Fallimento Api a Rozzano, il Comune riacquista i mobili all'asta per 12 milioni di euro
Il sindaco: "Grazie all’accordo con Aler e al risultato della gara del teleriscaldamento, abbiamo reperito le risorse economiche necessarie a riacquisire tutti gli immobili comunali persi".
Siamo finalmente arrivati all'ultimo atto della vicenda iniziata nel maggio del 2017 quando l'ex partecipata è fallita lasciando a casa decine di lavoratori.
Riacquistati dal Comune i mobili all'asta
ROZZANO – Si chiude la vicenda del fallimento di Api (Azienda per il Patrimonio Immobiliare). La giunta Ferretti ha ereditato dal fallimento della ex municipalizzata un debito di 50 milioni di euro e la perdita di tutti gli immobili.
La società è fallita nel maggio del 2017
Nei giorni scorsi il Comune di Rozzano ha riacquistato all’asta i beni messi a garanzia per pagare parte dei debiti della ex partecipata fallita nel 2017, lasciando a casa decine di lavoratori. A rientrare a far parte del patrimonio pubblico sono il Centro anziani di Quinto Stampi, la ex scuola di via Monte Amiata, quattro farmacie comunali, i capannoni di viale Toscana oltre alla rete per il teleriscaldamento a servizio della città. Beni immobili a uso collettivo per un totale di 12 milioni di euro, di cui 10 milioni sono il valore della sola rete del teleriscaldamento.
Il sindaco Ferretti
“Si chiude finalmente la partita del fallimento di API con un risultato storico per la città - dichiara il sindaco Gianni Ferretti -. Grazie all’accordo con Aler e al risultato della gara del teleriscaldamento, fortemente voluta da questa amministrazione, abbiamo reperito le risorse economiche necessarie a riacquisire tutti gli immobili comunali persi. Ciò dimostra - continua il sindaco - la nostra determinazione a salvaguardare l’interesse dei cittadini e a garantire un razionale ed efficace utilizzo della cosa pubblica con la volontà di valorizzarla per generare effetti positivi per la comunità e con una chiara visione di sviluppo futuro della città e del territorio”.
I documenti in Tribunale nell’ottobre del 2015
L’inizio del fallimento di API risale all’ottobre del 2015, spiegano dal Comune, quando venivano depositati in tribunale i documenti dopo i ricorsi dei dipendenti per il mancato pagamento degli stipendi. Negli anni successivi la ex società partecipata al 100% dall’allora amministrazione comunale è stata costretta a vendere dapprima i beni mobili come mezzi e attrezzature, per poi arrivare a cedere il resto del suo patrimonio per far fronte ai suoi creditori e agli ex lavoratori che attendevano gli stipendi arretrati.
Oggi si può voltare finalmente pagina
“Una pagina drammatica nella storia della comunità locale che però oggi può voltare definitivamente pagina e guardare avanti. Il Comune si è infatti impegnato con fermezza per recuperare gli immobili legati alla procedura fallimentare, risorse pubbliche considerate un bene comune da valorizzare all’interno delle dinamiche urbane contemporanee e secondo modelli di sviluppo coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Si inaugura quindi a livello locale un nuovo capitolo di gestione intelligente ed efficace di beni importanti della città che il Comune è in grado di restituire di nuovo ai cittadini”.