Omicidio Chiara Poggi, al via l’incidente probatorio a Milano: nuovi accertamenti su Dna e impronte
Probabilmente si partirà dall’analisi della “spazzatura” sequestrata il giorno dopo l’omicidio: i resti della colazione che Chiara non ebbe il tempo di finire la mattina del 13 agosto 2007

Questa mattina negli uffici della scientifica nella Questura di Milano è partita la nuova fase dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. Il maxi incidente probatorio partito stamane si giocherà su un terreno prettamente scientifico e avrà l'obiettivo di isolare il Dna dai "campioni biologici" e dai "reperti" mai analizzati o dai risultati dubbi e conservati per 18 anni dall'omicidio di Chiara.
Omicidio Chiara Poggi, al via l’incidente probatorio: nuovi accertamenti su DNA e impronte
MILANO - A distanza di 18 anni dal delitto di Garlasco, si riaccendono i riflettori sul caso di Chiara Poggi. Questa mattina, lunedì 16 giugno, negli uffici della Polizia Scientifica in via Fatebenefratelli a Milano, è iniziata una delicata fase dell’inchiesta: l’incidente probatorio richiesto dalla Procura di Pavia per fare chiarezza sui nuovi elementi emersi.
In particolare, l’indagine si concentra ora su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, già sfiorato in passato dalle indagini e oggi formalmente indagato.
Si tratta di un passaggio tecnico-giuridico cruciale, destinato a durare diversi mesi, che si giocherà tutto su analisi scientifiche: al centro, la possibilità di confrontare i profili genetici e le impronte digitali raccolte sulla scena del crimine con quelli di Sempio, del condannato Alberto Stasi e di tutte le persone che frequentavano la villetta di via Pascoli.
Squadra di esperti riunita a Milano
All'appuntamento erano presenti tutti gli attori coinvolti: i periti nominati dalla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, Denise Albani e Domenico Marchigiani; i consulenti della Procura, Carlo Previderè e Pierangela Grignani; e quelli delle difese, tra cui Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, e Luigi Bisogno, specialista in dattiloscopia. Presente anche la rappresentanza legale delle parti civili e della difesa di Alberto Stasi.
Il primo passo sarà verificare l’integrità e la catena di custodia dei reperti ritirati giovedì scorso, analizzando i verbali redatti durante l’inchiesta originale: da chi li ha presi in carico, a come sono stati conservati, fino a eventuali rischi di alterazione nel tempo.
Dalla colazione interrotta ai nuovi test del DNA
Una volta completata la verifica documentale, si definirà un calendario di lavoro che probabilmente partirà dall’analisi della “spazzatura” sequestrata il giorno dopo l’omicidio: confezioni di cereali, cucchiaini e resti della colazione che Chiara non ebbe il tempo di finire la mattina del 13 agosto 2007. Per questa fase, si lavorerà nei laboratori dell’ospedale Fatebenefratelli.
Il vero banco di prova sarà tuttavia la rivalutazione delle tracce genetiche trovate sotto le unghie della vittima e delle impronte lasciate su alcune fascette adesive, come quella etichettata “n. 10”, rinvenuta sulla porta d’ingresso della casa. I periti dovranno stabilire se con le tecnologie attuali sia possibile ottenere risultati più precisi rispetto al passato, e se i profili trovati possano essere attribuiti con certezza a uno degli indagati.
Scadenza di 90 giorni (forse irrealistica)
La giudice ha concesso 90 giorni per concludere l’incidente probatorio. Tuttavia, visto il numero di quesiti da affrontare e la complessità degli accertamenti, il termine appare già oggi difficile da rispettare. Resta il fatto che l’esito di questi accertamenti scientifici potrebbe riscrivere la storia di uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi vent’anni.