la protesta

“Giù le mani dalla città”: 60mila persone sfilano a Milano contro lo sgombero del Leoncavallo

Un fiume di persone ha attraversato le strade di Milano, fino in piazza Duomo, dopo lo sgombero della storica sede di via Watteau

“Giù le mani dalla città”: 60mila persone sfilano a Milano contro lo sgombero del Leoncavallo

Un fiume di manifestanti è partito sabato 6 settembre da porta Venezia per il corteo nazionale organizzato dal Leoncavallo dopo lo sgombero della storica sede di via Watteau. Con in testa lo striscione “Giù le mani dalla città”, si sono messi in marcia per la manifestazione indetta “contro il modello Milano, la speculazione edilizia e i padroni della città” e “per difendere spazi sociali, occupati, pubblici e autogestiti, per il diritto all’abitare”.

“Giù le mani dalla città”: 60mila persone sfilano a Milano contro lo sgombero del Leoncavallo

MILANO – Si è svolta sabato 6 settembre, partendo alle 14 da Porta Venezia la manifestazione contro lo sgombero del Leoncavallo. Nelle stesse ore da piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione Centrale, si muoveva una manifestazione composta in gran parte di ragazzi, promossa dal Cantiere e da altri centri sociali e collettivi studenteschi per protestare in particolare contro le politiche abitative del Comune e che poi si è unita al corteo che giungeva da Porta Venezia.

Lo slogan rilanciato sui social dal centro sociale è quello di “Giù le mani dalla città”, mentre lo striscione di testa riportava la scritta “Leoncavallo, il sogno dell’alternativa”. Il percorso prevedeva che il corteo passasse da Porta Romana, per poi concludersi in centro, in piazza Duomo.

Già nei giorni precedenti il corteo per il Leoncavallo, che ha visto una grande partecipazione di massa come da tempo non se ne vedevano a Milano, aveva avuto moltissime adesioni di associazioni, reti, collettivi, i partiti Alleanza Verdi e Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Milano, Possibile Milano e alcuni esponenti del PD Milano a titolo personale, oltre ad artisti e attori milanesi.

Ad aprire la manifestazione lo striscione “Contro la città dei padroni” e poco dopo un’altra grande scritta con la domanda “Questa città di chi pensi che sia?”. “Hanno colpito un simbolo ma lo sgombero del Leoncavallo non fermerà decine di collettivi e spazi sociali”, hanno detto i promotori al megafono. “La stessa mano che ha sgomberato il Leoncavallo è la stessa che mette le ‘zone rosse’ in questa città e specula con affitti insostenibili”. “È dovere rispondere all’attacco di di un simbolo. Qualsiasi assegnazione per il Leoncavallo non è una risposta degna, assegnate piuttosto le case popolari vuote”.

In manifestazione anche rappresentanti del mondo dello spettacolo. Dietro lo striscione ‘Comedians’ sfilano, tra gli altri, gli attori Claudio Bisio, Paolo Rossi e Bebo Storti.

Il blitz al Pirellino

Il corteo ha continuato a riempire le vie del centro storico di Milano anche con fumogeni e petardi dallo spezzone di movimento che si è unito da via Melchiorre Gioia. L’unico momento di “tensione” quando una parte dei manifestanti dello spezzone del corteo antagonista è salita sulla parte bassa del Pirellino, in ristrutturazione. “Riprendiamoci la città”, è stato scandito al megafono dai manifestanti che hanno scelto per la protesta un edificio simbolo, il grattacielo di via Pirelli 39, dei discussi progetti di rigenerazione urbana di Milano. Dopo aver srotolato lo striscione ‘Occupare è giusto’, aver acceso fumogeni e rovesciato vernice sul cantiere, il blitz si è concluso e i manifestanti hanno ripreso la marcia.

Il corteo nazionale per il Leoncavallo e gli spazi sociali è proseguito poi senza tensioni con le migliaia di manifestanti che sfilano, lungo viale Majno  e corso Monforte e fino ad arrivare in piazza Duomo dove i manifestanti hanno raggiunto il centro della piazza e lo striscione “Giu le mani dalla città” è stato issato sul monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele II, di fronte al Duomo.

Gli organizzatori: 60mila in corteo, vogliamo una città diversa”

“Il corteo di oggi ha parlato chiaro: oltre 60mila persone hanno detto no allo sgombero del Leoncavallo e di tutti gli spazi sociali d’Italia. Vogliamo una città diversa e oggi abbiamo iniziato a riprendercela!”, così in un post del centro sociale Leoncavallo alla fine della protesta.

Capelli (Pd) in corteo: “Nessuna contraddizione storia di tanti di noi”

“Non e una contraddizione essere qui perché lo dobbiamo alla storia di Milano, che è anche la storia di tanti noi. Abbiamo deciso che non potevamo non essere qui, ma contemporaneamente abbiamo deciso di lasciare libertà alle persone perché qui contano anche le storie personali e abbiamo deciso di non imporre al corteo le bandiere del Pd perché essendo un corteo plurale ci teniamo a esserci sapendo che il ruolo del Pd è un altro”: così il segretario del Pd Milano, Alessandro Capelli presente al corteo del Leoncavallo. “In questo momento – ha aggiunto – il Pd ha il ruolo di dover dare anche delle risposte a quello che questa piazza chiede e pensiamo che non ci sia nessun imbarazzo e nessuna contraddizione”.

Fratoianni: “Patrimonio del paese, sinistra deve saper dare risposte”

“È importante giusto e doveroso essere qui. Il Leoncavallo è un grande patrimonio di questo Paese”: così Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e Avs, presente alla manifestazione del Leoncavallo. Realtà come il Leoncavallo per la destra secondo Fratoianni “sono il nemico da battere”. Invece, ha detto “l’unica cosa illegittima è l’ ignoranza classe dirigente”. Quanto all’amministrazione milanese, ha concluso rispondendo a una domanda dei giornalisti “c’è una cosa che evidente per Milano e anche per le altre città: devi dare risposte, se non risolvi le questioni poi il rischio che arrivi la destra e lo faccia a modo suo”.