Ragazzo scomparso di San Donato, il CCDU chiede l'intervento del sindaco e del Governo
"Dobbiamo attivarci subito per salvare Giacomo”, dichiara Paolo Roat, responsabile nazionale tutela minori del CCDU.
Ragazzo scomparso di San Donato, il CCDU chiede l'intervento del sindaco e del Governo.
Ragazzo scomparso di San Donato, il CCDU chiede l'intervento del sindaco e del Governo
SAN DONATO MILANESE – La storia di Giacomo non è semplice. Da 15 giorni non si hanno più notizie del 17enne che si è allontanato dalla comunità Exodus di Garlasco (Pv). I genitori adottivi (Giacomo è di origini bielorusse, arrivato in Italia da oltre dieci anni) sono disperati e hanno lanciato diversi appelli: “Giacomo, torna a casa. Ti vogliamo bene e ti vogliamo aiutare”. Ma ancora del ragazzo scomparso non ci sono tracce.
L'intervento del CCDU
A intervenire sulla drammatica vicenda, anche il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani che lancia un appello al sindaco di San Donato Andrea Checchi, affinché “si attivi per aiutare questo ragazzo e la sua famiglia”, dicono dal Comitato. “Due anni fa avevamo raccolto una petizione tra i cittadini locali indirizzata al sindaco perché riteniamo che questa sia una vicenda di mala-psichiatria.
"Il sistema non funziona"
Oggi abbiamo deciso di rivolgerci all’opinione pubblica perché l’attenzione data a questa famiglia e ragazzo non è sufficiente, e pensiamo che i pericoli che corre siano stati sottovalutati. Lanciamo questo appello pubblico al sindaco e al Ministro Salvini. Dobbiamo attivarci subito per salvare Giacomo”, dichiara Paolo Roat, responsabile nazionale tutela minori del CCDU. Secondo il Comitato, il sistema di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza in tema psichiatrico non funziona: “Non si tratta semplicemente di ragazzi allo sbando, ma di un sistema che presenta criticità note da anni”. Una vita difficile, quella di Giacomo.
La storia di Giacomo
"Nel 2004 un luogotenente della guardia di finanza e una contabile che si è dedicata alla famiglia adottano il bambino. Circa dieci anni dopo, fa una ragazzata – spiegano dal Comitato –: si allontana di casa con il fratello. Intervengono i Servizi Sociali e l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza. I ragazzi vengono tolti ai genitori, i professionisti privati che seguono la famiglia sono estromessi. Giacomo diventa maggiorenne e torna a casa, ma nel 2016 finisce in una comunità psichiatrica per un anno, contro la sua volontà. Già allora la mamma denunciava gli esiti disastrosi di questo percorso coattivo”.
L'avvocato della famiglia
Anche l’avvocato dei genitori, Francesco Miraglia, secondo quanto riportato sulla pagina del Comitato, attacca il sistema: “I Servizi sociali, cui è affidato e che hanno disposto a suo tempo l’allontanamento del minore dalla famiglia nemmeno sapevano che fosse scomparso da ben cinque giorni. È questo l’aiuto che si fornisce ai ragazzi quanto li si toglie dalle famiglie e li si affida alle comunità? A parte che questo ragazzo, sballottato da una comunità all’altra fin da piccolo, prima di frequentarle non fumava né spacciava”. Ora Giacomo è fuggito dalla comunità e di lui non ci sono tracce.
FG