A Palazzo Cusani il premio giornalistico in onore del reporter di guerra Almerigo Grilz
Grilz è stato il primo giornalista italiano a cadere su un campo di battaglia dalla fine della Seconda guerra mondiale

Il Premio Grilz 2025 in memoria del reporter di guerra scomparso 38 anni fa si è tenuto nella cornice di Palazzo Cusani a Milano. A vincere in questa seconda edizione è stato Vincenzo Circosta. Il fotoreporter classe 1986 è riuscito a impressionare la giuria grazie alle sue immagini dirette, forti, toccanti, mai banali.
La seconda edizione del premio giornalistico in onore a Almerigo Grilz
MILANO - Coraggio, passione e un pizzico, forse un po’ di più, di follia. Almerigo Grilz è stato un politico e un giornalista, diventato noto per i suoi racconti di guerra e per la sua naturale capacità di raccontare storie che nessuno, o quasi, voleva o poteva fare.
Chi era il coraggioso giornalista ucciso 38 anni fa
Partito da Trieste, lasciandosi dietro di sé un’Italia complessa, per inseguire il suo sogno, la sua fame, il suo fuoco. Nelle sue spedizioni collabora con CBS, NBC e altre importanti testate, coprendo i conflitti in Afghanistan, Cambogia, Birmania, Iran, Iraq, Angola, Mozambico.
È proprio qui che nel 1987 perde la vita. Mentre filma un attacco guerrigliero viene colpito alla testa da un proiettile. Grilz è il primo giornalista italiano a cadere su un campo di battaglia dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Il premio voluto dai suoi amici reporter
Ed è nel suo nome che nasce il premio Almerigo Grilz dedicato ai reporter di zone di conflitto, aree pericolose, posti nel mondo in cui tutto gira al contrario. Il premio giornalistico, voluto fortemente dagli amici, nonché reporter, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, è alla sua seconda edizione e quest’anno la cerimonia di premiazione si è svolta all’interno di Palazzo Cusani in via Brera, a Milano.
La giuria
La giuria - composta da nomi importanti del giornalismo italiano come Toni Capuozzo, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sallusti, Tommaso Cerno, Gabriella Simoni, Peter Gomez - ha scelto il podio dei vincitori di questa seconda edizione tra più di 30 candidati. I reporter vincitori si sono distinti per coraggio, talento, capacità espressiva ed espositiva, esattamente i valori e le qualità di Almerigo Grilz.

Il vincitore del premio 2025: Vincenzo Circosta
A conquistare la seconda edizione del premio è stato Vincenzo Circosta. Il fotoreporter classe 1986 è riuscito a impressionare la giuria grazie alle sue immagini dirette, forti, toccanti, mai banali e soprattutto che raccontassero, anche solo con un dettaglio, la verità. È proprio quest’ultima che il reporter deve ossessionatamente ricercare.
In un mondo dell’informazione sempre più devoto all’intrattenimento e sempre meno alla realtà, ai dati, ai contesti. In un mondo inondato da fake news e post verità serve un faro che illumini la via. Quel faro deve essere il giornalismo. Non più la filosofia, come narrava Platone con il Mito della Caverna, ma un giornalismo fatto di persone che scendono in campo, rischiano la propria vita, per migliorare quella di tutti attraverso inchieste, reportage, interviste. A chiudere il podio dei vincitori ci sono Eugenia Fiore e Michela Iaccarino (seconde a pari merito, nda) e Samar Zaoui.
Al vincitore un assegno e un giubbotto antiproiettile
Oltre alla targa celebrativa ogni vincitore ha ricevuto un assegno come premio al proprio lavoro. Circosta, vincitore dell’edizione, ha ritirato anche un giubbotto antiproiettile messo a disposizione dallo sponsor Parnisari Arms e ha dichiarato: “Il premio in denaro è fondamentale per investire in altre missioni, altri reportage, altre storie che senza finanze è quasi impossibile poter realizzare”.
Proiettato un documentario sugli ultimi giorni di Almerigo in Mozambico
A chiudere la serata è stato mostrato un estratto del documentario realizzato da Fausto Biloslavo e Gian Micalessin “Missione Mozambico”. I due reporter hanno provato a ripercorrere le ultime giornate del collega e amico grazie all’aiuto delle autorità e dei cittadini della città africana.
Un lavoro meticoloso, attento, fatto di testa, ma anche con tanto cuore. L’obiettivo della missione non era solo quella di conoscere e vedere i luoghi, gli ultimi, che ha vissuto Almerigo, ma soprattutto porre una targa commemorativa intitolata alla memoria di Almerigo Grilz. Quella targa oggi è stata affissa sull’albero sotto il quale è stato sepolto il reporter triestino.
Biloslavo e Micalessin hanno poi ricordato che questo era un desiderio di Almerigo: “Ovunque sia, se muoio lasciatemi lì. Non portatemi indietro. Voglio restare lì”. E così è stato. Per i reporter di domani e per quelli di oggi, la storia di Almerigo deve essere un monito da ricordare ogni giorno, ogni istante. Coraggio, dedizione, passione e, sì, follia.

Fabio Fagnani