La testimonianza di Claudio, positivo al covid-19: "Non abbattiamoci, si ripartirà"

Il racconto di Claudio Migliavacca, ricoverato a Cinisello: "In ospedale persone meravigliose, stremate ma instancabili".

La testimonianza di Claudio, positivo al covid-19: "Non abbattiamoci, si ripartirà"
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La testimonianza di Claudio, positivo al covid-19: "Non abbattiamoci, si ripartirà".

La testimonianza di Claudio, positivo al covid-19: "Non abbattiamoci, si ripartirà"

MILANO – Una testimonianza che racconta cosa significa trovarsi da un giorno all’altro con una maschera dell’ossigeno sul naso. Claudio Migliavacca è consulente, si occupa di strategie di comunicazione, retail e pharma. Ha deciso di raccontare gli attimi che sta vivendo, da quando il test per covid-19 è risultato positivo.

Prima in ospedale, ora a casa

“Sono in ospedale da una settimana – inizia il racconto –, ho avvisato immediatamente colleghi, amici e conoscenti con i quali ho avuto modo di incontrarmi fino a fine febbraio, prima dell’autoisolamento. Va tutto bene, valori in miglioramento. La famiglia sta bene, per fortuna separandomi con grande anticipo per un sospetto avuto subito dopo Codogno. Ora sono isolati in casa, in quarantena, e aiutati da un fantastico cordone di amici affettuosi e stra disponibili a cui va tutta la mia gratitudine”.

Io racconto della malattia

Claudio dice di essersi fatto un’idea chiara del coronavirus e vuole “raccontare l’evoluzione della mia malattia, che non vuole essere assolutamente un parere medico, ma che potrebbe aiutare qualcuno: l’excursus iniziale è una fase delicata per non perdere tempo ma difficilmente valutabile. Difficile in primis per il malato che è giustamente preoccupato, per il medico di base che non ha strumenti diagnostici (tranne l’ascolto del respiro) e per il 112, molto professionali e disponibili ma un filo respingenti rispetto al tampone e al ricovero e si può intuirne il motivo. E comunque l’ospedale è oggi l’unico luogo nel quale fanno il test e a mio parere giustamente”.

La febbre in aumento e la preoccupazione

La malattia è progredita con una febbre leggera per una settimana, sotto i 37.8, poi in progressivo aumento nonostante dosi di Tachipirina. Da due compresse giorno sono arrivato a 5 alla fine della seconda settimana, con un impatto terapeutico sempre meno rilevante e la febbre oscillante rapidamente tra 38 e oltre 39. Dopo l’auscultazione del medico di base e una prima serie inutile di antibiotici ho iniziato a preoccuparmi seriamente”.

La chiamata al numero verde regionale

Nel dubbio, Claudio ha allertato numero verde regionale, 112, Ats per verificare la possibilità del tampone e quali sintomi interpretare come gravi e causa di un possibile ricovero. “Il 112, per altro professionale e stra disponibile, per tre volte mi ha detto di allarmarmi quando sarebbero state evidenti le difficoltà respiratorie e comunque sottolineavano che “mandarla in ospedale è a suo rischio e pericolo di contagio”.

Le sintomatologie di Claudio

Io non ho avuto tosse, non ho avuto evidenti cali respiratori che sono, per il 112, sintomi scatenanti. Le mie sintomatologie sono state febbre, nausea, mal di testa. Tutto in crescendo. Per 12 giorni non ho mangiato, ho perso otto chili, quindi grande debolezza”. Poi, l’ultima chiamata al 112: “Dopo 40 minuti sono venuti a prendermi”.

L'ingresso in ospedale

“All’ingresso al pronto soccorso con visita medica e lastre, ai medici è parsa chiara la mia situazione e hanno predisposto il ricovero, cosa avvenuta dopo circa 8 ore di attesa nell’area dedicata e isolata. Tutta la mia situazione è cambiata nell’arco delle 48 ore seguenti, vi dico solo che ho ripreso a mangiare, sforzandomi all’inizio e con appetito poi. Maschera con ossigeno, Tachipirina, cocktail vitaminici, antibiotico, eparina: questi i medicinali. La conferma della positività al tampone è arrivata qualche giorno fa, ma i medici la davano per certa, non è cambiato nulla nella terapia se non più rigore nell’uso della maschera per l’ossigeno”.

Ricoverato al Basssini di Ciniselllo: "Parlo quello che vedo"

Claudio ci tiene a raccontare la sua esperienza, sperando possa essere utile per qualcuno che si trova a vivere le stesse sensazioni. “Nessuna ansia: ora sto bene, febbre molto bassa ossigenazione del sangue buona, pressione e battito nella norma e crepitìi polmonari ridotti. Spero di lasciare presto il mio letto a chi ne ha bisogno”. Claudio è ricoverato al Bassini di Cinisello Balsamo, “per cui parlo per quello che vedo. L’ospedale è stato rivoluzionato in due/tre settimane, tutti i reparti “spenti” nelle loro specificità e riavviati per contrastare il covid-19. Un costo, anche solo per quello che si muove intorno a me, incalcolabile. Tutto il personale convertito a nuove mansioni con tutte le misure di protezione che potete immaginare. La mia stanza, in cui siamo in due, è zona rossa: tutto il personale già protetto, prima di entrare, deve raddoppiare guanti, mascherina, maschera di protezione, sovracamice, cuffia. Si copre, entra, fa, esce, si toglie uno strato e ricomincia. E suda, e non beve per non far pipì.

"Una dedizione e una umanità di cui non credo sarei capace"

Tutte queste persone stanno dimostrando una abnegazione e una dignità commovente. Una dedizione e una umanità di cui non credo sarei capace. Tanti giovani, tantissime giovani donne, infermiere, dottoresse, operatrici. A cui strappo un sorriso con gli occhi, un commento, scambio due parole anche sulla loro situazione e sul loro vissuto. E lo fanno con piacere prendendosi una manciata di secondi di riposo. Meritano gratitudine ora ma meriteranno tutta la nostra migliore considerazione dopo, nel post. Perché sono una parte competente, di coraggio, qualità e valore del nostro Paese e perché se lo meritano”. In ultimo, un messaggio di speranza per tutti: “Si ripartirà – conclude Claudio –, più forti di prima”.

Le coordinate dell'ospedale per donazioni

IBAN: IT 28 T 03111 01651 000000000343
CAUSALE: Emergenza Coronavirus - Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo
BENEFICIARIO: ASST Nord Milano

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