Rivolta al Cpr, il sindacato della polizia: "Un caos pericoloso, intervenire subito"

Parla il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti che solleva l’attenzione sulle agitazioni che si sono verificate lunedì in via Corelli.

Rivolta al Cpr, il sindacato della polizia: "Un caos pericoloso, intervenire subito"
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Rivolta al Cpr, il sindacato della polizia: "Un caos pericoloso, intervenire subito".

Rivolta al Cpr, il sindacato della polizia: "Un caos pericoloso, intervenire subito"

MILANO – “Lunedì pomeriggio a Milano ennesima rivolta dei migranti, stavolta per il rifiuto delle espulsioni. È stato il solito copione e i medesimi pericoli in cui tutti si sono venuti a trovare, soprattutto i poliziotti impegnati presso la struttura. La situazione presso i centri per immigrati di mezza Italia è fuori controllo, ancorché le autorità, a partire dal ministro Lamorgese, insistano a complimentarsi con le forze dell’ordine per quanto stanno facendo in tema di immigrazione e di emergenza covid”.

Parla il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti

Parla il segretario generale Fsp Polizia di Stato Valter Mazzetti che solleva l’attenzione sulle agitazioni che si sono verificate lunedì al Cpr di via Corelli a Milano, con l’intervento di diverse unità della polizia, in tenuta antisommossa.

Quattro feriti durante la protesta

L’allarme è scattato pochi minuti dopo le 16 di lunedì, quando al centro permanenza per il rimpatrio un gruppo di uomini ha iniziato a protestare e a spaccare arredi e creare altri danni alla struttura, con vetri rotti, rubinetti spaccati ed estintori svuotati nelle sale. Quattro persone sono rimaste ferite, per fortuna in modo lieve. Ma la protesta, e il grande dispiegamento di forze dell’ordine, ha sollevato polemiche.

Il commento del segretario generale Fsp

“Le vuote parole di finta stima che non vadano di pari passo con provvedimenti minimi per far fronte a questo caos noi le rispediamo tutte al mittente – prosegue Mazzetti –. In quei centri, a rischiare la vita, ci sono i nostri poliziotti, non burocrati, politici e alti papaveri che si trastullano a premere bottoni nelle stanze di Roma e a rilasciare le solite tre righe di solidarietà ciclostilate in cui cambia solo il nome della località dove è scoppiato l’ennesimo finimondo”.

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