Diesel Euro 5, rinvio al 2026: meno vincoli, più polemiche
Rinviato di un anno il blocco per i diesel in Pianura Padana. Per l'opposizione è un passo indietro nella lotta all'inquinamento

Una modifica al decreto Infrastrutture ha posticipato l'attesissimo blocco della circolazione per i veicoli diesel Euro 5, un provvedimento che avrebbe dovuto entrare in vigore a ottobre 2025 in diverse regioni del Nord Italia. Una decisione accolta con favore da quasi mezzo milione di proprietari di auto, ma che ha deluso chi sperava in un miglioramento della qualità dell'aria.
Diesel Euro 5, rinvio al 2026
MILANO - Il divieto di circolazione per le auto private e i mezzi commerciali Euro 5 è stato rinviato a ottobre 2026. Non solo, le restrizioni saranno meno estese del previsto. Inizialmente, il blocco doveva interessare i comuni con più di 30.000 abitanti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Ora, l'applicazione sarà limitata in via prioritaria alle aree urbane dei comuni con oltre 100.000 abitanti.
Inoltre, le Regioni avranno la possibilità di non imporre il blocco strutturale dei veicoli Euro 5 nei loro piani di qualità dell'aria, a patto di introdurre misure compensative che garantiscano una riduzione equivalente delle emissioni inquinanti.
Reazioni politiche: tra soddisfazione e critiche
La decisione ha ricevuto il plauso della Lega, che la definisce una "scelta di buon senso". Il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha parlato di un provvedimento che "rende meno gravoso e oneroso un orientamento europeo a dir poco sproporzionato". Anche il Governatore lombardo Attilio Fontana e l'assessore all'Ambiente e clima Giorgio Maione hanno espresso soddisfazione, sottolineando l'ascolto delle esigenze di cittadini e imprese.
Delusa l'opposizione
Di tutt'altro avviso è l'opposizione. Roberta Vallacchi, consigliera del Partito Democratico, ha evidenziato che la riduzione del campo d'azione del divieto ai comuni sopra i 100.000 abitanti renderà la misura inefficace. In Lombardia, infatti, solo quattro città rientrano in questa categoria (Milano, Brescia, Bergamo e Monza), ospitando appena il 18% della popolazione regionale. La consigliera ha inoltre ricordato che la Lombardia è una delle regioni europee più colpite dall'inquinamento atmosferico, con il 45% delle emissioni attribuibile al traffico veicolare, in particolare ai motori diesel. Paola Pizzighini, consigliera del Movimento 5 Stelle, ha avvertito che il rinvio comporterà un costo per i cittadini, sia in termini di sanzioni per infrazioni europee che di eventi climatici estremi.
La situazione a Milano
Per la città di Milano, nulla cambierà. I veicoli diesel Euro 5 sono già soggetti a restrizioni nella cosiddetta "Area B", con divieto di circolazione dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30. Essendo l'Area B una Zona a Traffico Limitato (ZTL), le regole di accesso ai veicoli sono di competenza comunale. L'assessore milanese alla Mobilità, Arianna Censi, ha ribadito l'importanza di una programmazione a lungo termine per le politiche ambientali, criticando i "provvedimenti spot e marce indietro repentine". La richiesta della Lega di rivedere le restrizioni al traffico a Milano non ha dunque trovato accoglimento.
Raimondo (FdI): "soddisfatto per il recepimento dell’emendamento da parte del Governo"
“Sono molto soddisfatto per il recepimento da parte del Governo dell’emendamento di Fratelli d’Italia, di cui sono primo firmatario, che rinvia di un anno, al 1° ottobre 2026, l’introduzione delle limitazioni strutturali alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 nelle regioni del Bacino Padano, cioè Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. È una misura di buon senso, che tiene conto delle difficoltà concrete che tanti cittadini e imprese stanno affrontando. Non si può pensare di imporre un blocco generalizzato senza offrire alternative reali a chi ancora utilizza veicoli Euro 5 per lavorare, spostarsi o accompagnare i figli a scuola. Con questo intervento abbiamo anche alzato da 30.000 a 100.000 abitanti la soglia demografica dei comuni in cui queste limitazioni si applicano prioritariamente. Questo vuol dire che molti centri medio-piccoli saranno esclusi dall’obbligo di introdurre i divieti di circolazione per questi veicoli. Non solo: anche dopo il 2026, le Regioni potranno evitare di introdurre il blocco ai mezzi diesel Euro 5 ad uso commerciale, se adotteranno misure alternative che permettano di raggiungere gli stessi obiettivi di riduzione delle emissioni. Insomma, abbiamo trovato un punto di equilibrio tra la tutela ambientale e la sostenibilità sociale, evitando forzature che avrebbero colpito in modo sproporzionato famiglie, artigiani, lavoratori e piccole imprese. Il governo Meloni dimostra ancora una volta di essere al fianco dei cittadini, con un approccio concreto e responsabile alla transizione ecologica.”
Così il deputato Fabio Raimondo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Trasporti.