Droga e brutte amicizie: le ombre dietro l'omicidio di Assan a Corsico
Il killer non c’è ancora, ma le indagini dei carabinieri sono serrate.
Droga e brutte amicizie: le ombre dietro l'omicidio di Assan a Corsico
Droga e brutte amicizie: le ombre dietro l'omicidio di Assan a Corsico
CORSICO - La pista del delitto razziale i carabinieri che stanno seguendo le indagini la escludono totalmente. La moglie ne era certa, lo aveva detto subito, nella notte tra sabato e domenica, quando ha visto il corpo del marito coperto da un telo. “L’ha ucciso un razzista, uno che diceva di essere il nipote di Mussolini - al chiosco del kebab in via Benedetto Croce ndr - ha litigato con lui venerdì sera, io sabato sono andata a prenderlo al bar, gli ho detto di venire via e mi ha risposto tra poco arrivo. E non è più tornato”.
L'agguato in via delle Querce
Lo hanno giustiziato in via delle Querce, dietro al bar Sergio, quello che da un po’ è l’Erica e dietro il bancone ci sono i cinesi che avevano il locale aperto sabato sera, quando è successo l’omicidio, ma che hanno chiuso le saracinesche in fretta appena hanno sentito gli spari. Oggi, dicono che non sanno nulla. Assan Diallo, senegalese di 54 anni, era grosso, alto quasi due metri. Faceva ogni tanto il buttafuori nei locali, aggiustava le macchinette, le slot, nei bar. Finiti i lavoretti tornava a casa, al Tessera, dove lo aspettava la moglie Olivia, originaria di Capo Verde,e la figlia 13enne. Oggi si sono blindate in casa, con amici, parenti e qualcuno della comunità senegalese in città che ha voluto portare condoglianze e roba da mangiare. “Non sappiamo se era un delitto di razzismo – dicono sconvolti –, non crediamo sia stato per quello, ma abbiamo comunque paura. Come si fa a uccidere un uomo così?”. Così, con quattro colpi al petto e sei sparati con la canna spinta sulla testa, quando Assan era inginocchiato sull’asfalto di via delle Querce. Poi il killer ha nascosto la pistola in una cantina, aveva ancora un paio di colpi in canna.
L'attività dei carabinieri di Corsico
L’hanno trovata i carabinieri della Compagnia di Corsico, guidati dal capitano Pasquale Puca e dal tenente Armando Laviola. I carabinieri hanno iniziato già nella notte gli interrogatori, ore di perquisizioni, un lavoro dove i dettagli possono risolvere un caso. Il ricercato è uno, ma non si trova. Almeno per ora. Niente pista razziale: è un omicidio dopo una lite, sullo sfondo di ambienti criminali. Mantengono così il riserbo gli inquirenti, che non si sbilanciano troppo in questa fase delicata delle indagini. La voce del quartiere parla di affari legati allo spaccio, roba di droga e debiti. Ma potrebbe esserci dietro altro. “Uno spacciatore”, dicono in zona di Assan, uno “rissoso, che voleva farsi rispettare, un uomo d’onore che spesso era preso di mira per il colore della pelle, ma lui metteva a posto tutti, era grosso e faceva arti marziali. Non si faceva insultare”. Altri, la maggior parte, ne parla come “un uomo buono, che giocava coi bambini del quartiere e aiutava le anziane con la spesa. Chi può avergli fatto del male, in questo modo?”. Il killer non c’è ancora, ma le indagini sono serrate. E la svolta è vicina.
Francesca Grillo