Insulti sui social a Liliana Segre, individuati e indagati due odiatori: uno ha 75 anni
Sono ritenuti gli autori dei commenti antisemiti più aggressivi.
Insulti sui social a Liliana Segre, individuati e indagati due odiatori: uno ha 75 anni.
Insulti sui social a Liliana Segre, individuati e indagati due odiatori: uno ha 75 anni
MILANO – Commenti vergognosi, insulti sotto la foto della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, mentre si sottoponeva alla somministrazione del vaccino. Commenti antisemiti e di profondo odio razziale, come emerso dalla costante attività di monitoraggio della rete svolta dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Insulti tanto violenti da aprire un fascicolo
La senatrice Segre è stata vaccinata presso l'ospedale Fatebenefratelli di Milano il 18 febbraio scorso e subito dopo ha preso il via, sui social, una serie di minacce e insulti tanto violenti da indurre la Procura di Milano ad aprire un fascicolo per minacce aggravate dalla discriminazione e dall'odio razziale.
I commenti più aggressivi
Tra i messaggi d'odio più raccapriccianti sicuramente quello di un hater che ha scritto: “Aveva paura di morire la str...a? Non sono riusciti neanche i tedeschi ad ammazzarla... e ora ha paura di morire?”. O quello di un altro utente che ha scritto: “Ma se tirasse le cianche... quanto si risparmierebbe”.
Gli autori: 75 e 40 anni
All'esito delle indagini, gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano e della Digos della Questura milanese hanno individuato due persone ritenute gli autori dei commenti antisemiti più aggressivi: il primo, G.G.T di 75 anni, residente nel cagliaritano, e il secondo, G.T. di 40 anni residente nel viterbese.
Le attività hanno consentito l'emissione da parte del Coordinatore della Sezione Distrettuale Antiterrorismo di Milano Alberto Nobili dei decreti di perquisizione locale e personale e contestuali decreti di ispezione sui sistemi informatici a carico degli indagati, eseguiti questa mattina con l'ausilio degli agenti della Polizia Postale di Roma e Cagliari e delle Digos di Viterbo e Cagliari. Le perquisizioni hanno permesso di riscontrare le ipotesi investigative e sono stati acquisiti ulteriori elementi probatori sui dispositivi informatici, ora al vaglio degli specialisti della Polizia Postale.