Truffa dei diamanti, arrestato un imprenditore per autoriciclaggio VIDEO
Un altro tassello nell’indagine Crazy Diamond della Guardia di Finanza di Milano: arrestato imprenditore operante nel Nord-Italia.
Truffa dei diamanti, arrestato un imprenditore per autoriciclaggio.
Truffa dei diamanti, arrestato un imprenditore per autoriciclaggio
MILANO – Un altro tassello nell’indagine Crazy Diamond della Guardia di Finanza di Milano, coordinata dalla Procura (sostituto procuratore Grazia Colacicco) che aveva consentito di sequestrare, nel febbraio 2019, beni per oltre 700 milioni di euro e a gennaio di quest’anno quote societarie e attività finanziarie per un valore di circa 34 milioni di euro. L’indagine è proseguita e ha portato, oggi, all’arresto di un noto imprenditore nel settore della promozione e della vendita dei diamanti, operante nel Nord-Italia, per il reato di autoriciclaggio.
L'indagine "Crazy Diamond"
Nell’ottobre dello scorso anno è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 87 persone fisiche e 7 persone giuridiche, tra cui 5 noti istituti di credito, a vario titolo coinvolti in condotte di truffa aggravata, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e corruzione tra privati.
Truffati migliaia di risparmiatori (tra cui Vasco Rossi)
L’indagine aveva consentito, in particolare, di accertare la commissione di una truffa di diverse centinaia di milioni di euro, ai danni di decine di migliaia di risparmiatori (tra cui Vasco Rossi), da parte di società che, attraverso il sistema bancario, promuovevano e vendevano diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all’effettivo valore, prospettando agli investitori rendimenti irrealistici e applicando loro esorbitanti provvigioni.
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Una complessa operazione di riciclaggio
Gli ulteriori sviluppi investigativi, scaturiti dall’approfondimento della gestione operativa di una delle società, le cui quote erano già state sottoposte a sequestro, hanno consentito di ricostruire una complessa operazione di riciclaggio, strutturata con il contributo di un imprenditore che opera nel settore finanziario (già sottoposto a misura cautelare in carcere nei giorni scorsi) per occultare, attraverso l’interposizione di società del Centro-Nord Italia, parte dei proventi della truffa realizzata ai danni dei risparmiatori. Le attività sono state effettuate in Roma, Ancona e Porto Recanati.
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