Stadio, la Procura apre un'indagine, Sala: "atto dovuto, chiederemo un incontro"
"La valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi a un organismo dello Stato" e sulla possibilità che con il denaro pubblico si contribuisca alle spese per la ristrutturazione rassicura: " Nessuna ristrutturazione con il denaro pubblico"

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine sulla vendita di San Siro a seguito della presentazione nelle scorse settimane di un esposto sda parte dell'ex vicesindaco di Milano, e ora promotore del Comitato 'Sì Meazza' (per salvare l'impianto di San Siro) Luigi Corbani. L'indagine esplorativa verte soprattutto sulle modalità e sulle cifre relative alla vendita.
Sulla vendita di San Siro Stadio, la Procura apre un'indagine, Sala: "atto dovuto"
MILANO - Quello della Procura su San Siro è "un atto dovuto: stiamo parlando di un modello 45, che vuol dire il registro degli atti non costituenti notizie di reato". Queste le parole del sindaco Giuseppe Sala, a margine della cerimonia di riconoscimento delle botteghe storiche questa mattina a Palazzo Marino.
Il dito puntato sul prezzo di vendita
"La procura, quando dei cittadini fanno una denuncia, apre un fascicolo e poi decide come classificarlo", ha spiegato Sala. "Il fatto che l’abbiano classificato come modello 45 - ha sottolineato - è già un passo avanti. Si parla del prezzo a cui venderemo San Siro: punto uno, la valutazione l’abbiamo fatta fare all’Agenzia delle Entrate, quindi a un organismo dello Stato. Non so a chi meglio avremmo potuto farla fare: dovevamo chiedere alla Nasa? Oggettivamente più dell’Agenzia delle Entrate non c’è nessuno titolato".
"Nessuna ristrutturazione con il denaro pubblico"
Il sindaco ha continuato: "Punto due: rispetto alle illazioni che leggo, la possibilità che con il denaro pubblico si contribuisca alle spese per la ristrutturazione e la demolizione di San Siro è pari a zero. Non c’è alcuna possibilità. Sono illazioni".
Per quanto riguarda invece la questione delle bonifiche, "al di là che nessuno sa che cosa bisognerà fare e che nessuno ha mai fatto carotaggi - ha detto Sala - ogni volta che si vende un’area c’è un tema di bonifiche a Milano. E quindi va verificato di cosa si parla. Noi oggi assolutamente non lo sappiamo".
"Chiederemo un incontro"
"Credo che chiederemo un incontro alla Corte dei Conti e alla Procura e che sarebbe utile avere anche l’Agenzia delle Entrate", ha aggiunto Sala, rispondendo alla domanda se si procederà con il bando: "Certo, ci mancherebbe altro. A brevissimo".
Per quanto riguarda i club, il sindaco ha detto di non averci parlato, aggiungendo: "Penso che abbiano capito la situazione. Se non mi hanno chiamato, è perché l’hanno capita".
"Cè un partito dei signori del no ma non mi faccio condizionare"
"C’è un partito virtuale dei signori del no, che non si candidano, perché se si candidassero prenderebbero l’1%, che però vuole condizionare l’amministrazione del sindaco", ha proseguito il sindaco Sala. "Il sindaco in 9 anni ha dimostrato che non si fa condizionare e che non si farà mai condizionare. Se i milanesi tra due anni preferiranno avere un sindaco che ha paura della sua ombra e non prende decisioni, sarà un problema dei milanesi" ha detto ancora.
A chi gli chiedeva se sente di avere ancora il sostegno dei milanesi, ha risposto: "Sì, assolutamente sì. Questo lo vedo andando in giro, io non me la racconto mai: anzi ci sono molti milanesi che capiscono che c’è questo vento della destra, unito a tempi che sono difficili, e che mi chiedono di tenere duro e di resistere, ed è scontato che io lo farò fino alla fine".
"La notizia è stata fatta uscire da chi ha presentato la denuncia, sapendo che noi stiamo uscendo con il bando. È un partito virtuale di signori del no, però con me non vinceranno", ha aggiunto. "Chissà, magari nella prossima campagna elettorale potremmo mettere i loro appelli. Sarebbe carino se si presentassero agli elettori così cercherebbero di portare avanti la loro visione di Milano che evidentemente è lontanissima dalla mia", ha aggiunto.
Si sente sotto attacco?
A chi gli chiedeva se si sente sotto attacco, ha risposto: "No, chi fa il mio mestiere, chi fa politica non è sotto attacco. La Meloni non è sotto attacco, Schlein non è sotto attacco, oggi fare politica vuol dire gestire certe situazioni. In funzione della mia età, della mia esperienza e del mio carattere vado avanti e non mi faccio condizionare. Invece - ha concluso - penso che i cittadini dovrebbero essere contenti di avere un sindaco democraticamente eletto che fa le cose di testa sua, senza condizionamenti da parte di nessuno".