Caso Pantani, la Procura di Trento riapre le indagini
Sono sorte nuove ipotesi sull'esclusione del corridore dal Giro 1999
La Procura di Trento ha deciso di riaprire le indagini sul giallo di Marco Pantani.
Caso Pantani
Le indagini sul giallo di Pantani si sono riaperte un anno fa, dopo che la Commissione Antimafia ha ritenuto opportuno indagare sulle anomalie circa la sua esclusione dal Giro 1999.
Le ipotesi si concentrano su un possibile giro di scommesse della Camorra che puntava a evitare la sua vittoria. Il primo a dire qualcosa al riguardo è stato Renato Vallanzasca, che pare sia stato sentito nuovamente dal carcere di Bollate.
I fatti di Madonna di Campiglio
Secondo i racconti e le intercettazioni di alcuni camorristi la criminalità organizzata campana sarebbe intervenuta per evitare che Marco Pantani portasse la maglia rosa fino a Milano. Le scommesse clandestine di miliardi di lire puntavano sulla sua sconfitta: per questo si parla da tempo di sabotaggio e manomissione della provetta di sangue analizzata, un’ipotesi tratteggiata anche nella relazione della Commissione parlamentare antimafia che era tornata a indagare sul caso.
I fatti, per chi segue il ciclismo, sono piuttosto noti: Pantani, che stava dominando la corsa rosa, fu controllato prima della tappa di Madonna di Campiglio, quando i risultati degli esami antidoping sul sangue prelevatogli di primo mattino mostrarono un valore di ematocrito di 52, oltre il limite consentito che era di 50. Il test portò alla squalifica del campione romagnolo e quel giorno segno probabilmente l’inizio del suo declino.
I campioni ematici di Pantani furono manomessi?
Nella relazione del dicembre 2022 la Commissione Antimafia accertò come nei controlli antidoping a margine di quella tappa del Giro d’Italia del ’99, a Madonna di Campiglio, vi furono «diverse e gravi violazioni delle regole» e «numerose anomalie» nell’applicazione dei protocolli. La Commissione avvalorò dunque esplicitamente la pista della manomissione della provetta di Pantani. «Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta» si legge nel documento.
I dubbi su come si svolsero i fatti di Madonna di Campiglio furono sollevati da alcuni giornalisti e dagli stessi genitori di Pantani, in particolare da mamma Tonina, che non hai mai smesso di combattere per far emergere la verità.
Interessante il punto di vista di Paolo Santolini, documentarista e filmaker che alla figura del corridore ha dedicato “Il Migliore”, un docufilm realizzato da Okta Film, coprodotto da Rai Cinema, uscito al cinema nel 2018. La testimonianza in una conversazione apparsa su .con, la rivista online di approfondimento culturale del Centro Culturale di Milano: “Marco Pantani si sentì come pugnalato al cuore da tutto l’ambiente, in particolare dalla stampa e dagli organizzatori del Giro. Chi prima lo aveva esaltato e posto su un piedistallo ora lo accusava senza diritto di replica, dando per scontata la sua colpevolezza, senza esibire uno straccio di prova e con un atteggiamento un po’ bacchettone perché si voleva dimostrare di voler far pulizia nell’ambiente.
Dissero: Marco ci ha tradito. Allora, però, ci fu solo l’esito di un controllo che diceva di un valore alto di ematocrito, sopra la regola, ma non era prova automatica di colpevolezza. Qualche ora più tardi, lasciata Madonna di Campiglio, Pantani si recò all’ospedale di Imola per un controllo e risultò avere un valore di 48%, sotto il 50% e quindi perfettamente in regola. Anche il valore delle piastrine del sangue era regolare. Eppure furono in pochi, allora, sui giornali a riportare la notizia. È lecito quindi avanzare seri dubbi sulla regolarità dei controlli effettuati a Madonna di Campiglio”.
Angelo De Lorenzi