Core Update: perché ogni tanto ‘ballano’ i risultati su Google e cosa deve fare una PMI

Core Update: perché ogni tanto ‘ballano’ i risultati su Google e cosa deve fare una PMI

Ogni volta che Google annuncia un nuovo Core Update, nel mondo del digital marketing si crea una tensione palpabile. 

Perché può capitare che nonostante il duro lavoro per raggiungere un determinato posizionamento su specifiche keyword e con le pagine del proprio sito, ci si trovi ad essere scalzati da nuovi competitor in SERP. 

Naturalmente, non è detto che ogni volta che c’è un aggiornamento o un cambiamento nella gerarchia delle SERP si venga sbalzati via, a volte si hanno dei miglioramenti del proprio posizionamento, altre volte ci si ritrova a dover inseguire nuovamente i concorrenti. 

L’algoritmo non è un meccanismo statico, ma si evolve in modo veloce e costante, con l’obiettivo di mantenere i risultati sempre in linea con le necessità e le richieste dell’utente. 

Perché per l’algoritmo l’obiettivo è fornire risposte coerenti a quello che l’utente chiede e di cui ha bisogno, ed è per questo che cambia e non può mai rimanere immutabili, come non possono rimanere invariate e statiche le esigenze del pubblico di riferimento, qualunque esso sia. 

Cosa s’intende con Core Update?

Un Core Update è un aggiornamento dell’algoritmo di Google, questo vuol dire che i parametri con cui l’algoritmo lavorava per decidere quali risultati mostrare in SERP e con quale gerarchia illustrarli agli utenti, vengono cambiati. 

Ecco perché il Core Update non tocca un singolo aspetto, ma ridefinisce il modo in cui centinaia di segnali vengono interpretati e ponderati per stabilire la rilevanza di una pagina. 

Gli effetti dei Core Update nella maggior parte dei casi sono subito visibili: un sito può guadagnare posizioni importanti, oppure perdere visibilità anche su keyword consolidate. 

Per questo i Core Update vengono vissuti con apprensione: non si sa mai in quale direzione andrà la bilancia, e si potrebbe assistere a un cambio degli equilibri digitali anche in poche ore.

Perché Google rilascia aggiornamenti così impattanti

Google ha un obiettivo specifico come motore di ricerca: organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente accessibili e utili. 

Con miliardi di nuove pagine pubblicate ogni anno, la sfida è mantenere le SERP allineate con ciò che gli utenti si aspettano davvero. Oggi con l’IA Overview, Google cerca, ancor più di prima, di rispondere direttamente all’utente sfruttando varie risorse da diverse fonti, che ora si vedono citate nella sezione a destra dell’overview. 

Questo cambiamento impatta ancora di più sulle SERP e rende rilevante il lavoro della SEO per riuscire sia a posizionare il sito sia per riuscire a capire in che modo rendere le proprie pagine ottimizzate al fine di poter rientrare non solo tra le prime posizioni ma anche tra le fonti citate nell’IA Overview. Un lavoro che richiede: attenzione ai segnali come l’attinenza al contesto semantico, la creazione di contenuti autorevoli, la cura della UX del sito e la coerenza con l’intento di ricerca. 

L’impatto sulle PMI

Per le piccole e medie imprese, il problema di un Core Update che penalizza il sito è che questo può essere impattante sull’attività, soprattutto se si denota un calo di posizionamento sulle pagine che portano maggior traffico e conversioni;

Ad esempio, un calo del 30% dopo un aggiornamento potrebbe voler dire meno ordini, meno richieste di preventivo, meno appuntamenti.

Proprio per questo, la risposta non può essere improvvisata. Ma soprattutto le PMI dovrebbero lavorare su una strategia continua e costante, e avere al proprio fianco un professionista che possa interpretare i segnali e costruire strategie che resistano nel tempo.

Isan Hydi, CEO di Wolf Agency, sottolinea che: “Ogni Core Update è uno stress test per le strategie digitali. Le PMI però non devono viverlo come una minaccia, ma come un’occasione per capire se il lavoro svolto è davvero allineato alle esigenze degli utenti. I dati ci raccontano sempre la verità: saperli leggere e analizzare permette di evitare reazioni improvvise e dannose (dovute alla paura della perdita di posizionamento), aiutandoci a capire come lavorare, invece, su una strategia vincente che deve guardare sempre al lungo periodo”

Infatti, una delle reazioni più comuni che gli imprenditori hanno quando vedono una perdita di posizionamento è quella di correre a modificare titoli, inserire nuove keyword o cambiare meta description. 

Si tratta però di interventi superficiali, che raramente portano benefici concreti. Google non “punisce” con un Core Update, ma riorganizza le priorità in base a parametri più ampi.

Un altro errore frequente è affidarsi a supposizioni o voci di corridoio: ogni aggiornamento genera un’ondata di opinioni nei forum, molte delle quali prive di riscontro. Basare la strategia su ipotesi non verificate rischia di peggiorare la situazione. 

Il punto di partenza deve essere sempre l’analisi e il supporto da parte di professionisti della SEO in grado di interpretare gli scenari e agire con consapevolezza su eventuali cambiamenti delle SERP dovute a un update. 

Strategie pratiche per una PMI

Quando un Core Update ridisegna le SERP, le piccole e medie imprese rischiano di trovarsi in difficoltà se non hanno una strategia che si basa su un attento monitoraggio e adattamenti nel corso del tempo. 

Per evitare di inseguire il cambiamento in modo caotico, è utile adottare un approccio strutturato, fatto di azioni chiare e progressive. Alcune azioni che potrebbero essere svolte sono queste che vediamo insieme. 

Audit dei contenuti

Il primo passo è sempre l’analisi. Un audit dei contenuti non significa soltanto verificare quali pagine portano traffico, ma soprattutto capire il perché. È importante distinguere tra contenuti che attirano visitatori per parole chiave irrilevanti e contenuti che portano traffico qualificato, cioè utenti con reale potenziale di conversione.

Un audit ben fatto include:

  • l’analisi delle pagine più viste e di quelle con bounce rate elevato;
  • la verifica della pertinenza rispetto alle query per cui si posizionano;
  • l’aggiornamento dei testi obsoleti con dati recenti, esempi concreti e fonti autorevoli;
  • l’arricchimento dei contenuti “deboli”, magari troppo brevi o poco strutturati, con sezioni aggiuntive e approfondimenti reali.

Per una PMI, spesso vuol dire andare a lavorare sulle pagine informative al fine di renderle sempre più un asset per il proprio business, capaci non solo di attirare traffico, ma anche di generare fiducia e opportunità di conversione.

Analisi dei competitor

Un calo di traffico dopo un Core Update indica nella maggior parte dei casi che qualcuno ha preso il posto che prima occupava la tua pagina. 

Analizzare i competitor che hanno beneficiato dell’aggiornamento è un passaggio utile per capire quali segnali Google sta premiando nel tuo settore.

Gli elementi da osservare includono:

  • la struttura dei contenuti (sono più lunghi, più visuali, più orientati alla risposta immediata?);
  • la presenza di elementi di fiducia (recensioni, case study, testimonianze);
  • il livello di aggiornamento (pagine datate vs contenuti costantemente rivisti);
  • il lavoro di link building (menzioni autorevoli, collaborazioni di settore, citazioni).

L’obiettivo non è copiare, ma individuare trend vincenti da reinterpretare secondo le proprie specificità.

Rafforzare l’architettura del sito: più chiarezza, meno dispersione

Un sito ben strutturato non è soltanto più gradevole per l’utente, ma è anche più facile da interpretare per Google. 

L’architettura delle informazioni deve essere pensata per accompagnare l’utente dal punto di ingresso fino alla conversione, senza passaggi inutili o disorientanti.

Per una PMI, questo significa:

  • organizzare le categorie in modo logico, evitando duplicazioni o sovrapposizioni;
  • inserire link interni coerenti, che guidino l’utente da un contenuto informativo a uno di servizio/prodotto;
  • ridurre i livelli di profondità delle pagine (meno clic servono per raggiungere un contenuto, meglio è);
  • ottimizzare menu, breadcrumb e call to action.

Un sito con architettura solida trasmette chiarezza, e la chiarezza è uno dei fattori che Google premia con maggiore continuità.

Mantenere una visione strategica

Il rischio più grande, soprattutto per chi gestisce una PMI, è quello di lasciarsi guidare dall’ansia del breve periodo. Dopo un calo improvviso di traffico, la tentazione è cercare soluzioni immediate, spesso poco ragionate. Ma la SEO è una strategia di lungo termine: quello che conta è costruire un posizionamento stabile, basato su contenuti di valore, esperienze utente curate e segnali di autorevolezza.

Una strategia lungimirante include:

  • la pubblicazione regolare di nuovi contenuti, senza interruzioni prolungate;
  • la manutenzione periodica dei contenuti esistenti;
  • l’investimento nella propria reputazione digitale (PR online, recensioni, partnership);
  • la costruzione di una community o di un pubblico fidelizzato attraverso newsletter, social o iniziative locali.

Google tende a premiare la costanza: un sito che dimostra di essere vivo, aggiornato e affidabile nel tempo ha molte più probabilità di recuperare o rafforzare la propria posizione dopo un aggiornamento.

I Core Update in ogni caso non devono essere vissuti come catastrofi, ma come momenti di verifica. Chi ha lavorato bene sulla qualità e sulla fiducia, spesso ne esce rafforzato. Ma nel caso si venga penalizzati non è il momento di perdere le speranze ma bisogna agire in modo ponderato, attento e basandosi il più possibile sull’analisi e sui dati. Serve ricordare che soprattutto per le PMI la SEO non può essere un’attività isolata e saltuaria ma deve far parte di una strategia integrata e costante.