Salute mentale in Lombardia, le associazioni denunciano mancanza di fondi e operatori
Le nostre domande a Loredana Fattori, referente per Buccinasco dell’Associazione "Nessuno è escluso" su questo silenzio, questo "voltarsi di lato" da parte di Regione Lombardia
Qualche mese fa vi abbiamo parlato dell’emergenza in Lombardia per quel che riguarda l’assistenza alla disabilità e alla salute mentale. Era primavera, i fiori sbocciavano e l’estate era alle porte. Sembra ieri, ma sono passati cinque mesi e Milano è già stata assorbita da quella freschezza autunnale che presto farà spazio all’inverno, al buio pomeridiano e al freddo. Ma questo è sempre successo.
Ciò che invece sconvolge è la completa mancanza di disponibilità, di ascolto, di comunicazione nei confronti delle famiglie con una persona affetta da disabilità o da problemi mentali.
Salute mentale in Lombardia: le associazioni denunciano mancanza di fondi e operatori
BUCCINASCO - In Lombardia, per capirci, è totale emergenza, tra mancanza di operatori e fondi per il sostegno alle famiglie. E meno male che dovremmo essere la Regione capofila del nostro Belpaese...
Le richieste rivolte all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, sono ripetute dalle associazioni del territorio come un mantra: presenza di operatori della salute mentale nelle Case di Comunità, che siano finanziati e diventino strutturali i progetti sperimentali considerati validi.
E' sempre più emergenza in Lombardia
"Il Piano Sociosanitario Regionale 2023-2027 pare riconoscere complessivamente l’esistenza dei problemi, ma non contiene impegni finanziari, indispensabili per uscire da una situazione che vede i Dipartimenti Salute Mentale e Dipendenze sull’orlo del tracollo. In Lombardia si soffre due volte, poiché alla malattia si aggiunge lo smarrimento di un percorso di cura frammentato. I servizi - evidenziano ancora i membri della Campagna - sono spossati dal mancato turn-over degli operatori, dalla chiusura di presidi ambulatoriali e ospedalieri, dalla mancanza di risorse e progetti.
Oggi le risorse destinate alla salute mentale sono al di sotto del 3% del fondo sanitario nazionale e vengono per lo più allocate nell’apertura di strutture residenziali destinate a separare la persona dal suo contesto di vita, l’esatto opposto della cura di prossimità per la quale l’Italia è ancora vista come modello in tutto il mondo.
Un esempio di progetto virtuoso: "Esco: dalla casa al territorio"
Un esempio positivo è il progetto nel territorio di Bergamo. Si chiama "Esco: dalla casa al territorio", avviato nel 2017 e tuttora in atto, proposto dall’Associazione di salute mentale "Piccoli Passi Per…" in accordo con gli Ambiti territoriali del Distretto Bergamo e realizzato col contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca e cofinanziamento a carico degli Ambiti territoriali.
Il progetto negli anni ha sviluppato un articolato sistema di azioni, in costante evoluzione per seguire il cambiamento del contesto, orientate a integrare i servizi di salute mentale con interventi che coinvolgono attivamente la comunità territoriale, con l'obiettivo di migliorare l'accoglienza e prevenire il deterioramento della salute mentale e delle relazioni sociali dei cittadini", concludono nel comunicato i fautori della Campagna per la Salute Mentale.
L'intervista alla referente per Buccinasco dell’Associazione "Nessuno è escluso"
Noi abbiamo chiesto a Loredana Fattori, referente per Buccinasco dell’Associazione Nessuno è escluso cosa ne pensasse di questo momento, di questo silenzio, di questo "voltarsi di lato" da parte di Regione Lombardia.
"Da parte nostra abbiamo continuato a fare pressione, come potevamo, alla Regione. Assieme ai familiari delle persone con problemi mentali e disabilità abbiamo organizzato proteste, cortei, flash mob, l’ultimo a luglio. La Regione ci aveva fatto sapere che erano riusciti a trovare dei contributi per l'assistenza indiretta, ma comunque sono stati sottratti ben 85 euro dal contributo per chi appartiene alla categoria B1. Una riduzione fortissima anche per chi invece è nella categoria B2. I famosi 400 euro che venivano emessi alle famiglie come contributo sono stati ridotti all’osso, adesso vengono erogati solo cento euro.
E poi tutti coloro che frequentavano i centri diurni per disabili - gravi - sono stati esclusi dalla B2. Questa è la situazione attuale. A giugno sarebbe dovuto partire un servizio che non è mai partito. L’assistenza è completamente assente. Le famiglie nella mia condizione oltre ad
aver perso il contributo non hanno nessun servizio alternativo a cui appoggiarsi".
E adesso, come state provvedendo?
“In questo periodo sto cercando qualcuno che mi possa sostituire almeno una notte a settimana ma non trovo personale. Ho in programma un intervento chirurgico, ma lo sto continuando a rimandare perché non c’è nessuno che mi possa sostituire per qualche giorno. Ci sono grosse difficoltà e tanti disservizi. Verrebbe da dire oltre al danno, la beffa. Ho perso il contributo e non ho nemmeno un servizio adeguato per sopperire alla mancanza del contributo stesso".
E poi c’è chi deve lasciare il lavoro per stare dietro al 100% al proprio familiare
"Esatto. C’è grande difficoltà a livello lavorativo. Una famiglia che ha dei figli con disabilità gravi non può contare su nessuno, e molti genitori sono costretti a lasciare il lavoro per stare dietro al proprio figlio perché ci sono tagli sui servizi, zero assistenza e la scuola ha un grosso buco sui docenti di sostegno".
Quali sono le prospettive future?
"In Lombardia la situazione sta precipitando. È sempre peggio, soprattutto per le fasce più deboli. L'unica certezza è che noi non ci fermiamo, continueremo a farci sentire, ma il futuro ci spaventa, non abbiamo riscontri su cosa stia facendo la Regione per il 2025. Nessuno sa dirci nulla. È una situazione sconfortante, ma non ci fermeremo".
Queste parole di Loredana Fattori, sibling - ossia fratelli o sorelle che assistono il familiare - di una persona con malattia rara, coinvolta in prima persona in questa storia, fanno trasparire una mancanza nelle istituzioni, l’assenza di quella mano tesa per fornire aiuto alle famiglie che sono già in una situazione non semplice e che affrontano quotidianamente problematiche che non sono immaginabili per chi non vive da dentro il tema della disabilità e della salute mentale.
Oggi più che mai servirebbe attenzione, senza scorciatoie e la politica, nessun colore partitico escluso, dovrebbe prendere a cuore questa situazione che attualmente pare messa sotto il tappeto come se fosse polvere, ma dietro questi problemi ci sono persone con sentimenti, amori, preoccupazioni. Serve dignità e rispetto, partendo da una risposta seria da parte della Regione.
Fabio Fagnani