Imbrattato a Milano il murale in memoria di Sergio Ramelli
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario nella morte del giovane
Indignazione a Milano dopo che un atto vandalico ha imbrattato un murale in memoria di un giovane ucciso.
Imbrattato a Milano il murale in memoria di Sergio Ramelli
MILANO - "Con grande sdegno denunciamo l’ignobile atto di vandalismo perpetrato contro il murales dedicato a Sergio Ramelli, un giovane brutalmente ucciso a colpi di spranga per aver espresso il suo pensiero, in un tema scolastico, contro le Brigate Rosse. Questo gesto rappresenta non solo un’offesa alla memoria di una vittima della violenza politica, ma anche un grave insulto ai valori di libertà e democrazia che dovrebbero essere alla base della nostra società".
Così Simone Orlandi, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia denunciando l'imbrattamento del murale di via Paladini con la scritta "Fasci appesi".
Offesa a memoria e democrazia
"Sergio Ramelli non era un simbolo di divisione - prosegue Orlandi -, ma una testimonianza di ciò che accade quando l’intolleranza e l’odio prevalgono sul confronto civile. Chi ha imbrattato questo murales non colpisce solo un’opera artistica o un luogo di memoria, ma si macchia di un gesto che conferma la chiusura e l’ipocrisia di chi si proclama difensore della democrazia, ma nei fatti ne calpesta i principi fondamentali".
Cinquantesimo anniversario
"Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario della brutale uccisione di Sergio Ramelli. Un ragazzo di appena 19 anni, aggredito vigliaccamente sotto casa da un gruppo di persone adulte, più grandi di lui, animate da un odio cieco e ideologico. La sua vicenda dovrebbe essere - prosegue l'esponente di Fdi - un monito per tutti e la sua memoria dovrebbe appartenere all’intera comunità, non a una sola parte politica. Sergio Ramelli è il simbolo delle conseguenze terribili che si generano quando il dissenso viene represso con la violenza, e la sua figura merita di essere ricordata da tutti, senza divisioni, come testimonianza di una stagione buia della nostra storia che non deve ripetersi. Chiediamo con fermezza alle istituzioni e alle forze dell’ordine di fare piena luce sull’accaduto, individuando i responsabili di questo atto ignobile. Invitiamo inoltre tutti i cittadini, indipendentemente dalle appartenenze politiche, a condannare con forza gesti di questo tipo, perché la memoria di Sergio Ramelli non appartiene a una parte politica, ma a tutti coloro che credono nel rispetto reciproco e nella convivenza pacifica. Non possiamo e non dobbiamo tollerare che episodi come questo continuino a verificarsi. La democrazia si difende con i fatti, non con la retorica. Restiamo uniti contro l’odio e l’intolleranza, perché il sacrificio di Sergio Ramelli non sia vano e perché la sua memoria continui a essere un monito per le generazioni future".