Vandali devastano villetta confiscata ai narcos
Porta sfondata, stipite divelto, bottiglie di birra e immondizia abbandonata in giardino, dicono dal Comitato Molise 5.
Vandali devastano villetta confiscata ai narcos.
Vandali devastano villetta confiscata ai narcos
ROZZANO – “Il Comitato Molise 5 nasce dalla volontà di partecipazione civica di un gruppo di liberi cittadini di Rozzano e rappresentanti di piccole associazioni del terzo settore che operano sul territorio quale espressione più alta di coinvolgimento e coesione sociale”. Si descrivono così i protagonisti di un Comitato che opera con passione e determinazione per restituire alla cittadinanza la villetta confiscata in via Molise al 5.
La trasformazione della villetta
Due piani, giardino immenso, fioriere grandi come vasche e statue alte un metro. Era la villetta di Mario Adduci, nato a Napoli nel 1966. Finito nella rete degli inquirenti già nel 1998, accusato di spaccio, si è poi beccato quasi 20 anni dopo un’operazione della Squadra Mobile di Milano che nel 2009 aveva scoperchiato i fitti traffici di droga con il Sud America. Una decina di anni fa la villetta gli è stata strappata: sequestrata, confiscata e restituita a bene comune. Da allora, cittadini, Amministrazione e associazioni (come Circola) hanno lavorato in sinergia per rimetterla a nuovo. Da villa dei narcos a bene di tutti, un “presidio dell’antimafia sociale”, come spiegano dal Comitato Molise 5. Insomma, tanto impegno, tanto tempo passato per renderla un posto migliore.
Le parole del Comitato Molise 5
“Abbiamo trovato la villetta in questo stato: la porta sfondata, con lo stipite divelto, bottiglie di birra e immondizia abbandonata in giardino – dicono dal Comitato –. Vogliamo ricordare a tutti che la villetta è un bene comune ed è compito morale di tutti prendersene cura. Come Comitato, vogliamo condividere le nostre preoccupazioni circa l’accaduto e vorremmo sentirci meno soli in questo duro compito di restituire un bene confiscato ai cittadini, cercando di diffondere un senso di appartentenza e cura per ciò che è pubblico. Speriamo che qualche coscienza si animi e ci aiuti a mantenere vivo e sano questo posto”. La condanna è arrivata anche dal sindaco Barbara Agogliati: “Nulla dà più fastidio di un bene confiscato che torna alla comunità. Ma noi andiamo avanti: non arrendiamoci”.
Francesca Grillo
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