ennesima vittima

Muore a Milano Luciana Ronchi, accoltellata dall’ex marito a Bruzzano: Luigi Morcaldi arrestato al Parco Nord

Giovedì alle 19 la comunità di Bruzzano la ricorderà con una camminata contro i femminicidi per non lasciare che il suo nome si perda nel silenzio

Muore a Milano Luciana Ronchi, accoltellata dall’ex marito a Bruzzano: Luigi Morcaldi arrestato al Parco Nord

La donna accoltellata gravemente nella mattinata di ieri a Bruzzano non ce l’ha fatta ed è morta all’ospedale Niguarda. La triste notizia è giunta nella serata insieme a quella dell’arresto del suo assassino al Parco Nord.

Luciana Ronchi uccisa dall’ex marito a Bruzzano: arrestato Luigi Morcaldi al Parco Nord

MILANO – Un’altra donna uccisa. Si chiamava Luciana Ronchi, aveva 62 anni e lavorava nella mensa di una Rsa. È morta all’ospedale Niguarda dopo essere stata accoltellata dall’ex marito, Luigi Morcaldi, 64 anni, mercoledì mattina in via Giuseppina Grassini, nel quartiere Bruzzano, nella zona nord della città.

Il femminicidio di mercoledì mattina

L’agguato è avvenuto sotto la palazzina dove i due avevano vissuto insieme anni fa. Morcaldi sarebbe arrivato con il casco in testa, l’avrebbe prima colpita con i pugni, poi ferita con diverse coltellate al viso, al collo e alle gambe. “Te ne vai da qui!”, avrebbe gridato Luciana, secondo i testimoni. “La casa è la mia!”, avrebbe urlato lui, prima di fuggire su uno scooter Piaggio Beverly grigio, lasciando la donna a terra in una pozza di sangue.

Soccorso immediato da parte dei sanitari dell’Areu, il personale è riuscito a rianimarla e a portarla in ospedale in codice rosso. I medici l’hanno sottoposta a un lungo intervento, ma dopo dieci ore Luciana è morta. Al suo capezzale, il figlio Andrea, trent’anni, padre di due bambini.

La caccia all’assassino

Le ricerche dell’aggressore si sono concluse in serata: Morcaldi è stato arrestato al Parco Nord, tradito dal suo cellulare, riacceso dopo ore di silenzio. Accanto a lui gli agenti hanno trovato lo scooter e l’auto, una Ford Focus grigia. Ai poliziotti avrebbe detto solo: “Datemi direttamente l’ergastolo.”

Una donna solare e piena di vita

Luciana Ronchi era una donna solare e intraprendente, amante degli animali, aveva un cagnolino con sole tre zampette per via di una malattia. In passato aveva gestito con il marito un bar pizzeria in Bovisa, poi aveva aperto con il figlio un negozio di frutta. “Si era rifatta una vita”, raccontano i vicini. I dissidi tra i due andavano avanti da diversi anni, secondo i vicini, e riguardavano soprattutto motivi economici. Anche le forze dell’ordine erano state costrette ad intervenire tre anni fa per sedare una forte lite tra i due coniugi, a parte questo intervento non sono state registrate altre denunce della donna.

Una camminata in suo ricordo

Giovedì alle 19 la comunità di Bruzzano la ricorderà con una camminata contro i femminicidi da via Grassini per non lasciare che il suo nome si perda nel silenzio. I promotori dell’iniziativa, Municipio 9 e Abitare società cooperativa, invitano chiunque voglia far sentire la sua voce contro la vergogna di questi femminicidi che si susseguono di continuo anche a Milano, come scrivono sui social gli organizzatori:

“Oggi Luciana Ronchi. Pochi giorni fa Pamela Genini. Più di 70 femminicidi in Italia solo nel 2025. Il terzo a Bruzzano in pochi mesi. Ci sono i numeri che ci restituiscono in modo gelido la realtà, ma più importanti ancora sono le storie di queste donne, che ci indignano e ci interrogano. E lo fanno in un modo ancor più forte quando toccano le strade e i luoghi che frequentiamo quotidianamente. Il femminicidio di Luciana Ronchi è accaduto in via Grassini, davanti al cortile di Abitare Società cooperativa dove viveva. Un contesto in cui si cerca quotidianamente di promuovere comunità, dove si tenta di contrastare le solitudini con la solidarietà e la cittadinanza attiva, dove si cerca di fare della periferia uno spazio coeso, ospitale, vivibile. Dovremo da domani impegnarci a rafforzare sempre più la rete territoriale di contrasto alla violenza di genere e – ancor più – lavorare sulla prevenzione”.

“Oggi è  soprattutto un giorno di dolore per tutti noi. Sordo. È questa sofferenza che ci ha spinto in queste ore a organizzare dal basso e da vicino un momento di ricordo per Luciana, di abbraccio al figlio e alla famiglia, di condivisione del dolore e della rabbia. Un momento in cui dire che la violenza maschile contro le donne ci riguarda tutti e tutte, perché dobbiamo ripensare nuove relazioni centrate sul rispetto e sull’uguaglianza. Nessuna donna deve sentirsi sola. Nessun uomo può dire che questo tema non lo riguarda”, concludono i promotori della camminata.