Il suono delle sirene e degli applausi: la commemorazione di Pinuccio La Vigna (FOTO e VIDEO)
La chiesa Maria Immacolata era piena, anche di colleghi arrivati da lontano, per celebrare il ricordo del loro compagno.
Il suono delle sirene e degli applausi: la commemorazione di Pinuccio La Vigna.
Il suono delle sirene e degli applausi: la commemorazione di Pinuccio La Vigna
PIEVE EMANUELE – Le lacrime le hanno trattenute a forza, ricacciate dentro gli occhi lucidi. Qualcuno i singhiozzi li ha nascosti sotto il suono delle sirene, quando il corpo dei volontari si è schierato per ricordare Pinuccio La Vigna, morto sotto quella trave maledetta che crollando ha ucciso il pompiere venerdì sera a San Donato Milanese. Le sirene dei mezzi come note del Silenzio di lutto.
Piazza Puccini si è riempita
Non solo di divise, ma anche di persone che avevano incrociato Pinuccio, che avevano avuto la fortuna di incontrare il suo sorriso e le sue parole. Ma anche di gente che nulla sapeva di lui, ma che ci è voluta essere, a dire grazie a uno sconosciuto che ha perso la vita mentre faceva il suo dovere, come dicono i colleghi. Un dovere da volontario. Pagato solo dalla passione e dalla soddisfazione di tornare a casa dopo il turno di notte per dire “anche oggi ho aiutato qualcuno”.
Pinuccio, 48 anni, a casa non ci è tornato
I colleghi sono ancora sotto choc, seguiti da uno psicologo che li affianca in questi giorni dove le immagini di quel dannato capannone sono ancora negli occhi di chi c’era. E non dimentica. “Stiamo provando a farci forza, dobbiamo continuare per lui, per Pinuccio, per come amava fare il vigile del fuoco”, si fanno forza i ragazzi della caserma di via Nilde Iotti.
Quelli della sua squadra, i pompieri che erano lì quella sera, devono stare fermi dieci giorni. Ordini da Roma. In questo tempo saranno seguiti dagli psicologi. Poi, decideranno se continuare, se se la sentiranno di tornare a indossare stivali e l’elmetto.
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
(foto Bennati)
La chiesa gremita
La chiesa Maria Immacolata era piena, anche di colleghi arrivati da lontano, per celebrare il ricordo del loro compagno. Poi, dall’altare, la Preghiera del pompiere. Quella che parla di fiamme e di sacrificio, di rinuncia. "La nostra vita è il fuoco". Parole che commuovono solo chi non conosce la vita dei pompieri, che vivono la caserma come un tempio sacro fatto di legami più forti del sangue. Le parole della preghiera non commuovono i pompieri, danno loro la forza per andare avanti. “Siamo uniti, come sempre”, dicono. “Lo dobbiamo a Pinuccio”.
Il sindaco Festa
Presente alla commemorazione anche il sindaco Paolo Festa, che ha voluto portare ancora una volta il suo sostegno ai colleghi. Da vigile del fuoco, non da sindaco. “Da uno di loro”, ha commentato. Domenica in via Nilde Iotti ci era passato anche Gioacchino Giomi, capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. Li ha stretti, uno per uno. Gli ha passato la mano sul viso, per fargli coraggio. E per dirgli grazie, con un gesto. C’era anche il direttore regionale Dante Pellicano, che già il giorno prima aveva fatto visita in caserma. C’era la compagna di Pinuccio, l’amatissima Amalia, con cui condivideva sogni e grandi progetti. Una casa, il matrimonio.
Il saluto di una città intera
Anche ieri sera, alla commemorazione, c’erano tutti. E c’era anche Pieve, che si è stretta intorno ai suoi volontari. Il silenzio, le sirene, poi l’applauso. Lunghissimo. Il rompete le righe per i pompieri, diretti verso la caserma. Per iniziare il turno di notte.
Francesca Grillo