Papalia contro il sindaco Pruiti: "Vada via lui da Buccinasco, qui la mafia non esiste"
Ferma la condanna, arrivata anche da Avviso Pubblico che ha espresso vicinanza al sindaco.
Papalia contro il sindaco Pruiti: "Vada via lui da Buccinasco, qui la mafia non esiste".
Papalia contro il sindaco Pruiti: "Vada via lui da Buccinasco, qui la mafia non esiste"
BUCCINASCO – Il “merito” di aver costruito mezza Buccinasco l’ha sempre rivendicato. Con i suoi mezzi, quelli del movimento terra, degli scavi. Business in cui il genero Salvatore Barbaro era forte, il numero uno. Un monopolio creato con minacce e intimidazioni, in perfetto stile mafioso. Perché di questo si parla, dove la mafia qui si chiama ‘ndrangheta. Rocco Papalia è uscito dal carcere dopo 27 anni di detenzione nel 2017. È tornato nella “sua” Buccinasco, ma il sindaco Rino Pruiti gli aveva subito lanciato il messaggio: “Qui di suo non c’è nulla, se non il dolore e il vivo ricordo degli orrori commessi, della criminalità, dei sequestri. Deve chiedere scusa, alla città, per le ferite inferte che ancora sanguinano, ai parenti delle vittime. A tutti”. Ma Papalia non ne ha avuto mai intenzione, di chiedere scusa. “Ho pagato, ho già pagato”, ha ripetuto sempre come un mantra, anche quando il suo nome appariva sui titoli dei quotidiani, quando dava la colpa ai giornalisti del troppo clamore.
Una storia lunga tutta una vita
Non al passato, non ai sequestri, con le vittime chiuse negli scantinati, non alla droga, che ha sempre detto di non aver mai toccato. Non all’omicidio di Giuseppe De Rosa, ucciso a Milano con un colpo alla testa e due al petto, per il quale ancora si proclama innocente. I giornalisti avevano sollevato quel clamore. Era uscito dal carcere ma ci è tornato, in una casa lavoro per l’esattezza, una misura di detenzione, proprio per aver minacciato chi scriveva di lui e per aver violato la libertà vigilata, frequentando pregiudicati. Ma la colpa non è mai stata di Papalia, per Papalia.
Il cortile conteso di via Nearco
E poi, la questione del cortile di via Nearco. La villetta, proprietà della moglie Adriana Feletti, è per metà confiscata. Nell’altra vive Papalia con lei. Ormai da anni. Ma proprio quando Papalia esce dal carcere e torna a Buccinasco il cortile comune viene rivedicato dalla proprietaria della villetta. Mai prima. Una questione che per il sindaco Rino Pruiti è “una sfida allo Stato”, per Feletti, invece, “un semplice diritto”. Fatto sta che si finirà in tribunale, con l’udienza fissata per il 17 giugno.
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L'intervista a Papalia a tv8
Una storia che non finisce, che si ripete, una guerra dove Pruiti non vuole scendere a compromessi e Papalia non retrocede di un passo. Ieri, un altro tassello. Intervistato per la trasmissione Mappe Criminali che ha proposto un focus sulla presenza mafiosa alle porte di Milano, Papalia ha ribadito quel mantra: “Non devo chiedere scusa a nessuno, le mie pene le ho scontate. Ho fatto più io del sindaco, ho costruito mezza Buccinasco io, coi miei mezzi. Se c’è qualcuno che se ne deve andare, deve essere lui. Inutile che dice mafia, mafia. Poi dice la mafia a Buccinasco ha perso. Ha perso perché non è mai esistita”.
La replica del sindaco
A Pruiti l’uscita di Papalia non è passata inosservata. Ferma la condanna, arrivata anche da Avviso Pubblico che ha espresso vicinanza al sindaco. “Sono parole inaccettabili – afferma Pruiti – non possiamo che rifiutarle e non possiamo pensare di poter continuare a vivere accanto a un personaggio simile. Scriverò al Prefetto di Milano perché a Buccinasco la ferita è ancora aperta e le minacce di Papalia non fanno che gettare benzina sul fuoco. Non rinnega il suo passato, non chiede scusa per i reati per cui è stato condannato in via definitiva, addirittura rivendica di aver fatto per Buccinasco più delle istituzioni. È un nuovo attacco allo Stato e lo Stato deve reagire. Dopo le parole di ieri sera – ancora Pruiti –, risulta più evidente l’impossibilità di una convivenza con questo personaggio che ha avuto il coraggio di dire che il sindaco, quindi l’istituzione che rappresenta la comunità di Buccinasco, deve andarsene. Lo Stato tuteli Buccinasco”.
"La mafia a Buccinasco non è mai esistita"
Papalia lo ha ripetuto, ancora e ancora. La mafia a Buccinasco non è mai esistita. Non è mai esistita. E invece esiste nelle sentenze, negli omicidi, nei sequestri, nelle tonnellate di droga smerciate in queste piazze, sotto i balconi. Esiste nelle indagini che condannano i boss al carcere a vita (come i fratelli di Rocco, Antonio e Domenico, ergastolani), esiste nelle operazioni delle forze dell’ordine. La ‘ndrangheta dei Papalia, dei Barbaro, dei Sergi, dei Molluso, dei Perre, dei Trimboli, tutti legati tra loro da fedi nuziali e affari che rafforzano prestigio e potere. Sangue, soldi. E fango.
Francesca Grillo