Sfratto RiMaflow rinviato, la gioia dei lavoratori: nasce RiMaflow 2.0 FOTO

Cinque mesi per nuovi progetti che vedranno lo spostamento della fabbrica e di tutte le attività in un’altra sede, sempre a Trezzano.

Sfratto RiMaflow rinviato, la gioia dei lavoratori: nasce RiMaflow 2.0 FOTO
Pubblicato:
Aggiornato:

Sfratto RiMaflow rinviato, la gioia dei lavoratori: nasce RiMaflow 2.0

Sfratto RiMaflow rinviato, la gioia dei lavoratori: nasce RiMaflow 2.0

TREZZANO SUL NAVIGLIO – A vincere è stata la solidarietà, il fatto che oltre 500 persone si siano presentate di mercoledì mattina (e già alle 8 i parcheggi erano pieni) per stare vicini ai lavoratori di RiMaflow ha dato un segnale (e una forza) importante.

Il tavolo in Prefettura

Un po’ di preoccupazione c’era: qualche settimana fa il procedimento di sfratto era solo stato rinviato (a stamattina, appunto), e i lavoratori (120, secondo RiMaflow) si sono schierati compatti per cercare una soluzione alternativa. La determinazione li ha premiati: il tavolo in Prefettura con UniCredit (proprietaria dei capannoni di via Boccaccio) e Cooperativa RiMaflow ha stabilito un rinvio al 30 aprile della procedura di sgombero.

WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.20.58
Foto 1 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.20.58 (1)
Foto 2 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.20.59
Foto 3 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.00
Foto 4 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.00 (1)
Foto 5 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.08
Foto 6 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.07 (1)
Foto 7 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.07
Foto 8 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.06
Foto 9 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.01
Foto 10 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.08 (1)
Foto 11 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.08 (2)
Foto 12 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.09
Foto 13 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.09 (1)
Foto 14 di 17
WhatsApp Image 2018-11-28 at 17.21.09 (2)
Foto 15 di 17
Sfratto RiMaflow rinviato
Foto 16 di 17
Sfratto Rimaflow rinviato
Foto 17 di 17

RiMaflow 2.0

Cinque mesi per progettare la “RiMaflow 2.0”, dice Gigi Malabarba, in prima linea questa mattina a guidare il corteo per le vie di Trezzano, passando di fronte all’IperDì, simbolo di altri lavoratori lasciati a casa, e poi in un’altra fabbrica ormai abbandonata, l’AutoSystem. Un corteo di allegria, dove tutti si abbracciavano, dove i sorrisi e i cori erano da finale dei Mondiali. Ma la vittoria si chiama “dignità”, la parola che tutti i lavoratori usano per descrivere l’esperienza di RiMaflow, il progetto di autogestione e recupero della fabbrica che un tempo, prima del trasferimento della produzione in Polonia, era leader nella realizzazione di componenti di auto. Poi, oltre 300 lavoratori sono stati lasciati a casa, ma invece di abbattersi hanno deciso di rimboccarsi le maniche e creare una cittadella dei mestieri con laboratori artigianali e altre attività. I lavoratori però lì non potrebbero starci, nonostante “in questi anni abbiamo presidiato spazi che avrebbero potuto andare in mano a vandali e balordi senza scrupoli – raccontano –. Noi li abbiamo tenuti come fossero nostri, abbiamo prodotto lavoro e quindi dignità”. Quei capannoni sono di UniCredit che vuole rientrare in possesso della proprietà.

L'impegno preso

Anche lei, UniCredit, si è seduta stamattina al tavolo della Prefettura: “La Cooperativa Rimaflow si è impegnata a collaborare con il Gruppo UniCredit per trasferire le attività commerciali legali di RiMaflow, entro il 30 aprile, in una nuova sede secondo la proposta concordata con la Prefettura e Unicredit”, dice l’istituto bancario in una nota in merito all'accordo sottoscritto oggi davanti al Prefetto di Milano Renato Saccone. È stato lo stesso Prefetto a “riconoscere la bontà del progetto e l’utilità sociale”, raccontano da RiMaflow. Sfratto scongiurato, quindi. Almeno per ora.

Arrivare all'obiettivo iniziale

C’è tempo cinque mesi per nuovi progetti che vedranno lo spostamento della fabbrica e di tutte le attività in un’altra sede, sempre a Trezzano, con l’obiettivo di “salvaguardare i 120 posti di lavoro e di crearne altri, per arrivare all’obiettivo iniziale: restituire il lavoro agli oltre 300 operai che sono stati lasciati a casa in seguito alle scelte scellerate dell’azienda che non ha mai capito la cosa più importante: il vero valore non sono i soldi, ma le persone”, dicono gli operai.

Radunate centinaia di persone

Tanto sostegno da parte di cittadini, associazioni, personalità importanti del panorama culturale come Moni Ovadia che ha sottolineato: “La democrazia italiana è fondata sul lavoro, non sulla proprietà. Chi contrasta il lavoro è un bandito fuorilegge”. Solidarietà, vicinanza. RiMaflow è riuscita a radunare centinaia di persone che con canti e cori, in modo pacifico, hanno fatto vedere da che parte stanno, quella di RiMaflow.

Due figure "Garanti" al tavolo in Prefettura

Dalla stessa parte anche l’imprenditore Marco Cabassi e il direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti che hanno dato un “importante ruolo di garanzia al tavolo in Prefettura”, sottolineano da RiMaflow. “Oggi non si conclude il contenzionso – aggiungono – ma inizia un percorso molto impegnativo finalizzato al rilancio delle attività economiche e produttive che consenta di consolidare il lavoro e quindi il reddito. Avremo il tempo per programmare la RiMaflow 2.0. Tra le varie opzioni possibili discusse con i garanti, figura l’acquisizione degli immobili per tutte le attività di RiMaflow da parte di un gruppo di soggetti finanziatori che condividono il percorso di autogestione intrapreso: ciò significherà la definitiva uscita di scena di UniCredit Leasing dopo il 30 aprile”.

Ancora a Trezzano

RiMaflow, quindi, si sposterà con ogni probabilità in una fabbrica poche centinaia di metri più avanti, sempre a Trezzano. Un luogo più piccolo, maggiormente gestibile e senza i seri problemi strutturali della sede di via Boccaccio. “Peraltro RiMaflow vigilerà insieme ai cittadini di Trezzano sulle bonifiche obbligatorie che UniCredit dovrà effettuare nel sito di via Boccaccio 1 per evitare i danni all’ambiente e alla salute provocati dai capannoni dismessi.

Ringraziamenti ma anche delusione

Ringraziamo il Prefetto di Milano, Renato Saccone, per la sensibilità dimostrata e Giusi Massa che per anni ha seguito la vertenza RiMaflow, cercando una composizione del contenzioso: la firma di questo protocollo è un risultato molto positivo”. Ma i lavoratori hanno qualcosa da dire sul ruolo del Comune di Trezzano: “Ci dispiace che della partita non sia stato il Comune, che in questi anni non è stato in grado di cogliere le potenzialità del progetto RiMaflow e non ha svolto in nessun momento un ruolo propositivo per favorire un accordo tra le parti, appellandosi a un astratto concetto di legalità. Quando la legalità non coincide con la giustizia sociale qualcosa non funziona”.

La replica del sindaco Bottero

Ma il sindaco Fabio Bottero replica e parla proprio di legalità: “Il Comune segue la vicenda RiMaflow fin dal 2014, con l'obiettivo di trovare un percorso condiviso per regolarizzare la situazione, tanto da attivare il tavolo in Prefettura. È la stessa Prefettura a gestire il tavolo e riteniamo corretto, in questa fase, l'iter stabilito e i soggetti coinvolti. Contiamo che tutto si risolva per il meglio, nel rispetto della legalità: noi siamo a disposizione, come lo siamo sempre stati e anche la scorsa settimana abbiamo incontrato parte degli artigiani che intendono proseguire la propria attività nella cittadella dei mestieri”.

"Solo la mobilitazione dal basso ha ottenuto il risultato"

Per Rimaflow “la realtà è una: solo la mobilitazione dal basso, che si è concretizzata nella presenza di centinaia di persone oggi venute da tutta Italia per impedire lo sfratto, così come la mobilitazione di realtà sociali che apprezzano le scelte di solidarietà e mutualismo tra i lavoratori, ha ottenuto questo risultato, riportando UniCredit a negoziare”.

Il gol decisivo l’ha segnato la solidarietà

Intanto, a uscire vincitori dalla partita, dove il gol decisivo l’ha segnato la solidarietà, sono i lavoratori che fanno fatica a trattenere le lacrime quando dalla Prefettura arriva la telefonata che annuncia l’accordo. Urla, cori, musica, sorrisi e abbracci. È una finale dei Mondiali, tra lacrime e gioia. Un’operaia che lavorava in Maflow negli anni Novanta e che è rimasta a casa dopo la decisione di spostare la produzione, ora sta nelle cucine di RiMaflow. Ha vissuto il cambiamento con coraggio, dato dai figli e dai lavoratori che insieme si sono fatti forza. Sorride, dopo l’annuncio. Fuma una sigaretta, appoggiata al muro. Gli occhi le brillano, caccia dentro una lacrima, anche se è di gioia. Si gira, dice solo cinque parole: “RiMaflow è la mia vita”.

Francesca Grillo

TORNA ALLA HOME PER LE ALTRE NOTIZIE DI OGGI

RESTA AGGIORNATO SU TUTTE LE NOSTRE NOTIZIE! COME?

Segui la nostra pagina Facebook ufficiale Giornale dei Navigli: clicca “Mi piace” o “Segui” e gestisci impostazioni e notifiche in modo da non perderti più nemmeno una notizia!

 

Seguici sui nostri canali