la sentenza

Il giudice ha deciso: il cortile di via Nearco può essere usato dalla famiglia Papalia

"Le sentenze si rispettano e oggi non possiamo che agire secondo quanto stabilito dal Tribunale. Rimuoveremo quel cancello che ci separa dalla famiglia Papalia. Ma noi non ci saremo più", l'amaro commento del sindaco Pruiti.

Il giudice ha deciso: il cortile di via Nearco può essere usato dalla famiglia Papalia
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Dopo quasi 5 anni sembra essere arrivata a conclusione la vicenda del cortile conteso di via Nearco: il giudice ha deciso che il cortile può essere usato anche dalla famiglia Papalia.

Cortile di via Nearco: il giudice ha deciso

BUCCINASCO – Il giudice ha deciso: il cortile della villetta di via Nearco può essere usato anche dalla famiglia Papalia. Sono passati anni di battaglie legali, botte e risposte, udienze, rinvii, atti e parole.

Il cortile conteso

Si parla della villetta confiscata per metà alla ‘ndrangheta, appartenuta a Salvatore Barbaro, genero di Rocco Papalia e Adriana Feletti, dove il Comune aveva avviato il progetto (concluso lo scorso anno) di accoglienza minori. Nell'altra metà della villa vivono i coniugi Papalia. Feletti voleva “riconosciuto un mio diritto, è sui documenti”, ha sempre sostenuto, evidenziando la volontà di voler utilizzare il cortile per “stendere i panni, spostare i bidoni dell’immondizia, far giocare i nipotini”. Il cortile non compariva sulle carte della confisca, quindi non c’era una definizione precisa dell’utilizzo.

La decisione del giudice

“Una sfida allo Stato, una provocazione”, ha sempre sostenuto il sindaco Rino Pruiti, promettendo battaglia con ogni mezzo, L’epilogo è di ieri: il giudice Alessandro Petrucci della quarta sezione civile del Tribunale di Milano ha deciso che il cortile è a uso anche dei Papalia. “Finalmente il diritto è stato riconosciuto – commenta Feletti –, è stato un accanimento inutile, ora il Comune deve anche pagare inutilmente 7mila euro di spese. Poteva essere evitato tutto”. Ma per il sindaco non c’era alternativa se non quella di provarci con ogni mezzo legittimo.

Il commento del sindaco Pruiti

“Oggi, senza nascondere una profonda amarezza – dichiara il sindaco – non posso che confermare quanto ho detto fin da quando la signora Feletti, moglie di Rocco Papalia, ha deciso di fare causa al nostro Comune: proporrò al Consiglio comunale di rimettere nelle mani dello Stato il bene confiscato di via Nearco. Il nostro Comune non può convivere con esponenti della criminalità organizzata”.

“Più volte in questi anni – continua il primo cittadino – ho invitato la magistratura, il Parlamento, la Commissione parlamentare antimafia e l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a intervenire prima che si arrivasse alla sentenza, ma non ho avuto risposte. Il Comune ha tentato di opporsi con tutti i mezzi legali possibili ma senza averne i reali strumenti, il potere di cambiare le leggi non spetta a noi, non spetta a noi stabilire le confische dei beni.

Le sentenze si rispettano e oggi non possiamo che agire secondo quanto stabilito dal Tribunale. Rimuoveremo quel cancello che ci separa dalla famiglia Papalia. Ma noi non ci saremo più. Non possiamo stare nello stesso luogo che utilizza chi non ha mai chiesto scusa alla nostra comunità dopo 26 anni di carcere per reati di associazione a delinquere, droga, armi, sequestri, omicidio”.

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