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La Procura chiude le indagini sulle Torri di via Crescenzago: sei indagati per abuso edilizio

"Il cantiere non poteva essere qualificato come ristrutturazione"

La Procura chiude le indagini sulle Torri di via Crescenzago: sei indagati per abuso edilizio
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Chiuse le indagini sulle Torri di via Crescenzago: il giudice Marcello Viola della Procura di Milano ha contestato i reati di abuso edilizio e lottizzazione abusiva a carico di sei persone tra architetti, professionisti e funzionari comunali perché "il cantiere non poteva essere qualificato come ristrutturazione".

Chiuse le indagini sulle Torri di via Crescenzago

MILANO - La Procura di Milano ha concluso le indagini preliminari "con cui vengono contestate ipotesi di abuso edilizio e lottizzazione abusiva, nonché altri reati" per l'edificazione delle cosiddette Torri di via Crescenzago 105 a sei indagati, tra funzionari comunali, tecnici e responsabili dell'impresa edilizia che ha realizzato l'immobile.

La zona interessata dal cantiere

La nota del gip sull'insediamento

Lo comunica con una nota il procuratore Marcello Viola che sottolinea: "È agli atti il provvedimento con cui il Gip presso il Tribunale di Milano, il 22 gennaio 2024, non accogliendo l’istanza di sequestro preventivo del cantiere avanzata dalla Procura, sul mero rilievo della sproporzione di tale rimedio giuridico in relazione allo stato troppo avanzato dei lavori ormai quasi ultimati, riconosce la piena fondatezza dell’impianto accusatorio e la sussistenza dei reati di abuso edilizio e lottizzazione abusiva, contestati a tutti gli indagati - continua il comunicato del procuratore Viola -.

Il giudice sottolinea come la giurisprudenza di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Corte di Cassazione sia concorde e univoca, come poche volte accade, nel ritenere la pianificazione urbanistica un obbligo imprescindibile della P.A. e un diritto della popolazione, e che pertanto costruzioni impattanti, per via dei nuovi carichi urbanistici che creano, come quella di specie, non possono essere realizzate in assenza di un previo "piano attuativo",  di un piano urbanistico cioè che assicuri il raccordo con l’edificato preesistente e il necessario ridimensionamento dei servizi nell’intera zona, che comporta il coinvolgimento procedurale degli organi comunali e della popolazione.

"Le Torri non potevano essere qualificate come ristrutturazione edilizia"

Per il Gip l’insediamento di via Crescenzago, a causa delle gravose dimensioni, del numero di abitanti cui è destinato (almeno 321) e della necessità del previo piano attuativo, non poteva essere qualificato come ristrutturazione edilizia né essere realizzato a mezzo SCIA, in sostituzione di un premesso di costruire. Per il giudice, in particolare, la determina dirigenziale del Comune numero 65 del 2018 sulla SCIA edilizia (a firma dei dirigenti) e la Circolare n° i del luglio 2023 contrastano con tutte le chiare interpretazioni giurisprudenziali secondo cui il principio di corretta pianificazione urbanistica afferisce a norme di legge fondamentali, poste a tutela di fondamentali diritti delle persone".

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