I DATI DEL REPORT

Sulle strade di Milano vivono più di 2mila senzatetto: uno studio ne fotografa la situazione

Il progetto rileva che le persone senza dimora a Milano sono lo 0,15% della popolazione cittadina e che in netta maggioranza si tratta di uomini

Sulle strade di Milano vivono più di 2mila senzatetto: uno studio ne fotografa la situazione
Pubblicato:

Il Comune di Milano ha commissionato uno studio sui senzatetto che vivono per le strade della città. I dati rilevati raccontano chi sono queste persone, i loro bisogni e dove soprattutto si concentrano in città.

La fotografia delle persone senza dimora a Milano

MILANO - Come riporta Prima Milano, sono lo 0,15% della popolazione cittadina le persone senza dimora contate nell’ambito di racCONTAMI2023, la quarta rilevazione sui senza dimora promossa dal Comune di Milano e realizzata in collaborazione con la Fondazione "Ing. Rodolfo Debenedetti".

I dati rilevati nel periodo estivo

Si tratta, in termini assoluti, di 2021 persone trovate in strada o nelle strutture di accoglienza dai circa 700 volontari e volontarie che hanno aderito all’iniziativa e coperto le 134 aree in cui è stata divisa la città. Un dato, ancora parziale e del tutto inedito - sottolineano i curatori del rapporto - che si riferisce alla prima rilevazione di questo genere portata avanti in città durante il periodo estivo (12-16 giugno scorso). Per il confronto con le edizioni precedenti sarà necessario attendere la seconda fase della rilevazione che si svolgerà questo inverno.

La distribuzione delle persone sul territorio milanese

L’obiettivo, al termine dei due momenti, è fornire una fotografia attuale del fenomeno per contribuire alla costruzione di risposte sempre più adeguate ai bisogni complessi che si manifestano. Il 39% delle persone rintracciate in strada quest’estate si concentrava nel territorio del Municipio 1. Oltre al centro storico, le presenze più significative sono state rilevate nei Municipi 2 e 3 (rispettivamente il 18% e il 13% del totale). Si tratta per circa il 90% di uomini che, in due terzi dei casi, hanno un’età superiore ai 35 anni.

Chi vive in strada dimostra una discreta conoscenza dei servizi dedicati: nel complesso, infatti, il 52% dice di incontrare le unità mobili almeno una volta alla settimana. I bisogni espressi nel corso delle interviste qualitative fanno emergere la necessità di custodire oggetti personali (62%), di avere accesso ai servizi di tipo sanitario (52%), a una connessione internet (46%) e a vestiti puliti (46%).

La lettura dei dati dell'assessore Bertolé

“Questi dati - dichiara l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé - ci devono responsabilizzare a lavorare ancora di più per rafforzare la rete costruita nel corso di questi anni a sostegno delle persone senza dimora. I dati, ancora parziali, ci confermano che quello della grave emarginazione è un problema che riguarda tutti i centri urbani e che i numeri di Milano sono in linea, se non inferiori a quelli delle grandi città europee, da Barcellona a Budapest, da Parigi a Lisbona.

Si tratta di una condizione che riguarda sempre più spesso uomini e donne migranti a cui il sistema governativo dell’accoglienza non riesce a dare una risposta. È un fenomeno che va ormai oltre l’emergenza e che ha quindi bisogno di politiche strutturali. racCONTAMI va proprio nella direzione di scattare una fotografia aggiornata e attuale per poi riuscire a costruire risposte mirate e adeguate, grazie all’impegno di Fondazione Debenedetti, delle tante realtà che fanno parte del sistema cittadino e dei volontari che mettono a disposizione il loro tempo. La nostra intenzione è di rendere questa analisi periodica, in modo che possa restituirci un’indicazione della qualità delle azioni messe in campo e consentirci aggiustamenti e rimodulazioni in corso d’opera”.

I relatori del progetto

“Rilevazioni ‘point-in-time’ come quella realizzata tramite il progetto racCONTAMI - sottolinea il gruppo di ricerca della Fondazione Debenedetti - offrono una visione scientificamente accurata del fenomeno dell’assenza di dimora in città. Avere a disposizione dati di questo tipo è un passo fondamentale per ragionare in modo informato sul fenomeno dell’assenza di dimora, con l’obiettivo di rendere questa condizione un’eventualità sempre più rara e di breve durata. Soprattutto se tali rilevazioni sono ripetute nel tempo, diventano uno strumento chiave per guidare scelte politiche, programmi, servizi, e per verificarne l’efficacia sul campo”.

Seguici sui nostri canali