l'opera

Inaugurato a Milano il murale di Shepard Fairey "Obey": è il primo in Italia

E' un messaggio di pace: "Tear flame peace" il titolo

Inaugurato a Milano il murale di Shepard Fairey "Obey": è il primo in Italia
Pubblicato:

Il primo murale dell'artista Obey è proprio a Milano, nel Galleratese, ed è stato inaugurato mercoledì 22 maggio 2024.

Inaugurato a Milano il murale di Shepard Fairey "Obey"

MILANO - È a Milano, nel quartiere Gallaratese, il primo murale in Italia dello street artist Shepard Fairey, in arte Obey. Nato a Charleston nel 1970, Obey è uno degli artisti urbani più influenti e impegnati del panorama contemporaneo ed è noto in tutto il mondo dal 2008 quando realizzò per la campagna elettorale di Obama “Hope”, il manifesto con il volto dell’allora governatore dell’Illinois nei colori della bandiera nazionale e la grande scritta HOPE.

L'opera

In occasione della mostra aperta fino al prossimo 27 ottobre negli spazi di Fabbrica del Vapore, che ripercorre i 35 anni della sua carriera, Obey dona a Milano un grande murale nel quartiere Gallaratese. L’opera, dal titolo “Tear flame peace”, è stata ideata nell’ambito della residenza artistica alla Fabbrica del Vapore ed è stata realizzata nella cornice del festival di Arte Urbana “Manifestival”, promosso dalla Fondazione Arrigo e Pia Pini con il supporto di Orticanoodles e Wit Design.

Un messaggio di pace universale

Inaugurata ieri alla presenza dell’artista e di rappresentanti dell’Amministrazione comunale in via Adolfo Consolini 26, nel quartiere Gallaratese, il grande murale è un messaggio di pace universale ed è stato realizzato sul muro di un edificio residenziale comunale che misura 34×12 metri quadrati: in primo piano l’occhio di una donna con l’hijāb, il tradizionale velo islamico, che piange una lacrima gigante, la quale a sua volta contiene il segno della guerra (una fiamma) e quello della pace (una colomba bianca). I colori utilizzati da Obey sono quelli delle bandiere ucraina e russa, ma un pattern richiama chiaramente anche il mondo arabo e i suoi conflitti.

Il murale è dunque un manifesto di pace, tema profondamente sentito non solo dall’artista, ma anche dalla comunità dei cittadini e delle cittadine del quartiere, che sono stati coinvolti nella selezione dell’argomento da proporre all’artista.

Seguici sui nostri canali