Vestiti in vendita su Instagram: maxi truffa, raggirati 1500 ragazzi VIDEO

I componenti della banda sono tutti di Buccinasco, Rozzano, San Donato e Lacchiarella. Cinque arresti e 12 denunciati

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Vestiti in vendita su Instagram: maxi truffa, raggirati 1500 ragazzi

Vestiti in vendita su Instagram: maxi truffa, raggirati 1500 ragazzi

BUCCINASCO – Cinque persone arrestate e 12 denunciate. La sinergia tra polizia postale di Bologna e quella di Milano ha consentito di scoprire un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata.

2400 truffati

Nell’operazione della polizia postale, denominata Safe social, sono 2.400 gli utenti risultati truffati dalla banda, di cui 1.600 adolescenti. La banda organizzava raggiri mettendo su internet capi di abbigliamento in vendita a prezzi appetibili, utilizzando in particolare Instagram.

I componenti della banda tutti dell’hinterland milanese

Esperti di internet e social, i componenti della banda erano tutti dell’hinterland milanese, tra Buccinasco, Rozzano, San Donato e Lacchiarella. In un anno, sono riusciti a guadagnare dalle truffe oltre 250mila euro. L'attività criminale, iniziata nel 2018 e proseguita fino al 2020, speculando anche sull'emergenza sanitaria che ha costretto alla chiusura numerosi esercizi commerciali al dettaglio, ha sfruttato l'uso massivo della rete per lo shopping online. Principali vittime delle truffe online sono stati i più giovani che trascorrendo le ore in casa a causa del lockdown, si sono dedicati agli acquisti in rete, attirati dalla proposta di capi d’abbigliamento alla moda a prezzi convenienti.

Profili instagram con migliaia di followers per rendersi affidabili

Per tendere meglio la trappola, i truffatori utilizzavano profili Instagram con migliaia di followers, in modo da rendersi più affidabili agli occhi delle vittime. Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su Instagram e indotti al pagamento mediante ricariche di carte prepagate. Successivamente, i truffatori, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole a effettuare un nuovo pagamento, adducendo giustificazioni pretestuose come spese di dogana o problemi fiscali.

Le indagini

L'analisi dei movimenti di denaro sulle 15 carte prepagate utilizzate per raccogliere i proventi dell'attività, incrociati con i tabulati telefonici dei sodali e ulteriori riscontri investigativi, hanno consentito di identificare 2.400 vittime di cui 1.600 minori.

All'interno dell'associazione ognuno aveva il suo ruolo specifico: c’era il promotore, titolare di quattro carte utilizzate per ricevere i proventi poi in parte monetizzati mediante prelievi presso sportelli bancomat, altri coinvolti nella gestione dei profili social e dei contatti con le vittime (avvenuti anche tramite WhatsApp), oltre ai diversi prestanome intestatari di carte prepagate su cui venivano trasferiti gli illeciti profitti.

Tutti gli indagati sono stati sottoposti a perquisizione personale e domiciliare. Cinque componenti della banda, con un ruolo ben definito all’interno dell’associazione, sono finiti agli arresti domiciliari, con il divieto di utilizzo di apparecchiature telefoniche e informatiche. Inoltre, sono stati sequestrati i profili Instagram truffaldini, le carte prepagate e i conti corrente dove venivano riversati i proventi illeciti.

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