei luoghi di riferimento dove gli acquirenti sapevano di poterli trovare, giorno e notte.

Gestione dello spaccio

Attraverso l’utilizzo di telecamere installate dagli investigatori, si è scoperto che i pusher erano soliti nascondere le dosi in punti strategici quali fioriere e saracinesche di negozi, con il chiaro fine di evitare i sequestri in occasione dei controlli delle forze dell’ordine. Tra gli indagati anche una marocchina 31enne pregiudicata che aveva la sua base logistica in un appartamento abusivamente occupato in via Gola, poi sgomberato dalle forze dell’ordine: la donna riceveva i clienti a casa o faceva recapitare le dosi ai clienti tramite dei 'cavallini' in strada o nel cortile dello stesso stabile.

Dalle intercettazioni telefoniche è emerso anche che, in alcuni casi, gli acquirenti acquistavano la sostanza dietro corrispettivo di beni materiali come telefoni cellulari, collanine, cuffie wireless e monopattini, oggetti verosimilmente frutto di rapine commesse nell’area dei Navigli.

Un indagato aveva anche un'arma

A uno degli indagati, un marocchino di 28 anni, la Procura della Repubblica milanese contesta anche la detenzione illecita di una pistola che lo straniero aveva occultato in uno degli stabili di via Gola. Il 28enne la sera del 15 febbraio è scappato da un controllo dalla Squadra Mobile all’altezza di via Montegani: fermato a bordo di un’autovettura, dopo avere fatto cenno di acconsentire al controllo di polizia, il marocchino aveva innestato la retromarcia tamponando violentemente l’auto della Polizia riuscendo così a crearsi uno spazio per la fuga. Gli agenti hanno sparato alcuni colpi di pistola che, tuttavia, non hanno bloccato la fuga del 28enne rintracciato poi in tarda nottata nei pressi di via Pichi mentre tentava di nascondersi agli equipaggi inviati in zona.

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