Una cerimonia e una preghiera per le vittime del coronavirus VIDEO

Il sindaco Gianni Ferretti si è fatto portavoce di tutta la comunità rozzanese che piange da lontano i propri morti.

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Una cerimonia e una preghiera per le vittime del coronavirus.

Una cerimonia e una preghiera per le vittime del coronavirus

ROZZANO – Salgono i numeri del contagio a Rozzano e non deve stupire: i numeri importanti della popolazione e la densità abitativa rendono perfettamente in linea con altri territori simili i dati della trasmissione del virus. Gli ultimi numeri parlano di 60 casi positivi, decine di persone in quarantena e purtroppo dieci decessi. Vittime di cui non si conosce l’esatta causa della morte, ma tutte sono state trovate positive al covid-19. Tante persone non hanno potuto salutare per l’ultima volta i propri cari, costretti in un reparto di terapia intensiva, intubati, stretti dall’abbraccio di medici e infermieri che si stanno sostituendo alle famiglie per portare l’ultimo saluto, l’ultima stretta di mano.

 

La celebrazione speciale nella chiesa di Sant’Ambrogio

In più, ad appesantire il dolore per la perdita di un caro, di un amico, c’è anche la condizione di non poter celebrare i funerali, con un degno addio alla persona che si perde. A farsi portavoce del dolore di tante famiglie, ci ha pensato il sindaco Gianni Ferretti che ha voluto partecipare a una celebrazione speciale nella chiesa di Sant’Ambrogio con una preghiera per tutte le vittime rozzanesi morte in questi giorni. Il primo cittadino, il vice sindaco Cristina Perazzolo e l’assessore Domenico Anselmo si sono uniti alle preghiere di don Roberto e hanno espresso la loro vicinanza a tutte le famiglie in lutto, costrette a piangere da lontano i propri cari.

Gli amministratori si sono fatti portavoce di tutta la comunità rozzanese

Gli amministratori hanno voluto portare il cordoglio dell’intera comunità, una preghiera per tutti, non solo per le vittime ma anche come speranza per tutti. “Sono ore di preoccupazione, di dolore, di condivisione - ha detto don Roberto durante la cerimonia -. In prima linea ci sono gli operatori sanitari, nella seconda linea ci siamo noi tutti. Il nostro pensiero va ora ai famigliari. Anche Gesù nel momento del dolore e della sofferenza ha avuto bisogno di qualcuno vicino. È uno strazio non poter stare accanto ai propri parenti in questo momento. Questa nostra semplice preghiera è per condividere il dolore, provare a consolare e a far sentire la nostra forte vicinanza”.

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