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Per il rogo scoppiato nel magazzino cinese a Milano la Procura indaga per strage

Per cercare eventuali inneschi arriveranno anche i cani specializzati dei Vigili del Fuoco

Per il rogo scoppiato nel magazzino cinese a Milano la Procura indaga per strage
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C'è ora l'ipotesi di reato di "strage", al momento a carico di ignoti, per le indagini che sta conducendo la Procura sul rogo scoppiato nell'emporio cinese qualche giorno fa a Milano, e dove sono morti tre giovani di 17, 19 e 24 anni

Incendio emporio cinese: si indaga per strage

MILANO - Per l'incendio scoppiato giovedì sera in via Cantoni, zona Quarto Oggiaro, nel quale sono morti tre giovani ragazzi cinesi, la  Procura di Milano indaga con l’ipotesi di reato di "strage", al momento a carico di ignoti.

In arrivo un'unità cinofila specializzata nella ricerca di acceleranti

Per chiarire le cause dell’incendio, che rimangono ancora incerte, l'Unità speciale del comando dei Vigili del fuoco che sta lavorando alle indagini sarà arricchita e potenziata dalla presenza di un'unità cinofila specializzata nella ricerca di acceleranti di fiamma, quelli che gli inquirenti attendono per stabilire l'esatta origine dell'incendio.

Il conduttore e l'unità canina sbarcheranno giovedì a Milano provenienti dal Comando di Palermo e da venerdì saranno a disposizione del NIA. L'impiego di tale unità è risultata molto preziosa in casi analoghi, in particolare in quelle in cui si ipotizza in un incendio l'utilizzo di liquidi infiammabili come causa accelerante del rogo e dove l'uso degli strumento "classici" come il rilevatore a fotoionizzazione, non è in grado di rilevare concentrazioni significative.

La richiesta di soldi il giorno prima dell'incendio

Per le indagini della Procura, affidate al giudice Luigi Luzi, sotto la supervisione del procuratore capo Marcello Viola, l'ipotesi più accreditata è adesso quella di strage, considerate le presunte minacce di una persona armata di coltello nei confronti del padre e della madre del titolare dell'emporio dove gli si chiedeva ventimila euro "o ti ammazzo", avvenute il giorno prima e la stessa mattina del 12 settembre e poi denunciate ai Carabinieri.

Secondo l'indagine tuttora in corso, la richiesta dei soldi potrebbe essere relativa ad un debito pregresso, quindi con nessun legame ad un eventuale pizzo sull’attività commerciale.

 

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