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Azienda vitivinicola milanese truffa l'Unione Europea: sequestrati 2 milioni di euro

L'azienda è stata costretta a restituire la somma integrale

Azienda vitivinicola milanese truffa l'Unione Europea: sequestrati 2 milioni di euro
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"Unione Italia Vini", azienda vitivinicola milanese, è accusata dalla Guardia di Finanza per aver curato una maxi frode nei confronti dell'Unione Europea, accaparrandosi illecitamente finanziamenti parti a due milioni di euro.

Azienda vitivinicola truffa l'Unione Europea

MILANO - La Procura regionale della Corte dei conti per la Lombardia ha eseguito un decreto di sequestro conservativo ante causam di € 2.085.810,96, autorizzato dal Presidente della Sezione Giurisdizionale, nei confronti di una azienda leader nel settore vitivinicolo destinataria di erogazioni pubbliche, di matrice unionale, per il finanziamento del progetto denominato “Native Grapes Academy” finalizzato a rafforzare la competitività del settore agricolo dell’Unione e consentire un conseguente miglioramento della posizione economica dei prodotti agricoli di origine UE attraverso azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli nel mercato interno e nei paesi terzi.

Più squadre coinvolte nell'indagine

Le risultanze dell’attività istruttoria, svolta in stretta sinergia e coordinamento con la Procura europea e l’OLAF ed avvalendosi della collaborazione del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, hanno consentito di procedere alla contestuale notifica di un invito a dedurre anche nei confronti del soggetto esecutore del progetto europeo, dei relativi amministratori e del consulente nominato dalle due società per la progettazione, gestione operativa e monitoraggio delle attività del progetto.

Il meccanismo illecito

Il sistema frodatorio contestato e ricostruito nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura Europea e delegate al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, si sarebbe sostanziato nell’elusione dei rigorosi requisiti richiesti dal Bando europeo per l’erogazione del finanziamento.

Due espedienti

In particolare il fine illecito è stato perseguito e raggiunto, secondo le ipotesi investigative della Procura contabile, attraverso due espedienti: l’individuazione del soggetto prescelto quale esecutore del progetto attraverso una procedura di gara di “mera facciata”, atta a celare all’organismo europeo una preesistente situazione di conflitto di interessi in cui sarebbero versati il soggetto percettore del finanziamento e l’esecutore stesso; la stipula, tra i predetti soggetti, di un contratto di servizi (Accordo Quadro) apparentemente indipendente dal progetto ma in realtà destinato a dissimulare la retrocessione alla società beneficiaria di un importo pari al 35% dei sussidi pubblici ricevuti.

Il danno

Il danno erariale determinato dall’illecito ottenimento delle risorse dell’Unione europea e il loro impiego in modo diverso da quanto programmato è stato quantificato nella somma di € 2.085.810,96, pari all’importo del finanziamento erogato. Si evidenzia che, nel corso del giudizio cautelare, l’Agenzia della Commissione europea danneggiata è intervenuta ad adiunvandum di questa Procura contabile.

Risarcimento integrale

A fronte della esecuzione della citata misura cautelare e della notifica del relativo invito a fornire deduzioni, la società beneficiaria pur non rendendo ammissioni di responsabilità, ha provveduto all’integrale risarcimento del danno contestato in favore della Agenzia della Commissione europea danneggiata.

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