la doccia fredda

Chiusura definitiva del Bennet di Cesano Boscone: preoccupazione per lavoratori e comunità

La preoccupazione del sindaco Marco Pozza e di Simone Negri che afferma: "Bennet se ne va. Ora dire la verità ai lavoratori sulle prospettive del centro"

Chiusura definitiva del Bennet di Cesano Boscone: preoccupazione per lavoratori e comunità
Pubblicato:
Aggiornato:

È arrivata come una doccia fredda la notizia della chiusura definitiva del punto vendita Bennet di Cesano Boscone, comunicata nella giornata di ieri lunedì 28 aprile, durante due assemblee plenarie convocate dalla direzione aziendale.

Chiusura definitiva del Bennet di Cesano: la data sarà il prossimo 31 maggio 2025

CESANO BOSCONE - Il supermercato chiuderà ufficialmente i battenti il prossimo 31 maggio 2025, lasciando nell’incertezza decine di lavoratrici e lavoratori.

La decisione è stata motivata dall’impossibilità di raggiungere un accordo tra la proprietà dell’immobile e i conduttori del centro commerciale. Una situazione che mette in seria difficoltà non solo il personale, ma anche l’intera comunità cesanese.

Un punto di riferimento per il territorio

Il Bennet di Cesano Boscone rappresenta da anni un punto di riferimento per il territorio: non solo come servizio commerciale, ma anche come luogo di incontro, socializzazione e presidio occupazionale. La sua chiusura costituisce una perdita significativa, con impatti sia economici che sociali.

I dipendenti hanno espresso profonda preoccupazione per il proprio futuro lavorativo, auspicando che possano aprirsi margini di trattativa in extremis. In un momento tanto delicato, è fondamentale che tutte le parti coinvolte – istituzioni, azienda e proprietà – si impegnino con responsabilità per cercare soluzioni che tutelino i posti di lavoro e i diritti dei lavoratori.

Rimane ancora la speranza che non sia ancora detta l’ultima parola.

Il sindaco Pozza: "Prima i lavoratori!"

Il sindaco di Cesano Marco Pozza appena appresa la decisione ufficiale della chiusura condivide sui social media la sua preoccupazione:

"Nelle ultime ore sono venuto a conoscenza delle comunicazioni inviate da Bennet ai propri dipendenti, che annuncerebbero la chiusura del supermercato per la fine di maggio. Da subito è iniziato un intenso scambio di telefonate per comprendere meglio e ricevere aggiornamenti sulla trattativa in corso.

Mi è stato confermato un ulteriore incontro nei prossimi giorni e ho ribadito alle parti la necessità che in quella sede si faccia tutto il possibile per trovare un accordo, perché non è più accettabile utilizzare i lavoratori, le loro famiglie e il nostro territorio come strumenti di negoziazione.

Sono allibito per le tempistiche e la modalità delle comunicazioni di oggi: non sono state in alcun modo condivise o anticipate all’amministrazione. Ritengo irresponsabile e irrispettoso, verso i diritti dei lavoratori, un simile comportamento in una fase così delicata.

"I lavoratori avranno sempre nell’amministrazione un alleato"

Ribadisco il mio impegno a lavorare e seguire da vicino la vicenda, consapevole del valore commerciale e sociale che il centro ha rappresentato negli anni. Spero in un esito positivo per tutti, ma è chiaro che si entra ora in una fase diversa: i lavoratori sappiano che avranno sempre nell’amministrazione un alleato.

Già domani mattina (ndr, oggi, martedì 29 aprile 2025) incontrerò una loro rappresentanza in municipio per ascoltarli e accompagnarli in questa fase che, inevitabilmente, sarà di lotta nella difesa dei loro diritti e del loro futuro occupazionale".

Simone Negri: "Bennet se ne va. Ora dire la verità ai lavoratori sulle prospettive del centro"

"Delle tante voci, anche di quelle verosimili o accreditate, girate in questi mesi su "Porte di Milano" non ce ne facciamo niente", dice l'ex sindaco di Cesano e ora consigliere regionale Simone Negri.

"Come sempre, contano solo i dati di fatto. A partire da quello spiazzante di oggi: Bennet ha riunito i dipendenti annunciando che lascerà il centro commerciale cesanese. Si tratta di un passaggio che non sorprende ma che fa più male: intanto per i dipendenti coinvolti e le pessime e conclamate prospettive. Poi perchè senza il supermercato, il resto non regge e anche l'eventuale approdo di un altro marchio comporterebbe la chiusura almeno temporanea della struttura".

"Fino ad oggi non è stato trovato un accordo economico"

"Possibile il rilancio del centro così com'era?" - si chiede ancora Negri -. "Non lo so, ma di certo le parti non hanno trovato un accordo economico - fino ad oggi - che dubito troveranno prossimamente. Quindi non eravamo di fronte a una realtà spacciata: più probabilmente, pur nel quadro complesso, non si sono trovate le condizioni che soddisfacessero le parti coinvolte.

Nessuno si preoccupa dei lavoratori

L'aspetto più emblematico che mi duole rilevare è che nessuna di queste si sia data pena per la sorti delle persone che lì lavorano ed hanno lavorato (supermercato, galleria, indotto). Domanda e offerta non si sono trovate e per il resto amen. Quanto avvenuto induce a una riflessione sul ruolo del mercato lasciato a se stesso e - lo dico con rammarico doppio - all'assenza di qualsiasi leva in mano alle istituzioni e ai sindacati, prima ancora che alla politica.

In diversi, a partire dall'amministrazione comunale fino alla regione (con esponenti di diversi colori), han provato ad aprire interlocuzioni, a capire, a ritagliarsi una funzione di mediazione avendo a cuore prima di tutto il destino delle persone e la salvaguardia dei posti di lavoro. Con responsabilità, evitando di esporsi per non minare in alcun modo le trattative, continuamente in attesa di quell'accordo che non è stato (ancora) trovato.

"E la responsabilità sociale d'impresa?"

Deve esistere la responsabilità sociale d'impresa. Creare e dare occupazione è un enorme merito. Sociale. Di chi lavora però bisogna tener conto in tutte le circostanze. Le aziende possono anche andar male e chiudere, ci mancherebbe. Può capitare e nessuno giudica. Ma finchè ci sono delle possibilità, fino a quando si può trovare un equilibrio e magari avere la prospettiva di un margine, beh il tema occupazionale deve essere per forza messo sul piatto.

"Un conto è far la fame, un conto doversi accontentare"

A maggior ragione se, come nel caso di "Porte di Milano" sono state in ballo 150 persone, che per mesi non hanno saputo nulla e sono rimaste in trepidante attesa di un accordo mai raggiunto. L'addio di Bennet segna il passo di una vicenda sempre più agli sgoccioli, alla luce delle scadenze contrattuali.

Per questo serve che nei prossimi giorni - anche considerati i possibili ultimi incontri tra le parti - venga rappresentato ai lavoratori e alle istituzioni quali sono le reali prospettive del centro, in modo da poter mettere in campo ogni possibile misura per attenuare l'impatto di questa vicenda desolante".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali