Caporalato nell’hinterland milanese: arrestato imprenditore cinese
Sfruttava dieci connazionali in una fabbrica dormitorio, sei lavoravano in nero e cinque erano senza permesso di soggiorno

Il Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Milano ha tratto in arresto un cittadino cinese, ritenuto l'amministratore di fatto di un'azienda di confezionamento abbigliamento nell'hinterland milanese. L'accusa è di caporalato, poiché l'uomo avrebbe sfruttato 10 suoi connazionali. Tra questi, 6 lavoravano in nero e 5 di loro erano privi di regolare permesso di soggiorno in Italia.
Caporalato nell’hinterland milanese
MILANO - Le indagini nello stabilimento produttivo hanno rivelato condizioni lavorative irregolari: i dipendenti erano sottopagati, l'orario di lavoro non rispettava le normative, gli ambienti erano insalubri e sono state riscontrate gravi violazioni delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Condizioni di lavoro disumane
Ai lavoratori, costretti a lavorare in alcuni casi fino a 90 ore settimanali con retribuzioni di 4 euro l’ora senza fruire di riposo settimanale, non veniva inoltre garantita adeguata formazione professionale e la prevista sorveglianza sanitaria. Gli operai dormivano all’interno di locali ricavati abusivamente presso lo stabilimento che di fatto al controllo dei militari si presentava come una sorta di fabbrica dormitorio con pessime condizioni igienico sanitarie.
Il controllo dopo la denuncia
Il controllo è scaturito in seguito alla denuncia sporta alla Procura della Repubblica di Milano da parte di un lavoratore esasperato dalle condizioni di sfruttamento e dalle continue vessazioni, culminate nel febbraio del 2025 nella violenza da parte del datore di lavoro che gli cagionava lesioni con prognosi di 45 giorni in seguito alla rivendicazione del pagamento di stipendi arretrati di 10mila euro. Le dichiarazioni dei lavoratori, i quali versavano in uno stato di bisogno, hanno consentito di individuare il reale datore di lavoro nella persona dell’arrestato il quale, nel tentativo di sottrarsi alle responsabilità imprenditoriali, aveva intestato la società al figlio e figurava come dipendente.
Arrestato
Peraltro, alla vista dei militari, due lavoratrici irregolari sul territorio nazionale, avendo ricevuto precise istruzioni dal datore di lavoro, si sono nascoste all’interno del vano montacarichi posto sul tetto dell’edificio, mettendo persino a repentaglio la propria sicurezza. L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato per caporalato di cui all’art. 603 bis c.p. e in esito agli accertamenti di rito, è stato adottato provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e impiego di lavoratori in nero, nonché comminate ammende pari a 95mila euro e sanzioni amministrative pari a 39.200 euro.