Ciao Dano | I messaggi degli amici nella nostra edizione cartacea
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Ciao Dano | I messaggi degli amici nella nostra edizione cartacea. (andata in stampa prima di celebrare i funerali)
Ciao Dano | I messaggi degli amici nella nostra edizione cartacea
BUCCINASCO – Rideva con gli occhi Daniele, quelli scuri, come la barba, con cui ti guardava e sorrideva. Sempre, ricordano gli amici. Gli stessi occhi che si stringevano dal ridere per le sue battute, oggi sono pieni di lacrime. Perché Daniele se l’è portato via la neve che amava, se n’è andato in un giorno felice, mentre era sulla tavola che adorava. Con gli amici, di cui amava circondarsi, era sulle montagne dell’Alta Ossola, a Domodossola, in località San Domenico di Varzo. Pochi passi dalla Svizzera. È morto lì Daniele Della Calce.
Una vita spezzata a 27 anni
La sua, ma anche quella dei genitori, ancora sotto choc. Del fratello, della famiglia intera. Degli amici che lo ricordano come “un ragazzo sempre disponibile, sorridente, affettuoso, che metteva a proprio agio, che rideva sempre”. Sono quelli che hanno frequentato con lui le scuole a Buccinasco, che hanno vissuto nel quartiere di Romano Banco, dove anche lui viveva. Sconvolti, tutti. In pochi riescono a parlare.
L’amico che era con lui, anche lui di Buccinasco, un coetaneo, ha raccontato di averlo visto sparire sotto i suoi occhi. L’ha perso di vista, aveva in mano la tavola quando ha incrociato il suo sguardo per l’ultima volta. Poi è sceso, ha raggiunto il rifugio dove dovevano incontrarsi. Ha aspettato un po’, pensando che avesse preso una strada diversa da quel fuoripista dove lo aveva lasciato l’ultima volta che lo ha visto. Passava troppo tempo e Daniele non tornava: l’amico lancia l’allarme, i volontari del soccorso alpino iniziano le ricerche. Nel cielo aperto, senza nuvole, in quella dannata giornata di sole, si alza l’elicottero del 118. Lo hanno trovato, ma sono stati inutili i soccorsi, la rianimazione.
Daniele è morto sulla neve che amava
E chi amava Daniele è morto dentro. Il Dano, lo chiamavano gli amici. “trovava il modo di farmi ridere quando ero triste e scoraggiata, aveva sempre quel bellissimo sorriso stampato in faccia. Di lui, solo bei ricordi. Lui che balla sul tettuccio di una macchina, appena laureato, e suonava una chitarra immaginaria. Era felice, e ricordarlo felice è l’unico modo per farlo”, ricorda chi gli voleva bene.
Il gruppo di teatro, i Non a caso, gli parlano, come se fosse ancora qui: “Con te, caro Dano, abbiamo percorso un tratto di strada che è bastato a cogliere in te la generosità e l’attenzione con cui vivevi”. Tristezza, smarrimento. Chi ha conosciuto Daniele non lo dimentica, non può. Tanti non riescono neanche a parlare: il dolore è quello più forte di tutti, di un’ingiustizia che non ti aspetti e che non meriti. E che non meritava.
“L’ho conosciuto nella sua fragilità e nei suoi momenti di gioia – ricorda un’altra amica –, non posso pensare che il nostro Dano non pedalerà più sulle sue bici”. Sì perché era uno che amava lo sport, non solo la tavola sulla neve, ma anche la bici verde su cui girava per Milano, con lo zainetto sulle spalle.
“Abbiamo lavorato sei mesi insieme, fianco a fianco, alla Decathlon: aveva uno spirito di squadra incredibile, mi ha fatto sentire subito parte del gruppo. Quando avevo bisogno c’era sempre, disponibile e pronto ad aiutare tutti. Ancora non ci credo”. Che è un po’ il sentimento di tutti, il non crederci ancora. Il non riuscire a farsi una ragione del fatto che Daniele non c’è più. E sono giornate buie, dove ha smesso di nevicare e il cielo è scuro.
Manca qualcosa, manca il suo sorriso, forse
Quello che riusciva a illuminare anche il grigio di queste giornate. “Ho chiamato il papà – dice il sindaco Rino Pruiti – per fargli le condoglianze da parte di tutti, da parte di tutta la sua città. Per dirgli che lo stringiamo tutti, in un abbraccio di migliaia di persone che piangono per la morte di un giovane. È terribile, straziante. Inspiegabile”. Daniele è morto sulla neve che amava. E chi amava Daniele, almeno un po’ è morto dentro.
Francesca Grillo
Alcuni messaggi in ricordo di Dano
Dano era come uno di famiglia, “Il Dano” lo chiamavamo noi. Sembra irreale. Per me è stato come avere un fratello maggiore… Durante l’adolescenza, trovava sempre il modo di farmi ridere anche quando ero triste e scoraggiata; non so come facesse ma aveva sempre quel bellissimo sorriso stampato in faccia. Volevo davvero bene a Dano, esistono solo bei ricordi con lui. Mi ricordo che alla sua festa di laurea si era messo a ballare e cantare a squarciagola sul tetto della sua macchina “Get Lucky” dei Daft Punk mimando la chitarra: non riuscivo a smettere di ridere e lui non riusciva a smettere di cantare, sembrava al massimo della felicità. Così lo voglio ricordare: giovane e felice, spensierato, con una finta chitarra in mano, che canta e che balla.
un'amica
Io con lui ho condiviso la parte più ludica e la parte più drammatica, quando mia figlia l’ha “mollato”. Nella prima, lui è stato uno dei miei attori più svogliati, motivato solo dal fatto che io ero sua “suocera”. Ma la sua umiltà nel farsi guidare e il suo modo di fare divertente, seppur critico, gli aveva permesso di arrivare a ottimi risultati, regalandoci delle performance veramente soddisfacenti.
Nella seconda, l’ho visto stare male davvero quando ha cercato da me un aiuto che non potevo dargli. Per questo gli ho voluto molto bene, perché ho conosciuto anche la sua fragilità.
Ora, io voglio bene a tutti i “miei” ragazzi, perché con loro condivido delle esperienze di malavoglia, impegno, fatica, rabbia e infine soddisfazione e gioia per quello che facciamo; e non posso pensare che il nostro Dano ora non pedalerà più sulle sue biciclette e non… riesco a dire altro.
Alberta
Ho riletto ieri una delle nostre conversazioni su Messenger. Sempre di un certo spessore, bisogna ammetterlo: Squadra antimafia (che poi io ho mollato, 'inkia Rosy!) e i Subsonica (io non ho mollato mai, ma per te troppo commerciali).
"Tanto facciamo gli spessi, ma poi...."
La tua genuinità mi piaceva un sacco. Anche la tua somiglianza con Dave Gahan versione anni 80 (quante volte te l'ho detto?). E il tuo sorriso, così sincero. E tutto questo mancherà. Ciao Dano!Gio
..mio adorato Dano...
Susy
Un gruppo teatrale è innanzitutto una "compagnia" che si condivide con chi, per avventura o desiderio o perché invitato, si trova a farne parte. Con te, caro Dano, abbiamo percorso un tratto di strada che è bastato a cogliere in te segni di generosità, di attenzione; a far nascere con gli amici sguardi di intesa, attimi di serenità, voglia di gustare, nell'inevitabile fatica, la soddisfazione di una meta raggiunta.
Il tuo cammino non è concluso; continua su altri sentieri a noi per ora sconosciuti. Ti è stata assegnata una parte inaspettata, che ci lascia con tante domande da esplorare. Di una cosa vogliamo essere certi, che ci fa affrontare la tristezza e lo smarrimento di oggi: ciò che sei stato - per i tuoi cari, per noi - non avrà mai fine. Buon viaggio, Dano.
La compagnia dei ...Non a caso
Abbiamo incrociato le nostre vite per un po’ di anni, se vuoi quasi per caso, per circostanze indirette. Ma forse nulla è per caso...
Ti ho conosciuto e visto crescere negli anni dove la vita esplode, dopo i 20 anni... Abbiamo condiviso momenti belli e meno belli, sempre forse con un po’ di sano distacco dettato dall’essere un “cugino acquisito maggiore”. In te però ho sempre apprezzato la purezza d’animo, una cosa davvero preziosa e rara da trovarsi. La semplicità di un rapporto non può certo celare questo dono che solo poche persone sanno regalare agli altri, e ti voglio ringraziare per quello che sei stato. Fatico a scrivere queste righe, mentre sto per correre a salutarti un’ultima volta appena chiuso il giornale, fatico come tanti ad accettare la cosa...
Molti tuoi amici hanno citato il tuo sorriso, un sorriso speciale. Un sorriso specchio di questo tuo animo puro, che nella semplicità del quotidiano è qualcosa che davvero riscalda i cuori.
Ti vorrei abbracciare, come forse mai ho avuto occasione di fare. Ciao Dano e grazieAndrea
Ho conosciuto Dano nella compagnia teatrale dei Non a Caso. Per quel poco che lo conoscessi, mi aveva sempre dato l'impressione di un ragazzo solare in grado di trasmettere allegria solo con la sua presenza! E, anche se parlare di allegria in questo triste momento sembra impossibile, ricordarlo in questo modo, col sorriso, credo sia il miglior modo di onorarlo. Un abbraccio Dano! E un abbraccio alla famiglia e agli amici in questo momento di grande sofferenza.
Paolo