Cesano Boscone

Il boom di preferenze, la nuova vita da sindaco a consigliere regionale: intervista a Simone Negri

Chiacchierata a tutto tondo con il neo eletto consigliere in Regione, oggi sindaco di Cesano Boscone

Il boom di preferenze, la nuova vita da sindaco a consigliere regionale: intervista a Simone Negri
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CESANO BOSCONE - Per anni abbiamo scritto di lui sulle pagine di questo giornale in qualità di sindaco di Cesano Boscone. Per me è sempre stata molto particolare come situazione, visto che ho condiviso con lui i cinque anni al Liceo Scientifico G.B. Vico di Corsico.

La “nostra voce” in Consiglio regionale

Mi fa anche strano porgergli le domande “dandogli del Lei”, per finta, per formalità. Proprio quella che ho voluto abbandonare in questa occasione, visto che Simone è di casa su queste pagine e anche perchè l’occasione è particolare: qualcuno del nostro territorio sarà chiamato a rappresentare la “nostra voce” in sede di Consiglio regionale, seppur tra i banchi dell’opposizione.

5.661 preferenze alle Elezioni Regionali

Un boom di consensi per quello che tra qualche giorno sarà ormai l’EX sindaco di Cesano Boscone: 5.661 preferenze alle Elezioni Regionali (quarto degli eletti in Consiglio, tra i banchi dell'opposizione, in quota Partito Democratico), di cui 2.180 solo nella sua Cesano. E’ un cambio di ruolo che mi intriga, nella forma e nella sostanza. Un po’ di parole in libertà, dunque, con il Simone uomo e il Negri politico, che ringrazio per aver voluto accogliere questa mia richiesta.

L'intervista a Simone Negri

Con l’arrivo del mese di marzo ci sarà l’insediamento vero e proprio del nuovo Consiglio regionale. Come vivi questo passaggio da sindaco di una città a consigliere in minoranza in Regione?

Sicuramente con molta curiosità per il nuovo ruolo e con un po’ di apprensione perché come sempre bisogna dimostrare a se stessi di essere all’altezza e trovare le misure di ciò che si sta facendo. Nel frattempo ho diverse questioni da seguire a Cesano, quindi mi distraggo facendo altro…

Hai ottenuto un numero di preferenze davvero importante: come te lo spieghi?

Chiaramente speravo di essere eletto, ma non pensavo di arrivare a oltre 5.600 preferenze. Da un lato a Cesano è stato premiato il lavoro dell’amministrazione di questi anni e il rapporto di simbiosi con la cittadina mentre in altri comuni ha pagato l’aver collaborato con tanti amministratori locali. Sono più in difficoltà nello spiegare le oltre 1.200 preferenze sulla città di Milano: alla base c’è sicuramente una bella rete di contatti ma forse ha contribuito la campagna sui social e l’aver frequentato alcune emittenti locali. Qualche giorno fa mi ha scritto un ragazzo di Pavia che non conosco: “Era il mio primo voto, ho votato per te”. Per fortuna che ha messo la X anche sul simbolo del PD, diversamente il voto non sarebbe stato valido...

Quale ruolo può giocare l’opposizione in un contesto come quello del Consiglio regionale? Sarete spettatori o potete essere protagonisti e in che modo?

Il risultato complessivo è durissimo con il centrosinistra e ci dice che la gente non ha valutato credibile la nostra proposta, al di là dell’ottima campagna elettorale condotta da Majorino. Dobbiamo creare l’alternativa per tempo, intanto facendo un’opposizione ferma, non gridata, ma risoluta. E dobbiamo portar fuori dal palazzo le battaglie che intendiamo fare: sono rimasto molto colpito che in tanti, durante i banchetti, riportassero tutte le responsabilità delle scelte di competenza regionale al governo di Roma. E generalmente si pensa che le regioni siano enti con poche attribuzioni: è vero esattamente il contrario! Dobbiamo essere in grado di far comprendere alle persone quanto le decisioni che vengono prese lì dentro sono rilevanti per la vita di tutti e che noi abbiamo una visione di governo diversa a quella delle destre.

Quali sono, in particolare, le istanze di cui vuoi farti promotore in sede regionale?

Molto farà la scelta, da parte del gruppo PD, delle commissioni, quindi per il momento parlo di desiderata. Inevitabilmente, visto il peso nel bilancio della regione, mi occuperò di sanità, con particolare attenzione al ridisegno del servizio sanitario nei territori. Credo che proprio qui, nel produttivo nord, vi sia l’esigenza di radicare un “ambientalismo scientifico”, anche radicale nelle scelte ma che con competenza e solide basi e che sappia guidare una vera transizione ambientale ed energetica: pensate alle sfide immani ed inedite che dobbiamo affrontare, addirittura la siccità in Pianura Padana!

Come sinistra dobbiamo anche ricostruire un profilo a livello regionale sul lavoro, alla luce delle tante aziende, delle crisi e della riconversione di interi settori industriali e di tanti appalti pubblici in cui spesso i lavoratori non sono adeguatamente tutelati. Alla luce della mia esperienza amministrativa, credo che sarà anche importante garantire ai tanti sindaci un rapporto costante e ampia disponibilità per le tante questioni di competenza regionale. Va da sé che su questo voglio spendermi.

Detto tra noi… Ti mancherà la tua Cesano?

Penso mi mancherà il fare il sindaco di Cesano, non tanto Cesano perché resta la mia casa e spero di riuscire a mantenere la presenza sul territorio. Mi sento parte della comunità e al di là del ruolo voglio continuare a vivere la vita cittadina. Sento anche la responsabilità e tanta riconoscenza per questo paese e in un certo senso credo mi sentirò sempre coinvolto. Mi preoccupa invece il passare dall’attività di governo, pur locale, alla dimensione dell’opposizione. Non è questione di “potere” ma quando governi sei dentro i processi, vedi il risultato delle tue scelte – anche una semplice aiuola – e ti metti alla prova. L’opposizione è oggettivamente un lavoro diverso…

Come avviene ora la transizione verso le nuove elezioni comunali? I progetti aperti su Cesano proseguono o segneranno una battuta di arresto?

A seguito della proclamazione degli eletti partirà la procedura cosiddetta di decadenza fino a quando il consiglio comunale dirà che non sarò più sindaco di Cesano. Ci vorrà qualche settimana, forse qualche mese. Verrò sostituito dal vicesindaco che porterà a termine il mandato. Proprio in questi giorni stiamo lavorando al bilancio che verrà approvato a marzo in consiglio comunale e che darà slancio alle principali opere in gestazione, legate al PNRR in particolare. Siamo tra i comuni che hanno ottenuto più finanziamenti e ce la stiamo mettendo tutta per portare a termine tutti i progetti, proprio in una fase in cui diversi enti locali stanno restituendo i fondi perché stritolati dalle scadenze. Non sarà semplice ma sono fiducioso. Credo che intorno al 2026 avremo una Cesano parecchio diversa…

Cosa è mancato al PD di questi ultimi tempi e cosa potrà portare il nuovo corso con Elly Schlein alla guida del partito?

Non basta lo spazio di questa intervista per descrivere i mali del PD… Provo a riassumerla così, per come la vedo io: è un partito che è stato al governo senza un chiaro mandato elettorale ed ha preso la forma dei vari governi tecnici o di larghe intese cui ha partecipato. È mancata una chiara linea politica e si è creato un fossato tra noi e le persone, passando da partito popolare a partito-istituzione, avvertito come freddo e ostile dalla gente. Inoltre anche in Italia la sinistra si scontra con le difficoltà nell’interpretare o fornire soluzioni a un mondo nuovo, quello globalizzato in cui il capitalismo ha preso il sopravvento.

Manca un’elaborazione adeguata e per questo credo molto al ruolo che ancora oggi possono rivestire i partiti. Per gli altri schieramenti è più facile: o sono per la conservazione dello status quo – e poi fanno finta di non vedere le emergenze che viviamo come il cambiamento climatico o le ingiustizie sociali – oppure raccolgono il malcontento con slogan populisti senza essere in grado di governare.

Spero che Elly Schlein sia in grado di dare al PD una linea chiara e penso che rappresenti il cambiamento che il nostro popolo ci ha chiesto con gran forza. Spero dedichi del tempo per lavorare su una riforma del nostro partito e soprattutto sul ridare ruolo agli iscritti nelle scelte. Abbiamo bisogno di coltivare un popolo della sinistra e, pur in tempi grigi, ridare alle persone una speranza di riscatto.

A cura di Andrea Demarchi

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