Spacciava al Giambellino, preso lo "zio" pusher del quartiere VIDEO

L'uomo teneva in casa, chiusi in gabbie, nove grossi cani come sistema di difesa domestico.

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Spacciava al Giambellino, preso lo "zio" pusher del quartiere.

Spacciava al Giambellino, preso lo "zio" pusher del quartiere

MILANO – Deve rispondere dell’accusa di detenzione ai fini di spaccio, C.F., cittadino italiano di 45 anni arrestato dalla polizia. Gli agenti del Commissariato Lorenteggio hanno trovato a casa dell’uomo, in via Recoaro, strada interna del quadrilatero Aler del Giambellino, 700 grammi di hashish, 800 euro e materiale per il confezionamento della droga, oltre a un libricino con la contabilità delle vendite dello stupefacente e la messaggistica degli appuntamenti con la clientela.

Noto nel quartire tanto da ricevere l’appellativo di “zio”

Da qualche tempo gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato stavano raccogliendo informazioni sull’uomo, conosciuto solo per qualche precedente di polizia per reati contro il patrimonio e qualche diverbio in strada ma che, negli ultimi tempi, era ormai diventato noto tra gli spacciatori e i clienti in cerca di una dose, tanto da ricevere l’appellativo di “zio”.

Il morso del cane alla compagna dello "zio"

I poliziotti hanno accertato che l’uomo riceveva la clientela all’ingresso della sua abitazione, restando sempre al suo interno insieme a un numero imprecisato di cani, la cui presenza sembrava essere nota in quartiere. Lunedi pomeriggio, durante un servizio di appostamento vicino all’abitazione del 45enne, gli agenti, oltre al solito via vai di persone che attendevano la dose di droga dallo “zio”, hanno sentito le grida di una donna che lamentava di essere stata morsa da un cane e chiedeva l’intervento di un’ambulanza.

L’uomo aveva in casa nove cani

La donna ferita era la compagna dello spacciatore, morsa da uno dei suoi cani. In pochi minuti è arrivato un equipaggio del 118 che ha soccorso la donna e l’ha portata al pronto soccorso. I poliziotti hanno sfruttato questo momento per intervenire con una pattuglia in divisa, con la scusa di voler richiedere informazioni in merito all’accaduto. Così, l’uomo, senza insospettirsi, ha ricevuto gli agenti uscendo dall’abitazione. Gli agenti sono entrati in casa e, con l’aiuto di alcuni parenti del pusher, hanno tirato fuori i cani e messo loro le museruole. L’uomo aveva in casa nove cani, di cui alcuni pitbull, un pastore tedesco e un labrador particolarmente aggressivo, probabilmente proprio l’animale che aveva ferito la donna.

La perquisizione e le telecamere dello "zio"

Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato i 700 grammi di hashish, già porzionati e nascosti in varie parti della casa, alcuni dentro confezioni grandi termosaldate, altri custoditi in piccoli involucri pronti alla vendita. Inoltre, i poliziotti hanno scoperto che l’uomo si avvaleva non solo dei cani, che teneva chiusi in gabbia, ma anche di una serie di microcamere nascoste dentro vasi di plastica posizionati accanto alle finestre. I vasi erano stati opportunamente forati per permettere alle camere di inquadrare l’esterno dell’abitazione e tenere sotto controllo la situazione. Attraverso il sistema di sorveglianza collegato a un’applicazione sullo smartphone, lo “zio” riceveva in tempo reale tutte le immagini che immortalavano la presenza di sconosciuti vicino all’abitazione.

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