Traffici di cocaina e armi da Trezzano a Pescara: arrestato Guzzardi

Nome noto, i Guzzardi sono legati ai Ciulla, a loro volta estensione di Cosa nostra alle porte di Milano. L'arrestato lavorava al cimitero di Rozzano.

Traffici di cocaina e armi da Trezzano a Pescara: arrestato Guzzardi
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Traffici di cocaina e armi da Trezzano a Pescara: arrestato Guzzardi.

Traffici di cocaina e armi da Trezzano a Pescara: arrestato Guzzardi

TREZZANO SUL NAVIGLIO – Dagli affari coi narcos colombiani, alla droga spedita a Pescara. La “carriera” di Antonino Guzzardi termina con l’arresto, ieri, in seguito a un’operazione della Guardia di finanza abruzzese che ha messo in luce un traffico di droga e armi che dalla provincia di Milano arrivava a Pescara.

Tre gli arrestati

Un 29enne di origini foggiane ma residente in Abruzzo, destinatario della merce, a cui è stato sequestrato un pacco da 300 grammi di cocaina e una pistola con la matricola abrasa. Il secondo è Vincenzo Mannino, 55enne di Albairate, il corriere che trasportava la droga. Il terzo è un nome noto, Antonino Guzzardi, 63 anni. Tutti e tre sono ai domiciliari, in attesa degli interrogatori di garanzia.

Il legame con i Ciulla

Una storia, quella della famiglia Guzzardi, che si intreccia con la famiglia Ciulla, estensione di Cosa nostra in Lombardia. I due nuclei sono uniti da rapporti di affari e legami di sangue, siglati dai matrimoni tra famiglie. Considerati temibili e padroni di Trezzano negli anni Settanta, si sono trasferiti da Palermo per allargare i giri d’affari (sporchi) nella provincia milanese, trovando terreno fertile per “allungare i tentacoli”, come scrivono gli inquirenti nelle carte delle inchieste per mafia.

I Ciulla si inseriscono profondi nel tessuto di Trezzano, costruiscono palazzine e negozi, tutto “con i soldi di sequestri e traffici”. Legati ai Badalamenti e a Luciano Liggio, i Ciulla si trasferiscono a Trezzano a metà degli anni Sessanta e ci rimarranno per decadi, passandosi il testimone tra famigliari. Una dinastia nata nel 1912 da Pietro Ciulla e dai suoi dieci figli, cinque maschi e cinque femmine. Le fedi nuziali uniscono il cognome dei Ciulla con quello di Carollo, Geraci, Guzzardi.

Le villette confiscate

La guerra tra palermitani mafiosi arriva fino alle porte di Milano e le alleanze iniziano a saltare. Ai tavolini della pizzeria Gigi di Cesano Boscone, nel 1979, viene ammazzato Francesco Guzzardi, padre di Antonino. I Ciulla e i Guzzardi, dopo aver creato il loro feudo di villette e auto di lusso, iniziano un declino. Via Donizetti a Trezzano era la loro fortezza, la “strada della mafia”, fino a quando quelle villette vengono sequestrate, confiscate, diventano simbolo di lotta, e l’impero dei Ciulla e Guzzardi inizia a sgretolarsi sotto i colpi delle confische.

Il traffico di cocaina

È il 1993 quando la Dda di Milano (con intuizione del procuratore Francesca Marcelli) accende un faro sui traffici di cocaina dal Sud America alle porte di Milano. Tonnellate di polvere bianca nascosta sotto le chiglie delle navi. Tanto che ci vogliono i sub per scoprire dove i narcos piazzavano i panetti comprati dai feroci del cartello colombiano. Le cronache parlano di Antonino Guzzardi come “persona di fiducia”, l’unico in grado di tenere rapporti con i sudamericani.

Ma l’operazione denominata “Fine” è evocativa: il punto sugli smerci di droga viene messo dagli inquirenti. Antonino finirà poi in carcere, sarà accusato di rapine, esplosivi, droga, armi, ma mai per mafia. Guzzardi era uscito dal carcere qualche anno fa e si era messo a lavorare a Rozzano, in una cooperativa che gestisce i servizi cimiteriali. In parallelo, gestiva i traffici di cocaina. Non più con i feroci di Medellin, ma con gli spacciatori abruzzesi.

FG

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