Omicidio di Carol Maltesi: la Procura di Busto Arsizio ricorre in Appello e chiede l'ergastolo per Fontana
Al centro dell'impugnazione della Procura il riconoscimento delle aggravanti, in particolare quelle della crudeltà e della premeditazione
Dopo la recente notizia del "si" dei giudici alla richiesta del killer di Carol Maltesi di aderire al programma di "giustizia riparativa", ora la Procura di Busto Arsizio fa una nuova richiesta.
La Procura di Busto Arsizio chiede l'Appello per l'omicidio di Carol Maltesi
BUSTO ARSIZIO - La Procura di Busto Arsizio ha ufficialmente presentato un ricorso in appello dopo la condanna di Davide Fontana a 30 anni per l'omicidio di Carol Maltesi, avvenuto a Rescaldina nel gennaio 2022.
"Sì" dei giudici al programma di giustizia riparativa
Il caso Maltesi torna dunque al centro delle cronache giudiziarie dopo la recente notizia legata alla richiesta di partecipazione di Fontana a un programma di "giustizia riparativa", istituto di recente applicazione contenuto nella riforma della giustizia che prende il nome della ex Guardasigilli Marta Cartabia. Questo istituto, che non incide sulla pena da scontare, rappresenta una forma di risoluzione del conflitto aperto dal condannato con l'intera società per i reati commessi.
Il ricorso in appello della Procura
La decisione della Procura di Busto di ricorrere in appello arriva a seguito del deposito della sentenza di primo grado che aveva escluso alcune aggravanti, in particolare quelle della crudeltà e della premeditazione, che ora sono al centro dell'impugnazione come spiega il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Carlo Nocerino: "Ciò che avevamo da dire lo abbiamo scritto nelle motivazioni d'appello appena depositate. A nostro parere ci furono crudeltà, efferatezza e premeditazione. Chiediamo l'ergastolo. Riteniamo che quella sia la pena adeguata: parlano i fatti."
Il brutale omicidio
L'omicidio di Carol Maltesi è stato particolarmente cruento, con il corpo della vittima sezionato e tenuto in un congelatore per quasi due mesi. Il cadavere, in seguito al tentativo di distruzione, è stato abbandonato in sacchi di plastica e ritrovato in provincia di Brescia a marzo. Davide Fontana, il 44enne bancario e foodblogger che aveva una relazione sentimentale con la vittima aveva confessato l'omicidio poco dopo ai carabinieri. Durante la confessione Fontana, che ora sta scontando 30 anni in carcere, lo definì un gioco erotico finito male.
L'indignazione della famiglia
La famiglia della 26enne aveva espresso il proprio disappunto per la condanna a 30 anni pronunciata a luglio dalla Corte d'Assise, chiedendo la pena dell'ergastolo, che era stata esclusa a fronte del non riconoscimento delle aggravanti contestate dall'accusa.