30 anni di Afterhours | Il concerto al Forum

Trent’anni di carriera di una delle band rock più longeve del nostro Paese. Manuel Agnelli e compagni, lo scorso 10 aprile, hanno suonato per più di tre ore tutta la loro storia.

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ASSAGO - Un Forum così pieno non si era mai visto. E neanche gli Afterhours si erano mai visti così: in scena sul palco più importante della loro città e davanti a 11.000 persone, arrivate da tutta Italia, per celebrare i trent’anni di carriera di una delle band rock più longeve del nostro Paese. Manuel Agnelli e compagni, lo scorso 10 aprile, hanno suonato per più di tre ore tutta la loro storia, iniziando da un quintetto che è il sogno di ogni fan degli After: Dentro Marilyn, Strategie, Germi, Ossigeno e Il sangue di Giuda hanno aperto le danze alla lunga festa della band.

Un salto nel passato

Tutto il concerto è quasi un salto indietro nel tempo, in cui ripercorrere le tappe fondamentali degli Afterhours: cambiano gli album, cambiano le formazioni della band, cambiano gli abiti di scena. Un viaggio che parte da Folfiri o Folfox e arriva agli anni ’80: una botta dritta al cuore, precisa, che sa dove andare a parare. Gli Afterhours sono grandi, d’età e di consapevolezza, dopo i club, l’estero, Sanremo, la tv, hanno esplorato tutto e oggi possono permettersi il lusso di suonare brani sperimentali, senza nemmeno una parola, al Forum di Assago senza dimenticare, però,  a chi devono tutta questa libertà di oggi.

Il grazie di Manuel dal palco

“Quello di stasera è un punto di arrivo e siamo molto fortunati ad avervi qui” grida Manuel Agnelli al pubblico, prima di una trionfale Non voglio ritrovare il tuo nome. C’è la complessità di Padania, c’è l’esuberanza di Hai paura del buio, c’è il viaggio di Quello che non c’è, c’è la voglia di celebrare insieme a chi c’era da sempre. Così Giorgio Prette, storico batterista, torna sul palco per regalare i brani di Ballate per piccole iene e così fino alla primissima formazione del gruppo.

Tutto partì da un 45 giri

Si torna indietro sino al 45 giri d’esordio, in cui Agnelli cantava in inglese e indossava t-shirt dei Looney Tunes. Si arriva, poi, sin sugli spalti del Forum: i sei musicisti sono saliti in alto per regalare al pubblico le versioni acustiche di Non è per sempre e Bianca, perché in fondo, anche loro volevano provare che effetto fa vedere gli Afterhours da lì. Forse tanti avevano già visto il loro frontman in tv, come giudice di X-Factor, ma è lo stesso Agnelli a dichiarare che la curiosità nata dal talent non è sicuramente la sola molla che ha mosso il pubblico di questa sera.

Una grande festa

Ci vuole pazienza, ci vuole attenzione, ci vuole anche un certo pelo sullo stomaco, per resistere trent’anni sulla scena e per amare la musica di una band, che in fondo lo doveva non solo ai fan ma anche a sé stessa: gli Afterhours si meritavano una festa enorme, piena di gente che urla a un pianoforte “Torneremo a scorrere”, si meritavano un tale riconoscimento di affetto e un abbraccio per ripartire, dopo questi primi trent’anni, ancora più forti di prima. Sì, gli Afterhours si meritavano proprio un concerto così.

Roberta Campagna

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