Ragazze morte investite da una mietitrebbia: chiesta l'archiviazione per l'autista
Allo stesso tempo, sono invece stati notificati gli avvisi di fine indagine per chi era presente ed è scappato dopo la tragedia.
Ragazze morte investite da una mietitrebbia: chiesta l'archiviazione per l'autista.
Ragazze morte investite da una mietitrebbia: chiesta l'archiviazione per l'autista
Ragazze morte investite da una mietitrebbia: chiesta l'archiviazione per l'autista.
Ragazze morte investite da una mietitrebbia: chiesta l'archiviazione per l'autista
SAN GIULIANO MILANESE - Erano state trovate in un campo di mais che costeggia la tangenziale Ovest, in territorio di San Giuliano Milanese: i corpi esanimi delle due giovani donne, Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, 28 e 31 anni marocchine.
Come riporta Prima Milano, la procura di Lodi ha chiesto ora l'archiviazione per il bracciante agricolo di 28 anni che con il suo mezzo lo scorso 2 luglio aveva travolto e ucciso le due giovani.
Versione ritenuta verosimile del 28enne alla guida del mezzo agricolo
Un veicolo alto, oltre quattro metri, guidato da un 28enne di Lacchiarella (che era indagato per omicidio colposo, solo per atto dovuto) che da subito ha sostenuto di non essersi accorto di nulla. Una versione verosimile: i test effettuati dagli inquirenti hanno verificato che dalla cima del mezzo e con le coltivazioni già molto alte non era facile accorgersi della presenza di persone sdraiate in mezzo alle spighe.
Per queste ragioni è giunta la richiesta di archiviazione per il bracciante, che era indagato per duplice omicidio colposo. Allo stesso tempo, sono invece stati notificati gli avvisi di fine indagine a chi, secondo le indagini, erano presenti nel campo con le vittime prima della tragedia e non avrebbe allertato i soccorsi, scappando dal campo.
La triste vicenda la scorsa estate
Una delle due ragazze aveva contattato nella mattinata dello scorso 2 luglio il 112 per chiedere aiuto, raccontando, in arabo, che era stata travolta da un trattore insieme all’amica, morta sul colpo, mentre lei chiedeva aiuto perché gravemente ferita.
Le ricerche erano iniziate subito e durate ore, ma della ragazza non si era trovata traccia, anche perché il telefono era risultato irrintracciabile pochi secondi dopo la chiamata. Sabato 3 luglio la tragica scoperta dei due corpi. Le indagini dei carabinieri hanno messo in luce i primi dettagli: il mezzo non era un trattore ma un macchinario molto alto, oltre quattro metri.
L'autista del mezzo non si è accorto di nulla
Il contadino che guidava il macchinario, un agricoltore di Lacchiarella, ha raccontato di non essersi accorto di nulla, anche perché le spighe erano alte e il mezzo molto grande. L’uomo, indagato per duplice omicidio colposo (atto dovuto), si è difeso, affermando di non aver alcuna responsabilità per la morte delle due giovani. Ma cosa ci facevano lì le due donne? Erano da sole? Altri elementi sotto la lente dei carabinieri.
La testimonianza del 35enne interrogato in Procura
Ha raccontato tutto al pubblico ministero Giulia Aragno durante l'interrogatorio avvenuto nella sera di due giorni fa: l'uomo, 35enne di origine marocchina, è indagato per omissione di soccorso dopo essere scappato a gambe levate all'arrivo del mezzo agricolo giunto per falciare il raccolto, lasciando le due giovani donne nel campo.
Secondo il racconto del 35enne il gruppo, composto complessivamente da 7 persone, si trovava nel campo a consumare la droga acquistata poco prima e a bere alcolici, quando si sono improvvisamente accorti dell'arrivo del mezzo agricolo guidato da un giovane agricoltore che, non avendo visto i giovani (stesi a terra nel buio tra la fitta vegetazione), ha falciato le due donne situate nel punto più prossimo al suo arrivo.