Un nuovo passo in avanti di un’indagine molto complessa partita da numerosi episodi ai danni di persone anziane. I truffatori agivano prevalentemente da cittadine del sud del nostro Paese. Una milanese di 73 anni nascondeva in casa la refurtiva della banda.
Truffe agli anziani: 15 perquisizioni tra Milano, Napoli e Salerno
MILANO – La Polizia di Stato e la Polizia Locale di Milano, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, hanno eseguito nei giorni scorsi una serie di perquisizioni domiciliari e personali nelle province di Milano, Napoli e Salerno. L’operazione ha coinvolto quindici cittadini italiani, indagati per associazione a delinquere finalizzata alle truffe ai danni di persone anziane.
Le perquisizioni, disposte dal Pubblico Ministero e realizzate martedì 7 ottobre con il supporto delle Squadre Mobili di Napoli e Salerno, rappresentano un nuovo passo di un’indagine complessa partita da numerosi episodi registrati a Milano e in altre località italiane. Gli investigatori sono riusciti a individuare anche una 73enne milanese, incaricata di custodire temporaneamente la refurtiva prima di trasferirla a Napoli.
Ricostruita la rete criminale
L’inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Milano insieme al Pool Antitruffe della Procura, ha permesso di ricostruire l’intera rete criminale. Le chiamate alle vittime partivano da due appartamenti situati nel capoluogo campano: i truffatori si alternavano impersonando di volta in volta un “falso carabiniere o avvocato” oppure un “finto nipote o postino”, convincendo gli anziani a consegnare denaro e gioielli.
Nemmeno durante l’estate l’attività era stata interrotta: per continuare a operare, i responsabili avevano spostato la loro “centrale operativa” in un bungalow all’interno di un villaggio turistico della provincia di Salerno, dove trascorrevano contemporaneamente le vacanze.
Il modus operandi
Due gli schemi principali messi in atto. Nel primo, la vittima veniva contattata da un uomo che si fingeva carabiniere, informandola che un familiare era rimasto coinvolto in un incidente stradale e rischiava l’arresto. Poco dopo interveniva un complice, spacciandosi per avvocato, che chiedeva una “cauzione” in contanti o gioielli da consegnare a un incaricato.
Nel secondo, il truffatore si presentava come il nipote della vittima e le chiedeva di ricevere un pacco a suo nome; subito dopo, un altro finto familiare spiegava che per ritirarlo serviva del denaro a causa di presunti problemi con i carabinieri.
I sequestri
Le perquisizioni hanno portato al sequestro di 40 telefoni cellulari, 5 tablet, 15mila euro in contanti e numerosi gioielli in oro, ritenuti il provento delle truffe.