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Si chiude il Tour de France 2023: Vingegaard sul podio

Sul podio si sono piazzati anche Pogacar e Adam Yates

Si chiude il Tour de France 2023: Vingegaard sul podio
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Il ciclista belga Meeus è riuscito a conquistare ieri l'ultima tappa del Tour de France, superando nella volata finale a Parigi i concorrenti Philipsen e Groenewegen. Allo stesso tempo, il danese Jonas Vingegaard si è aggiudicato la Grande Boucle per il secondo anno consecutivo, consolidando il suo dualismo con il ciclista sloveno Pogacar. Sul podio, oltre a Vingegaard, si sono piazzati anche Pogacar e Adam Yates.

 Vingegaard sul podio del Tour de France 2023

L'edizione del Tour 2023 è stata avvincente e combattuta, caratterizzata da numerosi duelli tra Vingegaard e Pogacar. Nel corso della corsa si sono susseguite diverse storie interessanti, con corridori che hanno vinto tappe, crolli improvvisi e vittorie emozionanti. Il pubblico francese ha risposto in modo entusiasta, seguita la gara sia in televisione che lungo le strade del percorso.

Le pagelle del Tour 2023

Jonas Vingegaard. 10 e lode: chiamatelo come volete: cinico, ragioniere, calcolatore… Vingegaard, “Re Pescatore”, ha vinto il Tour 2023. Obiettivo raggiunto. Ha concesso lo spettacolo di una cronometro straordinaria, pazzesca. Dal punto di vista agonistico una cosa mai vista. A fine tappa va sempre a salutare moglie e la figlia, Frida. La moglie, Trine Hansen, è anche la sua manager e addetta stampa.  Calcolatore in gara, ma un tenerone in famiglia.

Tadey Pogacar. 9: mostra il volto bambino del ciclismo, quello che si diverte e fa divertire. Ha preso il giorno di riposo alla lettera: è andato in piscina  divertirsi e a mangiare il gelato. Il giorno dopo è crollato. Ma forse il tuffo in piscina c’entra poco con le crisi che lo hanno estromesso dal gradino più alto del podio. Ha l’attenuante dell’infortunio al polso che lo ha condizionato nel suo avvicinamento alla gara. Ha salvato il suo Tour per lo  spirito battagliero, sempre all’attacco, e le due vittorie di tappa, che non sono poco.

Thibaut Pinot. 8: per lui una folla da stadio sul Col du Petit Ballon nella tappa di sabato. A stagione smetterà di gareggiare. Per lui il tweet di Macron: “è stato grande”. I francesi lo ringraziano per tutte le sue vittorie e anche per le sue cotte leggendario. Il popolo ciclistico di Francia si è inchinato per salutare il figlio più amato, quello che più di altri ha onorato la corsa e che oggi, per l’ultima volta nella sua carriera ha attraversato gli Champs Elysees.

Wout Van Aert. 9: ha corso da super gregario e lo ha fatto benissimo. Una forza della natura, forse un po’ sprecata. Poteva vincere almeno una tappa e non ci è riuscito.

Felix Gall. 9 e mezzo: l’austriaco che non ti aspetti. Finale in crescendo. Fortissimo in salita, vince la tappa di Courcheval. La rivelazione del Tour 2023.

Giulio Ciccone. 8: lo vestono da calimero con la maglia a pois e non fa una piega.  L’abruzzese è contento di tornare dalla Francia con il titolo di migliore scalatore. Una vittoria di tappa sarebbe stata di maggiore soddisfazione? Ne avrebbe avuto la possibilità, ma ordini di scuderia hanno deciso diversamente.

I gemelli Yates. 8: quando c’è salita sono sempre davanti. Si muovono, attaccano, corrono per sé o per i propri capitani. Bravi!

Guillaume Martin. 8: il corridore laureato che scrive libri di filosofia corre con il suo metodo: umile e regolare entra nei primi 10 in classifica. Bravo!

Matej Mohoric. 9: è un gran bel corridore. Vincitore di una tappa allo sprint su Kasper Asgreen, il corridore della Bahrain – Victorious si è lasciato andare ad un pianto liberatorio subito dopo aver ricevuto la notizia del successo dopo il verdetto del fotofinish. Lo sloveno ha raccontato, commosso, che cosa è il mestiere di corridore: “Questa vittoria significa molto per me – ha spiegato a termine della tappa vinta – Essere un ciclista è duro e crudele, soffri molto nella preparazione, sacrifichi la tua vita e la tua famiglia per essere pronto per essere qui. Poi dopo un paio di giorni realizzi che tutti sono così forti e a volte anche solo seguire le ruote è difficile. Due giorni fa, sul Col de la Loze, ero completamente distrutto e vuoto, sapevo che dovevo arrivare in cima, arrivare al traguardo e poi ricominciare il giorno dopo. Poi vedi lo staff che si sveglia alle sei mattina e finiscono di lavorare a mezzanotte perché ogni giorno ci sono mille cose da fare, come cambiare le ruote e il materiale o i massaggi. A volte senti che non meriti di essere qui, perché tutti sono così forti e fai fatica a seguire le ruote”. Poi ha aggiunto: “Tutti oggi meriterebbero di vincere una tappa, ho visto le facce nel gruppetto del Col de la Loze, so cosa hanno affrontato e vorrei che tutti potessero vincere una tappa perché so come può cambiarti la vita. Purtroppo non è possibile ed è per questo che è così crudele”.

Il pubblico. 10: numeroso e appassionato. Al Tour, come spettatori, si sono avvicinati anche molti giovani. Il ciclismo è un grande spettacolo.

Ordine d’arrivo

1. Jordi Meeus
2. Jasper Philipsen s.t.
3. Dylan Groenewegen s.t.
4. Mads Pedersen s.t.
5. Cees Bol s.t.

Classifica finale

1. Jonas Vingegaard
2. Tadej Pogacar, à 7’29”
3. Adam Yates, à 10’56”
4. Simon Yates, à 12’23”
5. Carlos Rodriguez, à 13’17”
6. Pello Bilbao 13′ 27”
7. Jay Hindley 14′ 44”
8. Felix Gall 16′ 09”
9. David Gaudu 23′ 08”
10. Guillame Martin 26′ 30”

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